Le nuove tecnologie aiutano molto chi non vede, ma non possono certo sostituirsi al Braille, che resta la chiave principale per l’apprendimento dei disabili della vista. Si intitola appunto ‘
Uno strumento che resiste nel tempo’ il convegno che si svolgerà il
2 marzo 2024, dalle 10 all’
istituto Buontalenti di Firenze, in via dei Bruni, nell’ambito della
XVII Giornata nazionale del Braille. L’iniziativa è organizzata dalla sezione fiorentina dell’
Unione italiana ciechi e ipovedenti e sarà moderata da
Sandra Minichini, docente al comprensivo Ghiberti e formatrice Irifor. Interverranno tra gli altri l’assessore
Sara Funaro, la dirigente del Buontalenti
Maria Francesca Cellai e, per l’Uic, il presidente regionale
Massimo Diodati e provinciale
Niccolò Zeppi.
Si parlerà del Braille in rapporto alla musica, all’informatica e allo studio delle lingue straniere. Ma soprattutto dell’”attualità del Braille, che resta uno strumento imprescindibile per l’apprendimento e l’inclusione scolastica”, come spiega Minichini. “E’ sbagliato pensare che sia superato dalla sintesi vocale - aggiunge la docente -. Le nuove tecnologie sono fondamentali, ma restano un complemento. Se ad esempio devo studiare la grammatica italiana o risolvere un’espressione, il Braille è l’unica strada perchè consente a chi non vede di entrare in contatto con la parola o con il numero. Insomma, i caratteri dell’alfabeto Braille sono i nostri occhi. Andando avanti e indietro con le dita ripercorriamo e fissiamo concetti. Ed impariamo. La sintesi non arriva là dove arriva la lettura tattile”.
Tra i relatori, la docente Viola De Filippo, l’insegnante di musica Maria Francesca Buttitta, Elisabetta Franchi del centro tiflotecnico Quatraro e gli informatici Alberto Buffolino e Gianluca Apollaro. Spazio poi alla poesia “La cortesia dei non vedenti” di Wislawa Szymborska.
Per informazioni:
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