Città di Firenze
Home > Webzine > Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
giovedì 21 novembre 2024

Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze

18-04-2019
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:

"LE INVISIBILI" di Louis-Julien Petit
Profondamente toccato dal libro di Claire Lajeunie ("Sur la route des invisibles: Femmes dans la rue"), il regista francese Louis-Julien Petit trascorre un anno nei centri di accoglienza per raccogliere testimonianze e realizza un film che dona voce alle donne dimenticate dal mondo e a quelle che le sostengono. C’è un mondo parallelo al nostro di cui  abbiamo scarsa cognizione, che galleggia in un mare di travaglio esistenziale ma dotato di una dignità che fa meravigliare e riflettere. Rifacendosi alla tradizione del film sociale di cui i britannici sono portabandiera, in pieno stile Ken Loach o Stephen Frears, il regista sceglie saggiamente la commedia, velata di sottile ironia, come genere più adatto per raccontare le storie di un mondo ai margini così pieno di sfumature, focalizzando l’attenzione sulla coesione e il sentore comune del gruppo di queste donne invisibili che nella sola Francia rappresentano il 40% dei clochards. E’ una intensa carrellata di volti segnati da una vita dura, di un’umanità dolente ma mai sfiorata dall’auto commiserazione ma in cerca di riscatto e del proprio posto nel mondo. Evitando con garbo il rischio di scadere nel pietismo melenso o nella compassione, il regista tratteggia approfonditamente caratteri, emozioni e complessità dei personaggi e lancia un messaggio di speranza nel futuro. Radioso come "Discount", il nuovo film di Louis-Julien Petit volge una suggestiva materia documentaria in una brillante commedia sociale. E tutto funziona a meraviglia, a partire dal casting condotto da quattro attrici resistenti: Audrey Lamy, Corinne Masiero, Déborah Lukumuena e Noémie Lvovsky. Al loro fianco una dozzina di donne che hanno conosciuto la precarietà e la strada, attrici non professioniste le cui vite hanno in alcuni casi ispirato il loro ruolo.

"BORDER - Creature di confine" di Ali Abbasi
Il secondo lungometraggio di Ali Abbasi, vincitore della sezione "Un Certain Régard" all'ultimo Festival di Cannes, è senza dubbio il film più strano e inquietante che vedremo quest'anno: sorprendente e immaginifico, è un fantasy con profondi solchi nel genere drammatico. Vestito da fiaba nera, è un inno alla natura intesa non solo come sistema totale degli esseri viventi ma anche della scoperta di sé per il raggiungimento della felicità. Grazie a una costante lotta interiore, infatti, in Border fiorisce la ricerca della propria identità ma anche la consapevolezza e la forza di scegliere il proprio destino. Il film è tratto dal racconto "Gräns" di John Ajvide Lindqvist, già autore del romanzo horror "Lasciami entrare". Lo stesso regista ha affermato «Vedo gli esseri umani come animali particolarmente evoluti e mi  interessano tutte quelle situazioni in cui i nostri istinti bestiali cozzano contro la struttura della società». La protagonista Tina (interpretata da una bravissima Eva Melander) è proprio questo: una donna dotata di eccezionali istinti e che vive con disagio il suo posto all’interno della società. Al suo stato sofferto seguirà una rivelazione spiazzante e sbalorditiva che ammalia lo spettatore e che, al tempo stesso, lo disgusta, lo stordisce per poi conquistarlo ancora. L'esistenza di Tina è fatta soltanto di vergogna e rabbia repressa. La vita anonima di questa donna "anormale", filmata con stile crudo dal regista, si trascina nell'infelicità finché ad attraversare il confine tra Finlandia e Svezia è proprio Vore, che le manda letteralmente in tilt quell’olfatto infallibile, facendole sentire un odore sconosciuto. Vore non è come tutti gli altri perché è come lei, sgraziato e inquietante, con un che di animalesco per lei molto attraente. È la prima volta che Tina vede un suo simile...Prima che il film sveli il mistero, proprio per bocca di Vore che è in uno stadio più avanzato di consapevolezza, tutto fa pensare che si tratti di due ominidi, due Neanderthal sfuggiti chissà come all’estinzione: sono come noi ma non del tutto, simili eppure differenti. È temerario mescolare l'horror con il realismo sociale e la mitologia nordica. Ma questa è una fiaba che milita contro la dittatura dell'apparenza e l'esclusione del "diverso". "Border" è un film indimenticabile, un’esplosione di emozioni, un tortuoso percorso che riesce a mettere a nudo l’animo della protagonista e a regalare uno squarcio di libertà al pubblico. Unico e profondo, il film è un’ottima rappresentazione del sentirsi in perfetta armonia con la natura e un tutt’uno con l’universo.

