Home > Webzine > Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
mercoledì 25 dicembre 2024
Programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze
31-10-2019
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10), dal 31 ottobre al 6 Novembre 2019 saranno proiettati i seguenti film:
"JOKER" di Todd Phillips Todd Phillips scrive e dirige una delle genesi più complete, complesse e articolate riferite ad un personaggio del mondo dei fumetti. Fin dai titoli di testa in giallo vivo, pensati per ricordare quasi una classica storia Disney anni 60', tutta la pellicola è costruita in modo magistrale inquadratura dopo inquadratura, dove la macchina da presa segue maniacalmente il volto di un grandissimo ed inquietante Joaquin Phoenix, il cui Joker è una persona comune, con le sue debolezze e i cui disagi fisico-psicologici diventano il riflesso di una società malata, ipocrita e violenta, sempre più preda del degrado e della disuguaglianza sociale. Nodo centrale di tutto il film è la metamorfosi del protagonista, da reietto a killer spietato, innescata dal dolore e dal rifiuto. È un individuo profondamente alienato che soffre di un raro disturbo neurologico, caratterizzato da improvvisi e incontrollabili attacchi di risate isteriche e sofferte, che si manifesta soprattutto in situazioni inappropriate contraddistinte da momenti di forte tensione e disagio. Arthur, fin da piccolo, viene chiamato paradossalmente Happy dalla madre che gli ripete costantemente di essere felice e sorridere, ricordandogli che il suo scopo è quello di portare sorrisi e risate nel mondo...La maschera con il sorriso fittizio che Arthur indossa nella vita assume un duplice significato: da una parte gli permette di definirsi come persona, dall’altra è un vero e proprio protettore che gli permette di non sentire il dolore che lo tormenta. Per tutta la vita Arthur cerca di combattere contro il suo malessere, ma nessuno è realmente intenzionato ad aiutarlo; la società e tutte le persone vicine lo abbandonano alle sue sofferenze, non vogliono vederle né accettarle né tantomeno comprenderle. Tutti lo tengono a distanza e Arthur diventa sempre più solo, umiliato e deriso. La parabola discendente di Arthur Fleck si articola come una metamorfosi, un'epifania interiore innescata dal dolore e dal rifiuto di un mondo che non è più in grado di sorridere. Due elementi a questo proposito fungono un po' da "file rouge" per comprendere veramente la nascita di Joker: la risata e la danza.
"LA VITA INVISIBILE DI EURIDICE GUSMAO" di Karim Aïnouz "Eurídice Gusmão che sognava la rivoluzione" è il romanzo di Martha Batalha che il brasiliano Karin Aïnouz sceglie di portare sullo schermo, per due ore e venti che passano in un lampo, tante sono le emozioni che riesce a regalare. Come e meglio del nostro "L'amica geniale", il tentativo di portare al cinema una storia amata dai lettori di due donne complementari, unite e inseparabili è assolutamente riuscito. Il risultato è un'operazione che va ben oltre il letterario, diventa un film godibile a se stante, apprezzabile in primis per la scelta di raccontare la sorellanza in termini di amore smodato, ispirazione quotidiana, ricerca infinita in una Rio de Janeiro mai così piena di gente e di disperazione. Premiato al 72° Festival di Cannes nella categoria Un Certain Regard come Miglior film, "La vita invisibile di Euridice Gusmao" è stata certamente una delle sorprese del festival francese. La pellicola del regista brasiliano si distingue per una sorprendente e quasi disarmante umanità -e la delicatezza dei toni- nel trattare una tematica così difficile -e dolorosamente attuale- come il ruolo della donna in una società prettamente patriarcale. Una tematica che in "La vita invisibile di Euridice Gusmao" si va a inserire nel tessuto sociale dell’America Latina degli anni Cinquanta, ma che oggi più che mai può essere traslata, attualizzandola ai giorni nostri. Film realistico, da accostare al Neorealismo e a tanti altri registi, ma in realtà profondamente sudamericano. Recitazione assoluta, ma soprattutto caratterizzazione, delle figure femminili (le due sorelle Gusmao), straripante. Davvero una gioia del cuore e della mente vederlo, sapendo che hai fatto bene a cercarlo. Cosa accade se fai l'errore di sposare l'uomo sbagliato e tuo padre ti impedisce di tornare a casa? Euridice non è messa mai nella condizione di poter scegliere in tutta la sua vita...I caratteri di Euridice e Guida rappresentano un conflitto dicotomico tra due entità che sono le due facce della stessa medaglia, quella della donna inserita in una società patriarcale, maschilista e fortemente limitatrice dei propri sogni e aspirazioni.
"GRAZIE A DIO" di Francois Ozon Alexandre (Melvil Poupaud) vive a Lione con moglie e figli. Un giorno, per caso, scopre che il prete dal quale era stato molestato da piccolo lavora ancora a contatto con i bambini. Decide così di agire, supportato da altre due vittime di Padre Preynat, François e Emmanuel. I tre uomini uniscono le forze per abbattere il muro di silenzio che circonda il loro dramma. Nessuno di loro sarà però indenne da ripercussioni e conseguenze.
