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giovedì 28 marzo 2024

"Vertigo", il film di Alfred Hitchcock in versione restaurata al Cinema Odeon Firenze

09-12-2019
Lunedì 9 e martedì 17 dicembre 2019, alle ore 21.00, al Cinema Odeon (in piazza Strozzi) sarà proiettato uno dei più grandi capolavori di Alfred Hitchcock "Vertigo: la donna che visse due volte", in una nuova splendida versione restaurata in 4K.

Sofferente di vertigini dopo un incidente in servizio, John “Scottie” Ferguson lascia la polizia e accetta di lavorare per un vecchio compagno di scuola che gli chiede di sorvegliare la moglie Madeleine che in ricorrenti stati di incoscienza sembra posseduta dallo spirito di Carlotta Valdes, sua bisnonna morta suicida un secolo prima. Ferguson resta affascinato dall’infelice donna e quando è costretto a intervenire per salvarla da un tentativo di suicidio in mare tra i due ha inizio una storia d’amore. Ma una tragedia sta per sconvolgere le vite di entrambi.

Capolavoro assoluto e unanimemente riconosciuto del cinema di Alfred Hitchcock il film si basa su di un romanzo di Boileau e Narcejac scritto con l’intento di piacere al regista al punto da invogliarlo a comprarne i diritti. L’azione viene spostata dagli Anni Quaranta ai Cinquanta e soprattutto viene anticipata la scoperta dell’intrigo che gli autori avevano collocato nelle pagine finali del libro. “Intorno a me tutti erano contrari a questo cambiamento”, confessò Hitch a Truffaut nella celebre intervista divenuta un libro. In realtà, con la perfetta cognizione che il regista aveva della differenza tra l’utilizzo della sorpresa e la funzione della suspense, la scelta risulta vincente. Ma non ci si limita a questo. La performance dei protagonisti è perfetta (anche se Hitchcock non sopportava Kim Novak e non perdeva occasione per parlar male di lei) e innerva il film di quell’erotismo che è spesso sotteso nei film del Maestro e che qui viene giocato con grande maestria. Ci sono abiti che vengono tolti per farli asciugare ed altri che vengono fatti indossare per ricostruire il passato mentre un colore (il grigio) si sostituisce alla tonalità dominante che è quella del verde. La sequenza delle sequoie (sempreverdi) fa da catalizzatore al colore prevalente nell’abito che Madeleine indossa la prima volta che appare sullo schermo così come a quello della sua auto per poi trovare il suo culmine in quello che a Ferguson appare come un ‘ritorno’ della donna amata.
Hitchocok trova nella sceneggiatura alcuni dei temi che ricorrono nel suo cinema. Su tutti domina quello del Doppio che nel titolo italiano viene esplicitato, cosa che non avviene in quello originale che fornisce una sintesi perfetta sia della patologia sofferta dal protagonista sia del costante senso di instabilità esistenziale e di horror vacui che il film offre allo spettatore. “Nell’odissea dello spazio e del tempo, miseri amanti, immersi nella spirale di una città, San Francisco, vivono nel desiderio sempre umiliato di un paradiso terrestre impossibile” (Maurizio Del Ministro). Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell’umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d’una tristezza che Truffaut arrivò a chiamare necrofilia. “Perché ci si insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L’amore che non muore è l’amore per un fantasma” (Gianni Amelio). Il cinema, ovvero rendere tangibili le regole dell’attrazione: per il vuoto, per la schiena di Kim Novak bordata di seta verde.

Il film sarà proiettato in versione restaurata originale con sottotitoli in italiano.

Per maggiori informazioni: www.odeonfirenze.com

JB