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mercoledì 24 aprile 2024

Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze

09-05-2019
Ecco la programmazione del cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), questa settimana saranno proiettati i seguenti film:

"LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO" di Denys Arcand
Può un regista ultrasettantenne girare un film come se fosse un trentenne? Se ti chiami Denys Arcand, sì. Il cineasta del Quebec è riuscito a crearsi una sua nicchia di riflessione sociale e filmica in cui mette letteralmente a nudo la società contemporanea, analizzandone dilemmi e contraddizioni di fronte ad un mondo che cambia troppo velocemente. Nel 2004 ha anche vinto l'Oscar al miglior film straniero per "Le invasioni barbariche". L'evoluzione di questo percorso cinematografico si concretizza con "La caduta dell'Impero americano". Il film si apre su un meraviglioso dialogo tra il protagonista e la sua ragazza, poco prima della fine della loro relazione: “Sono troppo intelligente per avere successo”, afferma Pierre-Paul, convinto che l’intelligenza in realtà sia un handicap. Da qui in poi sarà tutto un concentrato a metà strada tra favola sociale e accusa al sistema capitalistico, senza voler mai sbilanciarsi troppo da un lato o dall’altro: c’è una sorta di tenera ingenuità nel racconto, dove i protagonisti sembrano fare a gara a chi ha il cuore più d’oro, ed è bello poter tifare per i “buoni”, come nei film di una volta. Alla fine è proprio questa dolcezza a rendere il film gradevole, bello e soprattutto divertente. In questa "rapina a mano armata" il regista ci mostra uno spaccato della società canadese che soli pochi chilometri di confine hanno salvato da un'apparente grettezza insita nell'animo statunitense. E da questo punto di vista la stessa vicenda narrata appare un pretesto per disegnare un affresco in cui ogni personaggio rappresenta un fenomeno, una conseguenza sociale, un'occasione di critica ed autocritica. Un contesto in cui l'happy ending e le certezze cementate del sogno americano sono solo una pia illusione. In questo affresco, dunque, in questa forte e convinta idea di società di Arcand, il cineasta realizza una pellicola magistrale nella sua vigoria e nel suo voler raccontare una storia innovativa attraverso pensieri e filosofie narrative ormai consolidate da decenni. In questa storia non ci sono vincitori, non ci sono vinti. ci sono solo dubbi. Ma l'impressione che il regista provi amarezza e si senta uno sconfitto resta viva nell'aria. E' la contraddizione di una società che (forse) sta per finire, e l'indeterminatezza del pensiero che però (quanto mai come in questo film) si rende una bellissima opera di cinema per tutti noi.

"LE INVISIBILI" di Louis-Julien Petit
Profondamente toccato dal libro di Claire Lajeunie ("Sur la route des invisibles: Femmes dans la rue"), il regista francese Louis-Julien Petit trascorre un anno nei centri di accoglienza per raccogliere testimonianze e realizza un film che dona voce alle donne dimenticate dal mondo e a quelle che le sostengono. C’è un mondo parallelo al nostro di cui  abbiamo scarsa cognizione, che galleggia in un mare di travaglio esistenziale ma dotato di una dignità che fa meravigliare e riflettere. Rifacendosi alla tradizione del film sociale di cui i britannici sono portabandiera, in pieno stile Ken Loach o Stephen Frears, il regista sceglie saggiamente la commedia, velata di sottile ironia, come genere più adatto per raccontare le storie di un mondo ai margini così pieno di sfumature, focalizzando l’attenzione sulla coesione e il sentore comune del gruppo di queste donne invisibili che nella sola Francia rappresentano il 40% dei clochards. E’ una intensa carrellata di volti segnati da una vita dura, di un’umanità dolente ma mai sfiorata dall’auto commiserazione ma in cerca di riscatto e del proprio posto nel mondo. Evitando con garbo il rischio di scadere nel pietismo melenso o nella compassione, il regista tratteggia approfonditamente caratteri, emozioni e complessità dei personaggi e lancia un messaggio di speranza nel futuro. Radioso come "Discount", il nuovo film di Louis-Julien Petit volge una suggestiva materia documentaria in una brillante commedia sociale. E tutto funziona a meraviglia, a partire dal casting condotto da quattro attrici resistenti: Audrey Lamy, Corinne Masiero, Déborah Lukumuena e Noémie Lvovsky. Al loro fianco una dozzina di donne che hanno conosciuto la precarietà e la strada, attrici non professioniste le cui vite hanno in alcuni casi ispirato il loro ruolo.

