Un omicidio diventa lo spunto per riflettere e fantasticare sulla società nel film di Denys Arcand "
La caduta dell'impero americano" in programma
dal 30 Aprile al
cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10).
Pierre-Paul ha 36 anni ma nonostante un dottorato in filosofia deve lavorare come fattorino per tirar su uno stipendio appena decente. Un giorno, durante una consegna, si ritrova suo malgrado sulla scena di una rapina finita male, che lascia sull’asfalto due morti e altrettanti borsoni pieni di soldi. Cosa fare? Restare a mani vuote, o prenderli e scappare?
Può un regista ultrasettantenne girare un film come se fosse un trentenne? Se ti chiami Denys Arcand, sì. Il cineasta del Quebec è riuscito a crearsi una sua nicchia di riflessione sociale e filmica in cui mette letteralmente a nudo la società contemporanea, analizzandone dilemmi e contraddizioni di fronte ad un mondo che cambia troppo velocemente. Nel 2004 ha anche vinto l'Oscar al miglior film straniero per "Le invasioni barbariche". L'evoluzione di questo percorso cinematografico si concretizza con "La caduta dell'Impero americano". Il film si apre su un meraviglioso dialogo tra il protagonista e la sua ragazza, poco prima della fine della loro relazione: “Sono troppo intelligente per avere successo”, afferma Pierre-Paul, convinto che l’intelligenza in realtà sia un handicap. Da qui in poi sarà tutto un concentrato a metà strada tra favola sociale e accusa al sistema capitalistico, senza voler mai sbilanciarsi troppo da un lato o dall’altro: c’è una sorta di tenera ingenuità nel racconto, dove i protagonisti sembrano fare a gara a chi ha il cuore più d’oro, ed è bello poter tifare per i “buoni”, come nei film di una volta. Alla fine è proprio questa dolcezza a rendere il film gradevole, bello e soprattutto divertente. In questa "rapina a mano armata" il regista ci mostra uno spaccato della società canadese che soli pochi chilometri di confine hanno salvato da un'apparente grettezza insita nell'animo statunitense. E da questo punto di vista la stessa vicenda narrata appare un pretesto per disegnare un affresco in cui ogni personaggio rappresenta un fenomeno, una conseguenza sociale, un'occasione di critica ed autocritica. Un contesto in cui l'happy ending e le certezze cementate del sogno americano sono solo una pia illusione. In questo affresco, dunque, in questa forte e convinta idea di società di Arcand, il cineasta realizza una pellicola magistrale nella sua vigoria e nel suo voler raccontare una storia innovativa attraverso pensieri e filosofie narrative ormai consolidate da decenni. In questa storia non ci sono vincitori, non ci sono vinti. ci sono solo dubbi. Ma l'impressione che il regista provi amarezza e si senta uno sconfitto resta viva nell'aria. E' la contraddizione di una società che (forse) sta per finire, e l'indeterminatezza del pensiero che però (quanto mai come in questo film) si rende una bellissima opera di cinema per tutti noi.
Programma
Martedì 30 Aprile - Ore 15.20 - 17.30 - 21.35
Mercoledì 01 Maggio - Ore 16.15 - 18.45
Giovedì 02 Maggio - Ore 16.15 - 19.00 - 21.15
Venerdì 03 Maggio - Ore 15.00 - 17.15
Sabato 04 Maggio - Ore 15.20 - 17.30 - 21.35
Domenica 05 Maggio - Ore 15.30 - 21.30
Lunedì 06 Maggio - Ore 18.45
Martedì 07 Maggio - Ore 16.15
Mercoledì 08 Maggio - Ore 21.40
Per ulteriori informazioni:
www.cinemaspaziouno.it