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giovedì 21 novembre 2024
Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
28-02-2019
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:
"GREEN BOOK" di Peter Farrelly Proprio là dove sembra impossibile, nell’America retrograda dei primi anni '60 tra misoginia, omofobia e odio razziale, nasce un rapporto di amicizia, lealtà e rispetto reciproco che va al di là del colore della pelle, delle tendenze sessuali e delle differenze culturali. Ispirato a una storia vera, "Green book" è un film on the road che concilia gli opposti. Tony Lip (Viggo Mortensen) è un buttafuori italoamericano del Bronx dagli atteggiamenti mafiosi che si guadagna da vivere grazie alla sua innata capacità di raccontare balle. Riceve un’offerta di lavoro che mai avrebbe pensato di accettare: essere l’autista di un nero per una tournée nel profondo Sud. Don Shirley (Mahershala Ali) è un tormentato pianista di musica classica imprigionato in un cono d’ombra: la sua educazione è quella di un bianco aristocratico e nulla lo accomuna, al di là del colore della pelle, alla condizione degli afroamericani, confinati nell’ignoranza e nella povertà. Il rifiuto di un’etichetta, il suo essere né bianco né nero, e al contempo il bisogno di appartenere a una comunità che lo rappresenti come individuo, rivestono un ruolo fondamentale nella scelta di affrontare il viaggio. Sulla consapevolezza dei rischi e delle situazioni spiacevoli con cui si dovrà confrontare, prevale il desiderio di cambiare la mentalità delle persone. Ma è davvero necessario far parte di qualcosa per essere accettati? Sarà proprio Tony ad aiutarlo in tutto questo suo faticoso cammino: con la sua innata allegria e attraverso la condivisione del cibo, della convivialità, aspetto -questo- che nel film mette in una gran bella luce la cultura italiana del calore umao e della generosità. Peter Farrelly arriva dritto al punto con ironia sagace, grazie alla chimica travolgente che si crea tra Ali e Mortensen. Quest’ultimo ancora una volta dà prova di grande versatilità. "Green book" è una storia del passato ancora molto attuale" -ha detto Viggo Mortensen- non dice al pubblico cosa pensare, non è un’imposizione, ma un invito a riflettere sulla banalità dei pregiudizi e delle prime impressioni".
"LA FAVORITA" di Yorgos Lanthimos C'è una sottile vena di ironia che attraversa il cinema di Yorgos Lanthimos: un'ironia talvolta appena percettibile, di regola nerissima, che conferisce un senso di strana dissonanza alle opere del regista greco, caratterizzate da una forza drammatica declinata di volta in volta fra il surreale, la distopia e l'horror. Alla luce di questo percorso, tanto radicale quanto costante, una pellicola quale "La Favorita" può apparire come un punto di svolta, o comunque una variante piuttosto bizzarra: sia per la sua afferenza al genere del film storico, un territorio non ancora esplorato da Lanthimos, sia per la scelta di un insolito registro brillante. Eppure "La Favorita", interpretato da Emma Stone e Rachel Weisz e presentato in concorso alla settantacinquesima edizione della Mostra di Venezia, non tarda a rivelare la propria intima natura, collocandosi alla perfezione all'interno della filmografia dell'autore di "Dogtooth", "The Lobster" e "Il sacrificio del cervo sacro": perché anche in questo caso Lanthimos offre il suo sguardo, impietoso e amarissimo, sulle miserie morali della società, teatro dell'ennesimo gioco al massacro consumato secondo le regole del più feroce dei rituali. Yorgos Lanthimos applica la sua visione nichilista ad un trio tutto al femminile e a una società teatro di sanguinosi conflitti di classe. E proprio perché il contesto e le tre protagoniste hanno motivi condivisibili per essere spietate, la storia esce dall'astrazione metafisica che aveva caratterizzato i lavori precedenti del regista. "La Favorita" è calato in un contesto storico e politico ben preciso, e racconta senza troppe esagerazioni la condizione femminile come un percorso a ostacoli all'interno di un mondo patriarcale che lascia alle donne pochissimi spazi di manovra, e ancor minori difeseL'unica donna che conta, qui, è la regina, ma questo non la sottrae alle logiche del potere declinato al maschile, che si esprime al grado zero con l'ennesima guerra.
"ROMA" di Alfonso Cuaròn In "Roma" è difficile resistere alla commovente vicenda della domestica Cleo e del suo talvolta ottuso attaccamento alla famiglia che custodisce. Alfonso Cuarón ricorda la sua infanzia a Città del Messico, quando papà era sempre in viaggio d'affari, mamma Sofia accumulava libri tremando al pensiero di perdere quell'uomo, nei cinema fumosi si pomiciava e la domestica Cleo puliva costantemente le cacche dei cani dal vialetto. È un film sulla donna, l'ennesimo di questa Venezia di registi che inquadrano, con potenza, più Lei che Lui. Cuarón, regista di film diversissimi, da "Y tu mama también" a un "Harry Potter", per il suo dramma sociale sceglie un luccicante bianco e nero, inquadrature e movimenti di macchina accuratissimi. Se si potesse riassumere questo film straordinario in una parola sarebbe sicuramente: REALTÀ. Il Leone d’oro 2018 è un premio alla verità, raccontata senza schemi e senza veli dal regista. E' un racconto sincero, puro, vero. La sceneggiatura è tratta direttamente dalla memoria del regista che, per non rovinare la purezza del ricordo, si è servito di attori non professionisti e metodi di ripresa poco ortodossi: era il solo a conoscere la sceneggiatura per intero, gli attori la scoprivano giorno per giorno. Secondo Cuarón, infatti, nella vita «non si può davvero pianificare come reagire alle situazioni» e catturare in un film tali reazioni spontanee, non è semplice. Nel film i personaggi sono messi di fronte alla durezza della vita in più di un’occasione. Le loro potenti reazioni agli eventi, non sono frutto solo dell’intelligente direzione di Cuarón, ma anche di un inaspettato talento nella recitazione. Ed è per questo che durante la visione di "Roma", non si potrà fare a meno di sorridere, ridere e piangere insieme agli attori. Il dolore che il film racconta, è un dolore universale, che tutti conosciamo. L’effetto è lo stesso di un pugno nello stomaco, inflitto però da scene di una bellezza disarmante.
Ecco il dettaglio degli orari: "GREEN BOOK" di Peter Farrelly >>PREMIO OSCAR COME MIGLIOR FILM!!! Giovedì 28/02 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15 Venerdì 01/03 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15 Sabato 02/03 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15 Domenica 03/03 Ore 16:00 - 18:30 - 21:15 Martedì 05/03 Ore 16:00 - 21:15 Mercoledì 06/03 Ore 16:15 - 21:15 In Inglese con sottotitoli in Italiano
"LA FAVORITA" di Yorgos Lanthimos >>PREMIO OSCAR A OLIVIA COLMAN COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA Lunedì 04/03 Ore 19:00 Mercoledì 06/03 Ore 19:00 In Inglese con sottotitoli in Italiano
"ROMA" di Alfonso Cuaròn >>PREMIO OSCAR COME MIGLIOR FILM STRANIERO, MIGLIORE REGIA E MIGLIORE FOTOGRAFIA >>Leone d'Oro alla Mostra di Venezia come Miglior Film Lunedì 04/03 Ore 16:15 - 21:15 Martedì 05/03 Ore 18:45 In Spagnolo con sottotitoli in Italiano