"MARTIN EDEN" di Pietro Marcello Martin Eden, giovane marinaio di modeste origini, venuto a contatto con il mondo della borghesia napoletana, decide di studiare e diventare uno scrittore. Ulteriori incontri gli faranno conosce il turbinio della vita politica del suo secolo.
"YULI - Danza e Libertà" di Icìar Bollaìn La regista basca Icíar Bollaín porta sullo schermo l’autobiografia di Acosta "No Way Home" replicando nel film la struttura del testo di partenza: lo stesso Acosta è presente in scena come una sorta di narratore interno, commentando la sua vita con alcuni numeri di danza di cui è coreografo o direttamente protagonista. Carlos Acosta, ballerino cubano ritiratosi dalle scene nel 2015 dopo una straordinaria carriera nelle più grandi compagnie del mondo, cresce da bambino ribelle a L'Havana. Soprannominato Yuli in onore di una divinità, è costretto dal padre a frequentare la rinomata Escuela Nacional Cubana de Ballet. Dopo anni di difficoltà e umiliazioni, conquisterà il mondo della danza, senza mai dimenticare le origini. Nella mitologia yoruba e nei culti afroamericani, Yuli è il figlio di Ogun, semidio della guerra e del fuoco: un combattente, un guerriero. Carlos Acosta, oggi ex ballerino alle soglie dei cinquant’anni, nel mondo della danza contemporanea è stato il primo “principal” di colore del Royal Ballet, un guerriero anche lui, un ballerino rivoluzionario. Il paragone tra il protagonista e la figura mitologica a cui è stato accostato dal padre («Un uomo che mi ha amato alla sua maniera e secondo le sue regole», dice Acosta), è ribadito a ogni passaggio come la principale chiave di lettura del film: "Yuli - Danza e libertà" è la storia di una battaglia interiore, la conquista del mondo da parte di un eroe di strada. Dai vicoli di L’Havana e dalla breakdance ballata sull’asfalto, Carlos approda alla danza classica e ai grandi palcoscenici; impara a controllare l’esuberanza caratteriale e traduce la potenza esplosiva del suo fisico in una compostezza di estrema eleganza. Il suo percorso conduce dal caos al controllo assoluto, dall’anarchia all’arte.
Martedì 05/11 Ore 17:30 Mercoledì 05/11 Ore 15:00
"LOU VON SALOMÉ" di Cordula Kablitz-Post Nietzsche e Paul Rée l’adoravano. Freud l’ammirava. Rilke l’amava. Cordula Kablitz-Post, per raccontare la vita e provare a mettere a fuoco la personalità di una donna carismatica e di un’icona del femminismo come Lou Andreas-Salomé, sceglie il prisma dello sguardo maschile, quello degli uomini che da lei sono stati folgorati. Il percorso dell’intellettuale tedesca in questo film del 2016, che in Italia esce solo ora, viene tracciato a ritroso: a Gottinga nel 1933 i nazisti bruciano i libri nelle piazze, Lou ormai anziana, quasi cieca e impossibilitata a esercitare come psicanalista, vive ritirata, ma decide di ricevere un giovane germanista in cerca di lavoro e consulenza matrimoniale. La stesura delle memorie battute a macchina dal devoto copista riporta indietro l’orologio della storia della Germania, dell’Europa e restituisce i capitoli di una biografia decisamente fuori norma in un forma che, per convenzionalità, non rende mai giustizia alla storia di una donna di aristocratica bellezza, dalle scelte esistenziali in anticipo sui tempi, che inseguì sempre la chimera di una “vita sorprendente”, confinata qui nello stretto cliché agiografico della musa che ispirò uomini illustri, suscitandone e frustrandone il desiderio. Tre brave attrici la incarnano nelle varie fasi della vita. L'autrice di diari, memorie, racconti, poemi, romanzi, articoli, saggi su Nietzsche, lettere aperte a Freud e contributi illuminanti alla psicanalisi nascente, considerava che il matrimonio e la maternità avrebbero condannato immediatamente la donna alle dipendenze di un uomo, alienandole ogni chance di parità. Nella prima giovinezza rifiuta perciò il piacere carnale e successivamente il matrimonio. Questa resistenza, unita al suo ingegno, alla sua eleganza e alla sua eloquenza, suscitava il desiderio e la rendeva irresistibile agli occhi degli uomini con cui si intratteneva in conversazioni e dissertazioni infinite. Ciò che più colpisce di "Lou Von Salomé" è il gusto estetico: ogni inquadratura catturata si manifesta al pubblico in tutta la sua perfezione, ogni immagine si trasforma in una fonte generatrice di beatitudine e bellezza. Non c’è spazio per alcun dettaglio disarmonico che strida con l’elegante splendore della confezione formale del lungometraggio.