Lunedì 22 gennaio 2024, alle ore 17.30, il Comitato nazionale per il Centenario della nascita di Lorenzo Milani propone l'incontro "We Care" al Teatro La Compagnia di Firenze, in via Cavour 50 rosso. Agnese Pini, direttrice di QN, intervista Romano Prodi sulla lezione del priore di Barbiana che ai suoi ragazzi ha insegnato il valore della responsabilità personale e dell’impegno verso gli altri. Rosy Bindi, presidente del Comitato nazionale introduce l’incontro che sarà concluso dal professore Emanuele Rossi.
“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia”, è tra le frasi più famose di don Lorenzo Milani. Sono parole - afferma la presidente Bindi - di grandissima attualità sulle quali vale la pena riflettere per prenderci cura della nostra democrazia e dei beni comuni”.
Questo testo da "Lettera a una professoressa" (Libreria editrice Fiorentina, 1967) è firmato Scuola di Barbiana, ed è l’esempio più famoso di scrittura collettiva che don Lorenzo aveva adottato per insegnare l’arte di scrivere coinvolgere i suoi ragazzi. Ma è soprattutto la denuncia di una scuola selettiva che pur essendo dell’obbligo non garantiva a tutti i ragazzi una formazione adeguata. La stesura della Lettera richiese circa un anno di lavoro, don Lorenzo ne curò la pubblicazione nelle ultime settimane di vita.
Lorenzo Milani nacque a Firenze il 27 maggio 1923 da una colta famiglia borghese. La madre Alice Weiss, triestina, il padre Albano, fiorentino. È il secondo di tre figli, il maggiore Adriano, la minore Elena. Lorenzo compie i suoi studi classici a Milano, dove si trasferì nel ’30 con la famiglia, e li prosegue all’Accademia di Brera perseguendo la sua passione per la pittura fino al 1941. Nel ’42 a causa della guerra, la famiglia Milani fa ritorno a Firenze e l’8 novembre 1943 Lorenzo entra nel Seminario Maggiore di Firenze. Sembra che anche l’interesse per la pittura sacra abbia portato don Lorenzo ad approfondire la conoscenza del Vangelo. II 13 luglio 1947 fu ordinato prete. Dopo una breve permanenza nella parrocchia di Montespertoli, fu mandato a San Donato di Calenzano (Firenze), cappellano del vecchio proposto don Pugi, dove fondò una scuola popolare per giovani operai e contadini. Alla morte di don Pugi, il 14 novembre 1954 fu nominato priore di Sant’Andrea a Barbiana, una minuscola parrocchia di montagna in Mugello dove, l’anno successivo, dette vita ad una scuola per 6 ragazzi del popolo che avevano terminato le elementari. Nel maggio del 1958 terminò di scrivere Esperienze Pastorali, iniziato anni prima a San Donato; il libro fu ritirato dal commercio pochi mesi dopo, per disposizione del Sant’Uffizio, perché ritenuto “inopportuno”. Alla fine del 1960 don Lorenzo fu colpito dai primi sintomi del male che sette anni dopo lo condusse alla morte. È del febbraio 1965 la lettera aperta che scrisse ad un gruppo di cappellani militari toscani che, in un loro comunicato, avevano definito l’obiezione di coscienza “estranea al comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”. La lettera fu incriminata e don Lorenzo rinviato a giudizio per apologia di reato. Al processo, che si svolse a Roma, non poté essere presente a causa della sua grave malattia. Inviò allora ai giudici un’autodifesa scritta e, il 15 febbraio 1966, il processo in prima istanza si concluse con l’assoluzione. Ma su ricorso del pubblico ministero, il 28 ottobre 1968, quando don Lorenzo era già morto da tempo, la corte d’appello, modificando la sentenza di primo grado, condannò lo scritto. Nel luglio del ’66 con i ragazzi della scuola di Barbiana, inizia la stesura di Lettera a una professoressa, pubblicata nel maggio del ’67. Don Lorenzo morì a Firenze un mese dopo, il 26 giugno.
Da “Barbiana: il silenzio diventa voce”. Edito da Fondazione Don Lorenzo Milani
Per maggiori informazioni: https://donmilanicentenario.it