
Nei prossimi anni la
siccità nel Mediterraneo sarà un problema sempre più serio. Una questione che pone interrogativi sull’utilizzo dell’acqua nel nostro e negli altri paesi dell’area.
I sistemi di irrigazione per l’agricoltura risultano infatti totalmente inadeguati. Lo rivela un dossier del WWF con il quale si chiede di modificare le politiche europee e nazionali rispetto al governo delle acque. Il rapporto “
Drought in the Mediterranean WWF policy proposals” mostra come le zone irrigate siano raddoppiate dagli anni ‘60 ad ora. L’irrigazione in agricoltura rappresenta con il 65% del totale, il più grande “consumatore” d’acqua del Mediterraneo.
L’Ue e i governi nazionali hanno incoraggiato negli ultimi anni la cessazione delle colture meno esigenti di acqua quali l’ulivo e gli agrumi, favorendo invece coltivazioni irrigue come il mais e la barbabietola da zucchero. L’irrigazione è utilizzata per far crescere le colture più velocemente e con una taglia maggiore anche in zone aride e in periodi siccitosi. Nei paesi non Ue questo fenomeno è aggravato da metodi di irrigazione inefficienti.
Per il WWF i Governi devono sospendere le sovvenzioni per le irrigazione nelle aree povere di acqua. I paesi europei si sono già imbattuti nella riduzione del 20% delle precipitazioni, mentre la domanda d’acqua è raddoppiata negli ultimi 50 anni. E le proiezioni non sono incoraggianti: entro il 2025 ci saranno ulteriori riduzioni di precipitazioni, accompagnate da un aumento del 25% dei consumi nei paesi delle coste Est e Sud del Mediterraneo, in particolare Egitto, Turchia e Siria. La siccità ha già causato gravi danni costando 11 miliardi di euro in Europa nel 2003. Solo in Spagna la scarsità di acqua è costata al settore agricolo spagnolo più di 2 miliardi di euro di perdite.
di Duccio Tronci