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giovedì 28 marzo 2024

''L'ultimo imperatore'' di Bernardo Bertolucci in versione originale al Cinema Odeon

22-11-2016

Martedì 22 Novembre, alle ore 20.30, è in programma un importante evento speciale al Cinema Odeon Firenze che in collaborazione con Palazzo Strozzi presenta "L'ultimo imperatore" (1987), il kolossal di Bernardo Bertolucci che vinse ben 9 Premi Oscar. Il film (in versione originale con sottotitoli in italiano, ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili) è il secondo appuntamento della rassegna “I martedì al cinema con Palazzo Strozzi”, il ciclo di film che accompagnerà fino a gennaio la mostra di Ai Weiwei a Palazzo Strozzi, un percorso attraverso il Novecento e oltre, per raccontare in quattro film il passaggio dalla grande civiltà della Cina millenaria alle contraddizioni della contemporaneità.

Nel 1908 a Pechino, nella città proibita, l'anziana Imperatrice vedova, prossima a morire, si fa portare Pu-Yi, un fanciullo di tre anni, strappandolo alla madre e lo designa suo successore. Ultimo della dinastia Ching passerà la sua infanzia nella mitica Città, signore e padrone assoluto di uno sterminato Impero. Nel 1912, Sun-Yat-Sen proclama la Repubblica, ma il fanciullo resta là come un simbolo, prigioniero ma onorato (e inoffensivo). Successivamente, divenuto adulto va a vivere in un'altra città del Paese con le due mogli, l'istitutore scozzese Sir Reginald Johnston e alcuni fedeli, in un esilio dorato, che lo vede anche in Occidente. Poi la volontà di governare prende il sopravvento e lo spinge a compromessi: avendo nel frattempo il Giappone, spinto da mire espansionistiche, invaso e occupato la Manciuria, terra natia di Pu-Yi, questi sale sul trono di tale regione, ribattezzata Manciukuo, destinato al ruolo di re fantoccio, collaborando con Tokio, che ne condiziona a fini bellici l'effettivo potere. Finita la guerra e caduto in mano sovietica, Pu-Yi trascorre, dopo la seconda guerra mondiale, cinque anni in Siberia; poi nel 1949 la Cina di Mao ne chiede il rimpatrio come criminale di guerra. Dopo un decennio di rieducazione politica, l'ex Imperatore viene rilasciato dal campo in cui, con molti altri, è stato confinato: ora è un uomo comune, ha riconosciuto le sue colpe (reali o presunte) e lavora da umile giardiniere nell'orto botanico di Pechino. E nel 1967, nel momento in cui coloro che lo hanno rieducato proveranno gli insulti e le vessazioni della rivoluzione culturale, Pu-Yi muore.

"L'ultimo imperatore" costituisce una pietra miliare nel cinema di Bertolucci. Circondatosi dei migliori professionisti (dall'autore della fotografia, Vittorio Storaro, allo scenografo Ferdinando Scarfiotti, passando per i costumi di James Acheson) il regista riesce in modo mirabile a fondere la dimensione spettacolare con quella di una storia non 'epica'. In fondo Pu-Yi è un altro 'uomo ridicolo', un bambino divenuto uomo senza poterlo essere mai veramente, circondato da un'illusione di potere che in effetti non ha mai detenuto se non per permettersi talvolta di umiliare chi lo circondava. Lo spettacolo sta nella descrizione degli immensi spazi della Città Proibita con le sue 9.999 stanze (solo il paradiso per i cinesi ne poteva contare 10.000). Una prigione enorme finalizzata a tenerlo lontano dalla Storia, quella dei Grandi e quella del popolo minuto che avrebbe comunque dovuto voltare la schiena al suo passaggio per non guardarlo in volto. Bertolucci e il co-sceneggiatore Peploe costruiscono una narrazione in alternanza partendo dal 'fuori', cioè dal periodo della rieducazione a cui il criminale Pu-Yi viene sottoposto. In fondo i metodi applicati nei suoi confronti si assomigliano: passa da un carcere (dorato) ad un altro e così come dai cortigiani così dai maoisti riceve un preciso input: non deve pensare autonomamente.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Info: www.odeonfirenze.com