Il documentario “La città che cura” della regista Erika Rossi, prodotto da Tico Film, vincitore della Borsa di Sviluppo Premio Solinas Documentario per il Cinema 2017 e inserito nella sezione Documentari Fuori Concorso della 30° edizione del Trieste Film Festival, arriva dal 9 maggio nelle sale italiane distribuito da Lo Scrittoio e Tico Film.
“La città che cura” inizierà il tour nella città di Firenze, dove è in programma al cinema La Compagnia (via Cavour 50/rosso) alle ore 21.00. La proiezione sarà seguita dall’intervento della regista Erika Rossi e del Direttore Struttura Complessa Salute Mentale Adulta USL Toscana Centro Vito D’Anza. Il tour proseguirà poi nelle città di Roma e Milano.
Lo Scrittoio e Tico Film insieme a Collana 180 delle Edizioni Alpha Beta Verlag, la regista Erika Rossi e le autrici del libro, hanno infatti deciso di dare vita ad un progetto sinergico di diffusione de “La città che cura” che travalichi la semplice distribuzione cinematografica, cercando di creare momenti di approfondimento e discussione attorno ad un tema imprescindibile e socialmente sensibile.
Il documentario prende spunto da un progetto di salute sul territorio di eredità basagliana in una periferia come tante, quella del quartiere di Ponziana a Trieste, in cui la solitudine e le difficoltà rendono la vita degli abitanti sempre più difficile. Attraverso le vite di Plinio, un anziano pianista ipocondriaco che non vuole più uscire di casa, di Roberto che affronta la fatica di vivere dopo un grave ictus, di Maurizio che paga lo scotto di una vita di eccessi, ci si accosta all’innovativo progetto di salute pubblica presente nel quartiere secondo cui “curare” significa creare relazioni, conoscere le persone e i loro bisogni, stare insieme e condividere i problemi di ogni giorno: così si aprono nuove opportunità, nuovi scenari di vita in cui mettersi nuovamente in gioco. Il ritmo delle vite di ciascuno dei protagonisti, scandisce poeticamente il documentario che non arretra di fronte al dovere di un fare cinema che è anche denuncia e testimonianza. Restituendo così ai “pazienti” e agli “operatori” autenticità e valore, e allo spettatore la speranza nella consapevolezza che nessuno deve restare solo ed esiste una via perché ciò accada.
Il film deve il suggestivo titolo al libro “La città che cura. Microaree e periferie della salute” (Collana 180 Edizioni Alphabeta Verlag, 2018) a cura di Giovanna Gallio e Maria Grazia Cogliati Dezza, che racconta un progetto di salute pubblica che non ha eguali in tutta Europa. Ciò che infatti si mette in pratica da dieci anni nella città di Trieste, implica una nuova visione del mondo, un’attitudine, un modo di essere, che accomunano tutti coloro che sono parte attiva del progetto: qui si affronta un nodo centrale del ‘fare salute’, la formazione di operatori e tecnici capaci di mettersi in discussione e di riportare l’attenzione sulle vite delle persone, senza vederle solo attraverso la lente della malattia. Il fatto che la salute delle persone passi attraverso il loro benessere emotivo e relazionale è un concetto tanto semplice e intuitivo, quanto innovativo e rivoluzionario nelle sue implicazioni.
Per maggiori informazioni: www.cinemalacompagnia.it - www.scrittoio.net