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giovedì 21 novembre 2024
Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
24-10-2019
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), dal 24 al 30 Ottobre 2019 saranno proiettati i seguenti film:
"YULI - Danza e Libertà" di Icìar Bollaìn La regista basca Icíar Bollaín porta sullo schermo l’autobiografia di Acosta "No Way Home" replicando nel film la struttura del testo di partenza: lo stesso Acosta è presente in scena come una sorta di narratore interno, commentando la sua vita con alcuni numeri di danza di cui è coreografo o direttamente protagonista. Carlos Acosta, ballerino cubano ritiratosi dalle scene nel 2015 dopo una straordinaria carriera nelle più grandi compagnie del mondo, cresce da bambino ribelle a L'Havana. Soprannominato Yuli in onore di una divinità, è costretto dal padre a frequentare la rinomata Escuela Nacional Cubana de Ballet. Dopo anni di difficoltà e umiliazioni, conquisterà il mondo della danza, senza mai dimenticare le origini. Nella mitologia yoruba e nei culti afroamericani, Yuli è il figlio di Ogun, semidio della guerra e del fuoco: un combattente, un guerriero. Carlos Acosta, oggi ex ballerino alle soglie dei cinquant’anni, nel mondo della danza contemporanea è stato il primo “principal” di colore del Royal Ballet, un guerriero anche lui, un ballerino rivoluzionario. Il paragone tra il protagonista e la figura mitologica a cui è stato accostato dal padre («Un uomo che mi ha amato alla sua maniera e secondo le sue regole», dice Acosta), è ribadito a ogni passaggio come la principale chiave di lettura del film: "Yuli - Danza e libertà" è la storia di una battaglia interiore, la conquista del mondo da parte di un eroe di strada. Dai vicoli di L’Havana e dalla breakdance ballata sull’asfalto, Carlos approda alla danza classica e ai grandi palcoscenici; impara a controllare l’esuberanza caratteriale e traduce la potenza esplosiva del suo fisico in una compostezza di estrema eleganza. Il suo percorso conduce dal caos al controllo assoluto, dall’anarchia all’arte.
"C' ERA UNA VOLTA A...HOLLYWOOD" di Quentin Tarantino Nono film di Quentin Tarantino, C'era una volta... a Hollywood è ambientato nella Los Angeles del 1969, quella che è stata tragicamente segnata da un evento sanguinoso e terribile: la cosiddetta strage di Cielo Drive, quella avvenuta 9 agosto di quell'anno, quando quattro membri della "Famiglia" di Charles Manson fecero irruzione nella villa di Roman Polanski e Sharon Tate situata al 10050 di quella via di Bel-Air, e uccisero tutti presenti: la compagna del regista, che era incinta di suo figlio, e i loro amici Wojciech Frykowski, Abigail Folger e Jay Sebring. Tra le vittime, anche Steven Parent, un ragazzo che si trovava lì per caso. Tarantino fa viaggiare in parallelo la vita e la storia di Sharon Tate con quelle di un attore in cerca di una svolta nella sua carriera, Rick Dalton, vicino di casa di Polaski e Tate, e della sua controfigura e migliore amico, Cliff Boothe, facendole avvicinare di tanto in tanto, per poi riallontanarle, e infine portarle a contatto.
"PEPE MUJICA - Una vita suprema" di Emir Kusturica «Non sapevo nulla dell’Uruguay, qualcuno mi ha detto c’è il presidente che sta guidando il trattore. Mi sono detto: devo conoscerlo». Lo ha raccontato Kusturica a Venezia 75, dove ha debuttato il suo documentario che racconta il presente e il tragico passato di detenuto politico di Mujica, e delinea la sua imponente figura di politico coerente nelle parole e nello stile di vita. Pepe Mujica è un personaggio incredibile: leggendone la biografia si comprende immediatamente quanto quest'esistenza travagliata possa essere ghiotta materia per il cinema. Per il suo piccolo film sull’ex presidente uruguaiano, Kusturica sceglie la via della conversazione informale, e non potrebbe fare altrimenti con un soggetto come Mujica, che apostrofa le platee ai suoi comizi affermando che dovrebbero scambiarsi il posto: il popolo sul palco e lui, il suo rappresentante, di sotto ad ascoltarlo. “El Pepe- Una vida suprema” si svolge nel 2014, a trent’anni dalla fine della prigionia, e verte sugli ultimi mesi della presidenza e i primi giorni di lavoro in fattoria dopo la fine dell’incarico. Lo vediamo guidare il trattore, curare i suoi fiori, passeggiare col cane. Dalle tenebre alla luce, dai 12 anni di prigione alla presidenza: è un percorso di vita difficile da immaginare. Il film è una lunga intervista, o -più propriamente- un dialogo intimo che esplora il significato di un’esistenza di impegno politico che è insieme un’avventura poetica. Compare in alcune scene anche il regista-intervistatore, svelandoci la spontaneità del dialogo. Mujica, che ha elaborato la sua tragica esperienza, la sintetizza così: ”Non sarei quello che sono. Sarei freddo come una statua senza i miei anni di solitudine in prigione”. La figura di Mujica è talmente raggiante che è impossibile non rimanerne stregati. Anche perché lui stesso non va in cerca della facile glorificazione, non vuole smussare nessun angolo, rimane "appuntito". Non arretra di un passo e rivendica tutto: le rapine fatte per sovvenzionare la rivoluzione, la rivoluzione stessa, l'odio per il capitalismo e le banche e -si capisce bene- per gli Stati Uniti, che come per la totalità degli altri paesi latinoamericani, anche in Uruguay hanno fornito il loro apporto per instaurare la dittatura.
