La nona edizione del
Middle East Now, il festival del cinema Medio Orientale diretto da
Lisa Chiari e Roberto Ruta, ha visto trionfare "
Wajib", l'ultimo capolavoro della regista palestinese
Annemarie Jacir.
Il festival, tenutosi
a Firenze dal 10 al 15 Aprile tra il Cinema La Compagnia e il Cinema Stensen, ha avuto grande riscontro da parte del pubblico grazie al programma multidisciplinare di arte, musica, teatro, eventi gastronomici, incontri di approfondimento sull’attualità e la cultura mediorientale, e ovviamente di cinema con i 43 film presentati, con numerosi sold out per le prime italiane, europee o mondiali alla presenza di registi, attori, produttori, artisti ed esperti.
Il film vincitore è un ironico e toccante road-movie, che esplora la complessità del rapporto tra un padre e un figlio ormai quasi estranei alle prese con il “wajib”, la consegna a mano delle partecipazioni al matrimonio della figlia più piccola. Uscirà nelle sale italiane in questo mese di aprile distribuito da Satine Films.
Il premio "Middle East Now Award" assegnato dal pubblico non era l'unico premio in palio. La giuria composta dagli studenti della New York University di Firenze ha premiato con il "
Best Short Film by NYU Firenze" il cortometraggio "
Men’s Barbershop" di
Mishal Al Hulail, "storia semplice e originale che presenta con passione un aspetto della quotidianità, grazie a una tecnica eccellente e a un’estrema capacità attoriale". E una menzione speciale è stata assegnata al cortometraggio "
Captain Diaa" del regista siriano
Yusuf Aljundi. Mentre il premio "
Best OFF", conferito da OFF Cinema al miglior cortometraggio d’autore, scelto da una giuria composta dai registi
Bartolomeo Pampaloni e Samuele Alfani, e dall’archeologo
Anacleto D’Agostino, va a "
One Day in Aleppo" di
Ali Alibrahim.
"Per il coraggio e la forza espressiva data dalla vicinanza con cui il regista sceglie di raccontare il quotidiano martirio subito dall’indifesa popolazione civile, in una nazione abbandonata a sé stessa. In un ambito articolato come quello del Cinema Orientale, con cinematografie che hanno alle spalle vicende storiche, politiche e sociali molto distanti tra loro, di cui teniamo a sottolineare la grande vitalità, la crescente maturità espressiva e la comune voglia di raccontare territori e popolazioni che fino ad oggi non hanno avuto molte occasioni per poter esprimere punti di vista locali ed autoriali, abbiamo scelto un cortometraggio che sicuramente potrà rimanere a testimonianza della realtà mediorientale del 2017, per la sua capacità di aprire uno squarcio su una realtà dolente, fungendo da atto artistico e politico e permettendoci di vedere da vicino situazioni lontane, con uno sguardo umano ed empatico".
Inoltre, una menzione speciale è andata a
"The Day we Left Aleppo" di Hassan Kattan, "per la sensibilità con cui ritrae il dramma di una città sotto assedio, attraverso la vita, i sentimenti, la storia di due ragazzi, nell’atmosfera sospesa dell’attesa e nel momento decisivo della partenza".
Grande successo anche per gli spazi di dibattito e approfondimento a cura di
Felicetta Ferraro, per le mostre fotografiche di
Tamara Abdul Hadi, "Flying Boys" e "The People’s Salon", quest’ultima visitabile
fino al 31 maggio alla FSM Gallery, e lo spettacolo inedito
"White Rabbit, Red Rabbit" di Nassim Soleimanpour, magistralmente interpretato da
Fabrizio Gifuni al Teatro Cantiere Florida senza aver fatto prove e senza regia, ma scoprendo il testo solo sul palco ad inizio performance insieme al pubblico in sala.
Info:
middleastnow.it LG