"LA CASA DI JACK - Uncut Version" di Lars Von Trier
Lars von Trier torna con un nuovo film molto atteso. Presentato come un susseguirsi di scene ultra-violente e insostenibili, "La casa di Jack" è un capolavoro, un film monumentale e allo stesso tempo intimo, intriso di umorismo nero, dubbi e domande. Si svolge negli Stati Uniti degli anni ‘70, per un periodo di dodici anni. Un uomo, Jack (Matt Dillon, impressionante dall’inizio alla fine), attraversa cinque episodi. Il film è strutturato in capitoli (“incidenti”, che significano omicidi). La storia è vissuta dal punto di vista di Jack, una persona tanto brillante quanto mostruosa, inquietante e tormentata. Considera ogni omicidio come un’opera d’arte. Nel corso del film, scopriamo i problemi personali di Jack, entriamo nei suoi pensieri attraverso una sua conversazione con un estraneo, Verge. Un mix grottesco di sofismi, autocommiserazione quasi infantile e spiegazioni dettagliate delle manovre pericolose e difficili di Jack. È facile vedere "La casa di Jack" come un autoritratto di Lars von Trier, in cui il crimine è paragonato a un atto creativo. Questa lettura è incoraggiata dal regista che più volte ha presentato il film come un atto processuale speciale. E torna -senza scuse- sui suoi errori, dopo la celebre conferenza stampa di Melancholia, nel 2011, che lo portò a essere escluso dal Festival di Cannes per sette anni. Ma sarebbe riduttivo giudicare il film sull’unico metro della provocazione. Questo nuovo film Von Trier sorprende continuamente per la sua ispirazione folle, ma propone anche una riflessione “vertiginosa” sulla creazione e il male. All’inizio del 2014, von Trier aveva deciso che il suo prossimo progetto sarebbe stato un film sull’inferno. Dopo lunghe ricerche sulle diverse rappresentazioni e significati dell’inferno, concluse che la vera domanda che lo interessava non era il motivo per cui qualcuno viene condannato all’inferno, ma perché è mandato all’inferno. Questo è il motivo per cui il lavoro preliminare lo ha portato a documentare vari casi di assassini psicopatici e serial killer e a condurre al personaggio centrale di Jack, mentre tutti i suoi film hanno avuto donne come protagoniste. Il cambio di prospettiva indica chiaramente il valore autobiografico di questo nuovo film.  Von Trier non è tipo da autocensurarsi, perciò "La casa di Jack" contiene tutti gli omicidi, le torture e le atrocità perpetrate da Jack, principalmente su donne e bambini. La preparazione e l’esecuzione degli omicidi sono intervallati da conversazioni in voice-over tra Jack e il suo misterioso interlocutore, Verge: l’opportunità di rivisitare i ricordi d’infanzia di Jack, di ascoltare varie favole e storie e di partecipare a conversazioni in cui l’assassino si esprime, senza ritegno, su arte, omicidio, donne e altri soggetti, spesso suscitando la disapprovazione di Verge che si rivelerà essere l’equivalente di  Virgilio che guidò Dante nel viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Festival del Cine Español:"ALACRAN ENAMORADO" di Santiago Zannou
In una Madrid notturna e carica di furore, un ragazzo della periferia entra a far parte di una palestra di pugilato. Qui trova una via di fuga dove canalizzare la propria energia ma, ben presto i vecchi amici, legati a gruppi di estrema destra, lo portano verso una deriva incontrollabile. Adattamento per lo schermo del racconto di Carlos Bardem.

Festival del Cine Español:"LA MANO INVISIBLE" di David Maciàn
In un magazzino vengono assunte undici persone che devono eseguire il loro lavoro di fronte a un pubblico che li osserva. Non sanno però a quale esperimento macabro stiano andando incontro e chi muoverà le fila di ciò che accade, rendendosi protagonisti di una rappresentazione a metà tra l'opera teatrale e un reality show.


Ecco il dettaglio degli orari:
"LE INVISIBILI" di Louis-Julien Petit
Giovedì 18/04 Ore 15:40 - 17:30 - *19:20 - 21:15
Venerdì 19/04 Ore 15:40 - *19:30 - 21:20
Sabato 20/04 Ore 15:40 - *17:30 - 21:30
Domenica 21/04 Ore *15:40 - 17:30 - 21:30
Lunedì 22/04 Ore 15:40 - 17:30
Le proiezioni in blu sono in Francese con sottotitoli

"BORDER - Creature di confine" di Ali Abbasi
Venerdì 19/04 Ore 17:30
Sabato 20/04 Ore 19:20
Domenica 21/04 Ore 19:20
Lunedì 22/04 Ore 19:20

"LA CASA DI JACK - Uncut Version" di Lars Von Trier
Lunedì 22/04 Ore 21:20 V.M. 18
In Inglese con sottotitoli in Italiano

Festival del Cine Español:"ALACRAN ENAMORADO" di Santiago Zannou
Martedì 23/04 Ore 16:15 - 21:30 Ingresso €6,50
In Spagnolo con sottotitoli in Italiano

Festival del Cine Español:"LA MANO INVISIBLE" di David Maciàn
Martedì 23/04 Ore 18:10 - 19:50 Ingresso € 6,50
In Spagnolo con sottotitoli in Italiano

Per ulteriori informazioni: www.cinemaspaziouno.it