Scrittrice e antifascista, madre di Aldo, Carlo e Nello Rosselli. Firenze ha reso omaggio a Amelia Pincherle Rosselli e le ha intitolato un'area pedonale a Porta al Prato, in prossimità del viale che porta il nome dei suoi due figli uccisi in Francia nel 1937 per mano di un’organizzazione terroristica di estrema destra in collusione con i servizi segreti fascisti e tra i fondatori di Giustizia e Libertà. L'altro figlio Aldo era morto eroicamente (27 marzo 1916), poco più che ventenne, combattendo contro gli austriaci sul Pal Piccolo, nelle montagne della Carnia.
Amelia Pincherle, questo era il cognome di nascita, era nata a Venezia da una famiglia ebrea che vantava tradizioni risorgimentali. Il padre di Amelia aveva combattuto alla difesa di Venezia nella rivoluzione 1848-49 ed il cugino di lui, Leone Pincherle, aveva fatto parte del governo provvisorio della città. Giovanissima si sposò con Giuseppe Emanuele Rosselli, di famiglia ebrea, imparentata con i Nathan, nella cui casa pisana era morto ancora in clandestinità Giuseppe Mazzini, il 10 maggio 1872.
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Amelia Pincherle Rosselli fu drammaturga, traduttrice, attivista nel nascente movimento delle donne, nonché autrice di libri per bambini - ha sottolineato l'assessora alla cultura della memoria e alla toponomastica Maria Federica Giuliani - fu una figura eccezionale non soltanto come madre dei tre figli morti per l'Italia è veramente meritevole di essere ricordata tra le grandi italiane di questo secolo. Basta ricordare che dopo la Liberazione, rientrata in Italia, si batte per il voto alle donne"."Non si potrebbero capire le figure dei fratelli Rosselli - ha dichiarato il presidente della Fondazione Circolo Rosselli Valdo Spini - se non si conosce la grande personalità della madre Amelia Pincherle, ed in particolare la religione veramente mazziniana del dovere che aveva trasmesso ai suoi figli che essa sostenne in tutte le prove che dovettero attraversare per il loro antifascismo. Dopo la loro uccisione, la stessa Amelia guidò le vedove ed i nipote durante tutto il percorso del loro esilio, dalla Svizzera, alla Gran Bretagna, fino agli Stati Uniti d'America. Ricordiamo altresì che Amelia Pincherle Rosselli, la prima donna drammaturgo dell'Italia unita,fu, fino alle leggi razziali, presidente della sezione letteratura del Lyceum, l'antica istituzione culturale femminile tuttora attiva ed operante a Firenze. Dedicandole un luogo pubblico, la città di Firenze evidenzia che il contributo delle donne alla battaglia per la democrazia e la libertà deve essere messo nella dovuta evidenza”.
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