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giovedì 18 aprile 2024

Studiare? sì magari a casa!

10-03-2006

Si chiama "homeschooling" ed è un fenomeno che sta travolgendo il sistema educativo negli Stati Uniti come in Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito. L'"home schooling", è un'alternativa educazionale attraverso la quale i bambini sono educati, fin da piccoli, in famiglia o nella propria comunità. Non esistono, per adesso, dati ufficiali aggiornati, così come non ci sono numeri precisi sui bambini che restano a casa per apprendere. Secondo quanto riporta un'inchiesta del 2003, il National Center for Education Statistics (Nces), in quell'anno oltre un milione e centomila bambini sono rimasti a casa a studiare, disertando le scuole. La Home School Legal Defense Association (Hslda), che rappresenta oltre ottantamila faimglie, spiega come le stime attualmente siano molto più alte: si attestano, infatti, tra 1,7 e 2,1 milioni di bambini. Gli approcci delle amministrazioni locali americane nei confronti dell'home schooling sono vari. Gli stati di New York e della Pennsylvania, ad esempio, richiedono che i genitori forniscano i propri piani di lavoro quattro volte l'anno e testino regolarmente i propri figli. Altri, come il Texas, invece, danno molta più indipendenza. E dagli Usa arriva anche un'altra novità: niente più libri ma palmari. Gli strumenti che una volta erano destinati ai top manager diventano i mezzi di studio e apprendimento dei più piccoli, un trend che sta conquistando tutti gli Stati, tant'è che lo scorso anno un'indagine della Quality Education Data ha rilevato che il 28 per cento dei distretti scolastici americani mettono i palmari a disposizione di studenti e insegnanti e che un quarto dei computer presenti nella scuola è un portatile. Anche i compiti vengono svolti più velocemente, le lezioni risultano più piacevoli e veloci da assimilare, anche per coloro che hanno maggiori difficoltà coi metodi tradizionali.

Le preoccupazioni per quelle che vengono definite le generazioni "digital natives" non sono poche però. Innanzitutto il metodo tradizionale è quello che consente una memorizzazione più lenta ma più duratura, perché i ragazzi hanno bisogno anche di leggere un libro dall'inizio alla fine, capire, rileggere e sfogliare le pagine per riuscire a riflettere e analizzare determinati concetti, che possono sfuggire guardando velocemente una pagina su internet.

Per chi vuole invece provare a studiare da casa, qui da Firenze, può aiutare anche solo la rete. Si chiama "file-sharing"ed è
un corso d'inglese gratis in rete. Un nuovo modo di imparare l'inglese che arriva direttamente d'oltre Manica dove i siti che offrono questo servizio sono attivi già da qualche anno e hanno già raggiunto un grande successo da parte dei seguaci del web. In Italia, uno degli ultimi portali a nascere è www.englishgratis.com che oltre a mettere on line tutto quello che riguarda pronomi, avverbi e aggettivi, ha anche creato una piccola banca dati, frutto del lavoro di 140 volontari che si scambiano on line traduzioni dei testi più disparati. Una sorta di piccolo "Napster" della lingua anglosassone, dove chi non mastica perfettamente l'inglese, semplicemente iscrivendosi alla newsletter e navigando all'interno del sito, può trovare e scaricare i testi più disparati: dalla storia della letteratura sudafricana alla scheda del film "La febbre del sabato sera".