Giovedì 5 dicembre 2019, alle ore 17.00,
MAD - Murate Art District ospita la presentazione del docufilm "
Una donna poco più di un nome".
Introducono:
Ornella Grassi, regista;
Valentina Gensini, direttore artistico Murate Art District;
Matteo Mazzoni, direttore Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Enrica Calabresi è una scienziata ebrea. Una grande scienziata. Una zoologa che si laurea giovanissima e lavora prima alla Specola e poi all’università di agraria di Pisa. Nata nei primi anni del 900, quando di donne all’università ce n’erano assai poche riesce a diventare segretario della società entomologica italiana. Donna colta. Pubblica anche in inglese e conosce il francese e il tedesco. Tra le sue allieve anche Margherita Hack che la ricorda nella sua autobiografia. Ma ci sono due guerre a mettersi in mezzo. La prima dove perde il fidanzato, Giovanni De Gasperi, speleologo , botanico, esploratore ( terra del fuoco) che come lei frequenta la Specola che muore nel 1916 e che porterà alla prima crisi. Enrica lascia l’università per due anni e va a fare l’infermiera al fronte. E poi la seconda con le leggi razziali. Sbattuta fuori dall’università insegnerà alla scuola ebraica di via Farini. Rifiuterà sempre di nascondersi anche perché non vuole che altri rischino la vita per lei. Avrebbe potuto salvarsi. Avrebbe potuto rifugiarsi in Svizzera come fece il fratello con l’altra sorella ma lei resta a Firenze. Una donna coraggiosa. Sola e ebrea nella Firenze fascista e nazista. Una donna dignitosa Viene catturata, portata a Santa verdiana si toglie la vita avvelenandosi prima di partire per Auschwitz. Attraverso materiale d’epoca scorre la vita di Enrica prima a Ferrara poi a Firenze e Bologna dove ancora oggi si trova la casa di famiglia dei Calabresi e dove vive, ormai novantenne l’amato nipotino Francesco prezioso e lucido testimone.
Il film prevede parti di fiction, parti documentali sulla vita in guerra, sulle leggi razziali e testimonianze di persone che hanno vissuto in quel terribile periodo, della nipote del direttore del carcere di Santa Verdiana, di scienziati della Specola e di Pisa, di Udine e della famiglia Calabresi e dello scrittore Paolo Ciampi che su di lei ha scritto un libro.
Non un semplice documentario giornalistico ma un film che, attraverso il coinvolgimento emotivo di immagini e musiche , riesca a toccare il cuore dello spettatore e a far capire tutto l’orrore delle leggi razziali e a far dire mai più guerre (anche se purtroppo così non è in tante circostanze).
Per maggiori informazioni:
www.murateartdistrict.it