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venerdì 19 aprile 2024

Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze

24-01-2019
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:

"LA DOULEUR" di Emmanuel Finkiel
Con qualche libertà e una sublime delicatezza, Emmanuel Finkiel rilegge il celebre romanzo di Marguerite Duras che lo sconvolse a 19 anni. "Questa donna che attende il ritorno del marito dai campi di concentramento faceva eco alla figura di mio padre, una persona che aspettava sempre. Anche quando ebbe la certezza che la vita dei suoi genitori e di suo fratello era finita ad Auschwitz". Il regista adatta il testo della grande scrittrice per arrivare a una considerazione universale su un sentimento proprio di tutti gli uomini. L'opera di Finkiel non è un biopic su Marguerite Duras, ma un diario intimo del dolore, un ritratto della presenza dell'assenza, un viaggio interiore di un'anima ripiegata su se stessa che Mélanie Thierry ha saputo brillantemente portare alla luce. L'attrice francese attraversa magistralmente l'evoluzione di Marguerite Duras dagli anni della sua gioventù a quelli della sua maturità. Tra diario intimo e racconto, il film traduce fedelmente in immagini il romanzo aspro e ardente attraverso un'esemplare messa in scena e la distanziazione propria della scrittura di Duras, senza rinunciare ad esplorare la violenza dei sentimenti. Lo sdoppiamento, l'alienazione della donna che si guarda allo specchio, si osserva dall'esterno nelle immagini che finiscono per offuscarsi, rende ancor più potente la descrizione delle emozioni.  Attraverso lo sguardo di Marguerite, ripresa in lunghi e numerosi primi piani, il regista ricostruisce, anche sulla base della storia personale, quella Parigi sottomessa, costretta a convivere con il nemico, condannata al silenzio di Stato sullo sterminio degli ebrei, di cui non si seppe nulla fino alla fine degli anni '60. La scena di Marguerite vestita di rosso, che in bicicletta attraversa Parigi deserta durante il coprifuoco, sorda ai rumori esterni, rimane dunque l'immagine più emblematica di una città che aveva voglia di ricominciare a vivere, di una donna che voleva ricominciare a esistere.

"ROMA" di Alfonso Cuaròn
In "Roma" è difficile resistere alla commovente vicenda della domestica Cleo e del suo talvolta ottuso attaccamento alla famiglia che custodisce. Alfonso Cuarón ricorda la sua infanzia a Città del Messico, quando papà era sempre in viaggio d'affari, mamma Sofia accumulava libri tremando al pensiero di perdere quell'uomo, nei cinema fumosi si pomiciava e la domestica Cleo puliva costantemente le cacche dei cani dal vialetto. È un film sulla donna, l'ennesimo di questa Venezia di registi che inquadrano, con potenza, più Lei che Lui. Cuarón, regista di film diversissimi, da "Y tu mama también" a un "Harry Potter", per il suo dramma sociale sceglie un luccicante bianco e nero, inquadrature e movimenti di macchina accuratissimi. Se si potesse riassumere questo film straordinario in una parola sarebbe sicuramente: REALTÀ. Il Leone d’oro 2018 è un premio alla verità, raccontata senza schemi e senza veli dal regista. E' un racconto sincero, puro, vero. La sceneggiatura è tratta direttamente dalla memoria del regista che, per non rovinare la purezza del ricordo, si è servito di attori non professionisti e metodi di ripresa poco ortodossi: era il solo a conoscere la sceneggiatura per intero, gli attori la scoprivano giorno per giorno. Secondo Cuarón, infatti, nella vita «non si può davvero pianificare come reagire alle situazioni» e catturare in un film tali reazioni spontanee, non è semplice. Nel film i personaggi sono messi di fronte alla durezza della vita in più di un’occasione. Le loro potenti reazioni agli eventi, non sono frutto solo dell’intelligente direzione di Cuarón, ma anche di un inaspettato talento nella recitazione. Ed è per questo che durante la visione di "Roma", non si potrà fare a meno di sorridere, ridere e piangere insieme agli attori. Il dolore che il film racconta, è un dolore universale, che tutti conosciamo. L’effetto è lo stesso di un pugno nello stomaco, inflitto però da scene di una bellezza disarmante.

"SANTIAGO, ITALIA" di Nanni Moretti
L'emozionante documentario di Nanni Moretti racconta il Cile di Allende, il golpe di Pinochet e il ruolo dell'Italia nell'accoglienza dei rifugiati politici cileni. Alternando materiali di repertorio e testimonianze di chi ha vissuto quella drammatica esperienza in prima persona, il documentario racconta dapprima gli anni della grande speranza durante il governo di Unidad Popolar di Salvador Allende, il primo storico governo socialista al mondo ad essersi insediato democraticamente, e poi quelli del terrore successivo al colpo di Stato del 1973 del generale Pinochet, con la immediata, sanguinosa repressione degli avversari politici. La struttura di "Santiago, Italia" è semplice, lineare, tanto da sembrare quasi un'operazione didattica rivolta soprattutto alle nuove generazioni che non hanno vissuto quegli anni e probabilmente non sono pienamente consapevoli di quanto accaduto in Cile in piena Guerra Fredda, in un momento assai delicato per gli equilibri mondiali in cui le superpotenze degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica erano drammaticamente contrapposte per il controllo dello scacchiere politico internazionale. Diviso in quattro capitoli - "Unidad Popiular (1970-1973)", "11/09/1973", "L'ambasciata italiana", "Viaggio in Italia" - il documentario nella seconda parte si concentra su una storia forse meno conosciuta, ovvero il ruolo centrale ricoperto dall'Italia nell'accoglienza dei dissidenti cileni. Documentario "partecipato", in cui Moretti interviene durante le testimonianze, le interroga, dona la replica, polemizza, registrando una lunga deposizione corale: la confidenza pubblica di una condizione intima. Lo slittamento di piani tuttavia gli consente di considerare i danni dal punto di vista delle vittime. È un cambiamento che modica e rinforza la nostra idea su ciò che è un danno. Impossibile assistere ai conflitti e alle guerre senza chiederci chi li subisce, chi li patisce. Impossibile staccarsi dalla pena altrui.

Ecco il dettaglio degli orari:

"LA DOULEUR" di Emmanuel Finkiel
Giovedì 24/01 Ore 16:00 - 21:15
Venerdì 25/01 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15
Sabato 26/01 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15
Domenica 27/01 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15
Martedì 29/01 Ore 17:00 - 19:15
Mercoledì 30/01 Ore 16:00 - *18:30 - 21:15
*Lo spettacolo contrassegnato è in Francese con sottotitoli

"ROMA" di Alfonso Cuaròn
>>Leone d'Oro alla Mostra di Venezia come Miglior Film
>>Vincitore di 2 Golden Globes: Miglior Film Straniero e Migliore Regia
>> CANDIDATO A 10 PREMI OSCAR!!!
Giovedì 24/01 Ore 18:30
Lunedì 28/01 Ore 16:00 - 21:30
In Spagnolo con sottotitoli in Italiano

"SANTIAGO, ITALIA" di Nanni Moretti
Lunedì 28/01 Ore 18:30 - 20:00
Martedì 29/01 Ore 15:30 - 21:30

Per ulteriori informazioni: www.cinemaspaziouno.it