Studenti severi nel giudicare la
qualità della vita in
Toscana. E’ quanto emerge dalla
ricerca che apre di fatto le attività di Eurispes Toscana. Potendo esprimere un punteggio da uno a dieci su alcuni aspetti della qualità della vita nella città in cui studiano, gli
universitari delle Facoltà di Firenze, Pisa, Siena e Prato hanno attribuito voti che oscillano mediamente intorno al 6. L’insufficienza più grave riguarda la
mobilità urbana, pubblica e privata, che emerge nel complesso come uno degli aspetti più negativi. Agli ultimi posti si piazza anche la possibilità di
trovare un lavoro consono agli studi fatti, rispetto alla quale le quattro città superano di poco il 5. Mediamente le città toscane superano invece la
sufficienza per la varietà dell’offerta culturale (6,7), per il
livello di socialità (6,5) e per la
qualità dell’ambiente (6,2).
Firenze risulta la città più attraente per la varietà dell’offerta culturale e la peggiore rispetto alla mobilità. Pisa e Siena prendono buoni voti rispetto alla possibilità di conoscere gente e crearsi una rete sociale, evidentemente per la loro natura di piccole città universitarie.
Firenze appare più chiusa e va poco oltre il 6, mentre Prato non arriva alla sufficienza. Siena è prima della classe per qualità dell’ambiente, staccandosi dalle altre con un 8 pieno. Seguono a distanza Prato (6,3), Pisa (6,2) e ultima Firenze (5,6).
Sul fronte lavoro, dolente per tutte e quattro le città, Firenze arriva di media alla sufficienza, seguita dalle altre quasi a pari merito. Invitati a descriverla con una frase sintetica, quasi tutti concordano su alcuni tratti che confermano la percezione della Toscana come luogo apprezzato per ambiente e paesaggi, ma scarsamente associato all’idea di sviluppo industriale e di capacità d’innovazione.
Per l’89,7% degli intervistati la Toscana ha “un paesaggio unico”, per il 78,4 % è un “luogo di forte fermento culturale”, mentre per il 67,5% è una regione “che vive esclusivamente della sua storia artistico-culturale”. Meno della metà (46%) la giudica un “luogo in cui si sviluppa innovazione” e ancora meno, il 36,1%, riconosce la Toscana come “luogo di produzione industriale”.
Ma cosa manca alla Toscana? Le lacune più indicate sono:
l’apertura mentale e culturale (23,6%),
la capacità di innovazione e investimento in ricerca (15%),
le infrastrutture e i collegamenti (14,2%) ed un
mercato del lavoro efficiente (13,3%).
di Duccio Tronci