Domenica 25 Novembre, alle ore 21.15, sarà proiettato al cinema
Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), il film vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance,
"La diseducazione di Cameron Post" di Desiree Akhavan basato sul best seller omonimo di
Emily Danforth.
Montana, nel 1993. Quando viene sorpresa a baciarsi con una ragazza durante il ballo della scuola, la giovane Cameron Post viene spedita in un centro religioso, God’s Promise, in cui una terapia di conversione dovrebbe "guarirla" dall’omosessualità. Insofferente alla disciplina e ai dubbi metodi del centro, Cameron stringe amicizia con altri ragazzi, finendo per creare una piccola e variopinta comunità capace di riaffermare con orgoglio la propria identità.Il libro di Emily Danforth, rivelò l'esistenza di queste realtà "educative" tollerate dalle autorità statunitensi, dove al loro interno i diritti umani diventavano "privilegi" da conquistarsi al prezzo della negazione della propria identità.
La regista americana di origine iraniana Desiree Akhavan, figlia di rifugiati dalla rivoluzione khomeinista e reduce dal successo del suo lungometraggio di esordio, "Appropriate Behavior", entra a gamba tesa in quello che ormai è un genere cinematografico a sé, ovvero la storia di reclusione, e tiene evidentemente come faro guida "Qualcuno volò sul nido del cuculo". Ma il film di Desiree Akhvan, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Sundance, non è una tragedia perché i toni, nonostante il contesto drammatico, sono conditi di ironia: quella che Cameron e due suoi amici all'interno del campo religioso riescono a mantenere di fronte alle difficoltà. Il film è sicuramente utile per far luce su una realtà surreale e preoccupante che si allontana dall'idea di una società progressista e moderna. La regista affronta il soggetto con un senso di sfida e un acuto spirito di intesa, affidando a Chloë Grace Moretz un personaggio fragile ed emotivo che deve affrontare una serie di traumi nascosti che, presumibilmente, l'hanno portata fuori strad. La pseudo-scienza proclamata dalla God’s Promise viene mostrata in senso comico e brutale nel suo trattamento assurdo dell’omosessualità come una malattia mentale e un peccato contro la Sacra Bibbia. Alla base di "La Diseducazione di Cameron Post" c’è un braccio di ferro tra fanatismo religioso e istinto. Un film interessato a quello che provano i personaggi e non a cosa possono simboleggiare, e a come essi si muovono tra le esigenze conflittuali di fede e desiderio.
Per maggiori informazioni:
www.cinemaspaziouno.itLG