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mercoledì 25 dicembre 2024
Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
07-02-2019
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:
"IL PROFESSORE CAMBIA SCUOLA" di Olivier Ayache-Vidal Diretto con mano sicura da Olivier Ayache-Vidal, "Il Professore Cambia Scuola" è frutto di un approfondito e curato lavoro di indagine da parte di Vidal, regista con un robustissimo passato di giornalista e analista, che con questo film va oltre l’abusata e già vista commedia di matrice scolastica. Ambizioso nel suo piccolo, infatti, il film ci mostra un microcosmo che rappresenta in modo perfetto il tragico macrocosmo di gran parte del sistema scolastico europeo, soffocato da programmi obsoleti, strutture fatiscenti, docenti senza motivazioni e in generale da un’incapacità da parte del sistema di aggiornarsi, di venire incontro a quel crogiolo di problematiche che sono i giovani di oggi. Mai retorico o zuccheroso, il film ha in Podalydès un mattatore fantastico e commovente, credibile e mai neppure per un istante capace di farsi né odiare né amare del tutto, quanto piuttosto di condensare su di sé tutti i pregi e i difetti che un insegnante può avere. Mix riuscito tra realtà e finzione (molti dei giovanissimi attori sono davvero studenti della scuola in cui è ambientato il film), "Il Professore Cambia Scuola" non commette l' errore di idealizzare o banalizzare i giovani di oggi, quanto piuttosto di mostrarcene con sguardo realista, ma mai cinico, il difficile percorso di crescita. Un percorso che nella Francia di oggi è tanto più problematico quanto più è connesso ad un tessuto sociale dove i figli della seconda e terza generazione di extraeuropei soffrono ancora della stessa identica mancanza di prospettiva, speranza e fiducia che si riflette su quell’immenso alveare decadente dove son costretti a passare sostanzialmente tutta la vita. Questo film è un genuino ritratto delle deficienze (ma anche delle possibili soluzioni) della scuola moderna, chiamata ad essere qualcosa di più di uno spazio di assorbimento delle nozioni, quanto il punto cardine di un’integrazione e sviluppo della personalità, per quei futuri cittadini europei di domani.
"VICE - L'uomo nell'ombra" di Adam McKay Dopo "La grande scommessa", film che entrava nei meccanismi del crack finanziario del 2008 e che gli valse l’Oscar per la migliore sceneggiatura, Adam McKay si concentra questa volta su 50 anni di politica americana: per farlo porta sotto i riflettori uno dei personaggi chiave, notoriamente “nell’ombra”, artefice del più grande cambiamento nella storia della democrazia statunitense all’indomani dell’attacco alle Twin Towers dell’11 Settembre. Come per il film precedente, McKay si affida a Christian Bale – chiamato ad una spaventosa trasformazione camaleontica come già accaduto nel corso della sua carriera – per interpretare il protagonista, affiancandogli un altrettanto straordinaria Amy Adams: l’attrice è Lynne Cheney, moglie di Dick e vera forza motrice per la sua continua ascesa. Con uno stile ormai riconoscibile, frantumando di nuovo le convenzioni narrative più ovvie, sgretolando la quarta parete e utilizzando un narratore atipico -l’uomo della strada americano- McKay realizza un’altra, incredibile partitura: "Vice" è un’opera jazz sorprendente, capace di saltare con disinvoltura dal terrore dell’11 Settembre ai gargarismi davanti allo specchio prima di andare a dormire, mostrando senza alcun timore gli aspetti più intimi di un uomo, da un lato marito e padre amorevole, dall’altro stratega senza scrupoli, capace di mistificare senza alcuna vergogna le ragioni alla base di alcune tra le pagine più dolorose della politica interna ed estera degli Stati Uniti, dalle torture di Guantanamo alla guerra in Iraq, passando per il controllo informatico e telematico dell’intera popolazione. "Vice" -candidato a 8 Premi Oscar- è una biografia (ovviamente non autorizzata) appassionante e incisiva, capace di intrattenere, ma anche e soprattutto di far riflettere. È un grande film di attori, soprattutto, dove oltre ai due già citati Bale e Adams, rivestono un ruolo non secondario Steve Carell e Sam Rockwell.