"MARTIN EDEN" di Pietro Marcello Martin Eden, giovane marinaio di modeste origini, venuto a contatto con il mondo della borghesia napoletana, decide di studiare e diventare uno scrittore. Ulteriori incontri gli faranno conosce il turbinio della vita politica del suo secolo.
"LOU VON SALOMÉ" di Cordula Kablitz-Post Nietzsche e Paul Rée l’adoravano. Freud l’ammirava. Rilke l’amava. Cordula Kablitz-Post, per raccontare la vita e provare a mettere a fuoco la personalità di una donna carismatica e di un’icona del femminismo come Lou Andreas-Salomé, sceglie il prisma dello sguardo maschile, quello degli uomini che da lei sono stati folgorati. Il percorso dell’intellettuale tedesca in questo film del 2016, che in Italia esce solo ora, viene tracciato a ritroso: a Gottinga nel 1933 i nazisti bruciano i libri nelle piazze, Lou ormai anziana, quasi cieca e impossibilitata a esercitare come psicanalista, vive ritirata, ma decide di ricevere un giovane germanista in cerca di lavoro e consulenza matrimoniale. La stesura delle memorie battute a macchina dal devoto copista riporta indietro l’orologio della storia della Germania, dell’Europa e restituisce i capitoli di una biografia decisamente fuori norma in un forma che, per convenzionalità, non rende mai giustizia alla storia di una donna di aristocratica bellezza, dalle scelte esistenziali in anticipo sui tempi, che inseguì sempre la chimera di una “vita sorprendente”, confinata qui nello stretto cliché agiografico della musa che ispirò uomini illustri, suscitandone e frustrandone il desiderio. Tre brave attrici la incarnano nelle varie fasi della vita. L'autrice di diari, memorie, racconti, poemi, romanzi, articoli, saggi su Nietzsche, lettere aperte a Freud e contributi illuminanti alla psicanalisi nascente, considerava che il matrimonio e la maternità avrebbero condannato immediatamente la donna alle dipendenze di un uomo, alienandole ogni chance di parità. Nella prima giovinezza rifiuta perciò il piacere carnale e successivamente il matrimonio. Questa resistenza, unita al suo ingegno, alla sua eleganza e alla sua eloquenza, suscitava il desiderio e la rendeva irresistibile agli occhi degli uomini con cui si intratteneva in conversazioni e dissertazioni infinite. Ciò che più colpisce di "Lou Von Salomé" è il gusto estetico: ogni inquadratura catturata si manifesta al pubblico in tutta la sua perfezione, ogni immagine si trasforma in una fonte generatrice di beatitudine e bellezza. Non c’è spazio per alcun dettaglio disarmonico che strida con l’elegante splendore della confezione formale del lungometraggio.
"ANTROPOCENE - L'epoca umana" di J. Baichwal, E. Burtynsky, N. De Pencier Immagini spettacolari di forte impatto visivo con la voce narrante di Alba Rohrwacher. Un viaggio in sei continenti per accostare i diversi modi nei quali l'uomo sta sfruttando le risorse terrestri e modificando la Terra come mai prima, più di quanto facciano i fenomeni naturali. La tesi dell'Anthropocene Working Group è che gli ultimi 10.000 anni costituiscano un'era geologica vera e propria.