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giovedì 21 novembre 2024

Silence and Rituals, la rassegna video ideata da Beatrice Bulgari al Museo Novecento

18-09-2018

Il silenzio, fisico e mentale, è la meditativa colonna sonora di tutte le opere presentate in "Silence and Rituals", la rassegna video ideata da Beatrice Bulgari per In Between Art Film, a cura di Paola Ugolini, per la Sala Cinema del Museo Novecento di Firenze (Piazza Santa Maria Novella, 10). Dal 18 settembre al 24 gennaio, attraverso il lavoro di dodici artisti internazionali, sarà possibile ascoltare e guardare la magica sospensione di suono e di tempo che spesso precede e accompagna le cerimonie e i riti sia laici che religiosi. Sono stati volutamente selezionati dei lavori che, pur con profondi significati politici e sociali, privilegiassero un approccio visivo esteticamente lirico e poetico: Sigalit Landau, Masbedo, Hans Op de Beeck, Adrian Paci, Vanessa Beecroft, Regina José Galindo, Janis Rafa, Mircea Cantor e Democracia.

Esperienza irrinunciabile per un museo di arte moderna e contemporanea, l’aggiornamento sulla produzione di video e film d’artista può e deve naturalmente ormai convivere con l’ammirazione per la pittura del Novecento – spiega Sergio Risaliti , direttore artistico del Museo Novecento – In questo senso il progetto di collaborazione biennale con Beatrice Bulgari, in qualità di collezionista e mecenate, risulta essere complementare alla presenza in loco della Collezione permanente della Raccolta Alberto della Ragione”.

Nel video Salt Lake (2011) dell'artista israeliana Sigalit Landau un paio di scarponi da lavoro ricoperti di sale del Mar Morto cristallizzato dal gelo sprofondano lentamente sulla superficie ghiacciata di un lago dell’Europa Centrale, un’immagine di desolata solitudine, struggente e potente nella sua tragica semplicità che ci mostra tutta la sofferenza e il dolore dello sradicamento, del peso della memoria e della Storia.

Tra il 1977 e il 1999 Pinin Brambilla ha dedicato cinquantamila ore della sua vita al restauro di quel capolavoro che è il Cenacolo di Leonardo da Vinci, dipinto dal maestro fiorentino fra il 1495 e il 1498. La vicenda professionale ed esistenziale della restauratrice milanese è al centro del video Madam Pinin (2017) dei Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni).

Il belga Hans Op de Beeck nei venti ipnotici minuti del video Staging Silence (2013) mette in scena come per incanto una serie di diorami che rappresentano dei solitari scenari architettonici in bianco e nero in cui si alternano momenti di grandi lirismo a momenti quasi comici. Il titolo è un chiaro riferimento a quei luoghi in cui lo spettatore, in assenza di altri personaggi, può proiettare sé stesso come solitario protagonista della scena.

Il video Interregnum (2017) l'artista albanese Adrian Paci mette insieme diversi momenti estrapolati dalle celebrazioni di funerali di dittatori comunisti di varie nazionalità, recuperati in archivi e televisioni nazionali per raccontare come il corpo politico, formato dalla molteplicità degli esseri umani, agisca in sincrono con la volontà imposta dal regime.

Nella performance VB82, girata a luglio del 2017 nei suggestivi spazi della Certosa di San Lorenzo a Padula, l’artista genovese Vanessa Beecroft abbandona il corpo femminile e le sue sfaccettature psicologiche per mettere in scena un nuovo rituale mistico e cristologico. 13 performers maschi di svariate età, abbigliati con una tunica bianca, hanno rievocato l’iconografia tradizionale di Cristo con volti ieratici, capelli e barbe lunghe o fanciullescamente imberbi con i tratti delicati e angelici di un Gesù bambino.

La guatemalteca Regina José Galindo nel video della performance La Intención (2016) rimane per lungo tempo immobile in piedi coperta solo da una sorta di saio leggero su un’ara rudimentale di pietra, che ricorda un altare sacrificale pagano, mentre viene man mano ricoperta e avvolta da centinaia di fascine che solitamente vengono utilizzate per costruire la grande pira, la focara.

Nel video Winter Came Early (2015) del greco Janis Rafa l’impatto violento di una macchina scrolla vigorosamente un mandorlo per dieci secondi, provocando la caduta prematura delle foglie. L’azione è catturata da una fotocamera ad alta velocità a 2000fps. L’opera diventa una metafora dell’intervento brutale dell’uomo sulla natura e allo stesso tempo della caducità della vita.

In Funia (2017) la mano dell’artista rumeno Mircea Cantor percorre il motivo decorativo esterno, a forma di corda, di una chiesa di legno tipica della Transilvania. Il titolo Funia significa “fune” in rumeno, quello della corda è un motivo ricorrente nel lavoro di Cantor che prende appunto ispirazione dalle decorazioni tipiche degli edifici in Transilvania. 

Ser y Durar (Essere e Persistere) è il titolo del video del 2011 del duo di artisti spagnoli Democracia (Pablo España e Iván López) il cui forte interesse per temi sociali e politici è sviluppato non solo attraverso interventi artistici, ma anche attraverso produzioni editoriali e attività curatoriali. Per questo video hanno collaborato con un gruppo di giovani traceurs (tracciatori) chiamati a praticare la loro disciplina, il parkour, all’interno del cimitero acattolico dell’Almudena di Madrid. 

Per maggiori informazioni: www.museonovecento.it