"CYRANO MON AMOUR" di Alexis Michalik
Come fare a sottrarsi alla tentazione, quando è l’unica cosa che muove la tua penna? Specie se si è all’ultima occasione di ottenere successo e memoria imperitura. Cos’è, in fondo, a ispirare uno scrittore? Nel 1897 Edmond Rostand, poeta inquieto e misconosciuto di ventinove anni, si ispirava liberamente al fantasma di uno scrittore dimenticato, Cyrano de Bergerac, per scrivere un dramma eroico e melanconico che farà la gloria del Théâtre de la Porte Saint-Martin. "Cyrano, mon amour", di Alexis Michalik, è la storia di come e perché fu scritta la più celebre opera teatrale della storia della Francia. Non sorprende che, in Italia, il titolo sia tanto didascalico mentre, in madrepatria, sia solo “Edmond”, dal nome di Rostand, autore immortale del "Cyrano de Bergerac". La commedia, va detto, ricorre a piene mani dal genere biografico-artistico, secondo cui la vita del tale autore è fonte spontanea e decisiva nel concepire le più grandi opere del nostro immaginario (Romeo e Giulietta, Orgoglio e Pregiudizio, Mary Poppins). Si tratta di un’evidente forzatura, ma giocata con sufficiente eleganza da non pesare, persino nel prendersi qualche licenza storica importante. Si capisce che l’obiettivo del regista non è documentaristico, ma di intrattenimento. E intrattiene con successo. L’ironia, come la tensione in un grande film action, non cala mai, sostenuta da un cast variopinto e azzeccato. Emoziona e fa sorridere vedere fino a che punto il Rostand di Michalik si troverà nei panni improvvisati del suo stesso Cyrano, prim’ancora che questo nascesse. Il tutto, ovviamente, fino all’esplosiva conclusione, la prima rappresentazione, che segnerà un punto di svolta nella storia del teatro nazionale e mondiale. A questo punto, la regia centra l’ennesima intuizione: tanta è l’immersione del pubblico diegetico (nel teatro del 1897) e extradiegetico (noi al cinema oggi) che la scena teatrale si trasforma in un film nel film, per l’ultimo commovente atto. Non importa che l’epilogo faciliti un po’ troppo lo scioglimento del conflitto. La magia del Cyrano ha fatto il suo corso, di nuovo e per la prima volta.


Ecco il dettaglio degli orari:
"LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO" di Denys Arcand
Giovedì 09/05 Ore 16:00 - 19:00
Venerdì 10/05 Ore 21:30
Sabato 11/05 Ore 15:45
Domenica 12/05 Ore 17:30 - 21:35
Lunedì 13/05 Ore 19:00
Martedì 14/05 Ore 16:00 - 21:15
Mercoledì 15/05 Ore 21:15

"LE INVISIBILI" di Louis-Julien Petit
Venerdì 10/05 Ore 15:45 - 19:40
Sabato 11/05 Ore 18:00 - 19:45
Domenica 12/05 Ore 19:45
Lunedì 13/05 Ore 16:30
Mercoledì 15/05 Ore 17:20 - 19:15

"CYRANO MON AMOUR" di Alexis Michalik
Giovedì 09/05 Ore 21:15
Venerdì 10/05 Ore 17:35
Sabato 11/05 Ore 21:35
Domenica 12/05 Ore 15:30
Lunedì 13/05 Ore 21:20
Martedì 14/05 Ore 19:00
Mercoledì 15/05 Ore 15:30

Per ulteriori informazioni: www.cinemaspaziouno.it