"ROMA" di Alfonso Cuaròn In "Roma" è difficile resistere alla commovente vicenda della domestica Cleo e del suo talvolta ottuso attaccamento alla famiglia che custodisce. Alfonso Cuarón ricorda la sua infanzia a Città del Messico, quando papà era sempre in viaggio d'affari, mamma Sofia accumulava libri tremando al pensiero di perdere quell'uomo, nei cinema fumosi si pomiciava e la domestica Cleo puliva costantemente le cacche dei cani dal vialetto. È un film sulla donna, l'ennesimo di questa Venezia di registi che inquadrano, con potenza, più Lei che Lui. Cuarón, regista di film diversissimi, da "Y tu mama también" a un "Harry Potter", per il suo dramma sociale sceglie un luccicante bianco e nero, inquadrature e movimenti di macchina accuratissimi. Se si potesse riassumere questo film straordinario in una parola sarebbe sicuramente: REALTÀ. Il Leone d’oro 2018 è un premio alla verità, raccontata senza schemi e senza veli dal regista. E' un racconto sincero, puro, vero. La sceneggiatura è tratta direttamente dalla memoria del regista che, per non rovinare la purezza del ricordo, si è servito di attori non professionisti e metodi di ripresa poco ortodossi: era il solo a conoscere la sceneggiatura per intero, gli attori la scoprivano giorno per giorno. Secondo Cuarón, infatti, nella vita «non si può davvero pianificare come reagire alle situazioni» e catturare in un film tali reazioni spontanee, non è semplice. Nel film i personaggi sono messi di fronte alla durezza della vita in più di un’occasione. Le loro potenti reazioni agli eventi, non sono frutto solo dell’intelligente direzione di Cuarón, ma anche di un inaspettato talento nella recitazione. Ed è per questo che durante la visione di "Roma", non si potrà fare a meno di sorridere, ridere e piangere insieme agli attori. Il dolore che il film racconta, è un dolore universale, che tutti conosciamo. L’effetto è lo stesso di un pugno nello stomaco, inflitto però da scene di una bellezza disarmante.
"COLD WAR" di Pawel Pawlikowski Cold War è un'appassionata storia d'amore tra un uomo e una donna che si incontrano nella Polonia del dopoguerra ridotta in macerie. Provenendo da ambienti diversi e avendo temperamenti opposti, il loro rapporto è complicato, eppure sono fatalmente destinati ad appartenersi. Negli anni '50, durante la Guerra Fredda, in Polonia, a Berlino, in Yugoslavia e a Parigi, la coppia si separa più volte per ragioni politiche, per difetti caratteriali o solo per sfortunate coincidenze: una storia d'amore impossibile in un'epoca difficile.
"VICE - L'uomo nell'ombra" di Adam McKay >> 8 CANDIDATURE AGLI OSCAR!!! Lunedì 11/02 Ore 15:45 - 21:20 Martedì 12/02 Ore 16:50 - 21:30
"ROMA" di Alfonso Cuaròn >>Leone d'Oro alla Mostra di Venezia come Miglior Film >>Vincitore di 2 Golden Globes: Miglior Film Straniero e Migliore Regia >> 10 CANDIDATURE AGLI OSCAR!!! Martedì 12/02 Ore 19:10 Mercoledì 13/02 Ore 15:30 In Spagnolo con sottotitoli in Italiano
"COLD WAR" di Pawel Pawlikowski >> 3 CANDIDATURE AGLI OSCAR!!! Lunedì 11/02 Ore 18:10 - 19:45 Martedì 12/02 Ore 15:15