Ecco la programmazione del
Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10) che
da giovedì 6 a mercoledì 12 febbraio 2020 proietterà i seguenti film:
"JUDY" di Rupert GooldNell'ultimo periodo della sua vita Judy Garland è ancora un nome che suscita ammirazione e il ricordo di un'età dell'oro del cinema americano, ma è anche sola, divorziata quattro volte, senza più la voce di una volta, senza un soldo e senza un contratto perché ritenuta inaffidabile e dunque non assicurabile. Il biopic di Rupert Good, insieme all'interpretazione struggente di Renée Zellweger, sono qui per dire che dietro le torte di compleanno di plastica, dietro gli abiti di scena e le regole della finzione, c'era una donna che ha sofferto veramente, che ha amato lo show business come un genitore, cercando il suo applauso prima di ogni cosa, e da esso è stata divorata. La storia della grandissima artista capace di conquistare il pubblico mondiale nella parte di Dorothy ne "Il Mago di Oz" ma anche da adulta in "È nata una stella" (di George Cukor) e soprattutto gli ultimi mesi della sua vita sono al centro del biopic. "Judy" è l'adattamento dell'opera teatrale "End of the Rainbow", dramma musicale scritto da Peter Quilter che ha avuto la sua prima in teatro nel 2005. Costellato da diversi numeri musicali, riprende le canzoni più celebri dell'attrice da 'Over the Rainbow' a 'For me and my Gal'. Se pensiamo al prossimo Oscar come miglior attrice protagonista, Renée Zellweger è già la favorita: chiamare la sua "interpretazione" è un termine perfino riduttivo. Quella operata dalla Zellweger è un’autentica trasfigurazione in Judy Garland: star bambina de Il mago di Oz (1939), destinata a una parabola tragica, ed una tra le storie più controverse e tristi negli annali di Hollywood. "Judy" poteva essere facilmente un melodramma a tinte forti, o nella migliore delle ipotesi, un biopic dalla struttura oltremodo convenzionale. Al contrario, è un film costruito con grazia, onestà e profondo rispetto. Un’opera che non trascende i toni, ma sceglie di trattare la sua protagonista con amore.
Giovedì 06/02 Ore 15:15 - 17:20 - 19:25 - 21:30
Venerdì 07/02 Ore 15:15 - 17:20 - 19:25 - 21:30
Sabato 08/02 Ore 15:15 - 17:20 - 19:25 - 21:30
Domenica 09/02 Ore 15:15 - 17:20 - 19:25 - 21:30
Lunedì 10/02 Ore 15:15 - 17:20 - 21:30 € 4,00
Martedì 11/02 Ore 15:15 - 19:25
Mercoledì 12/02 Ore 15:15 - 17:20 - 19:25 - 21:30
"RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME" di Ken LoachIntenso, profondo, poetico, elegante, erotico, attuale (nonostante l'ambientazione d'epoca), in altre parole: uno dei film migliori dell'anno, un capolavoro. La regista francese Céline Sciamma con questo lavoro ha fatto centro; rilegge la tragedia di Orfeo ed Euridice e dal nobile pretesto la filiazione che ne deriva risulta parimenti preziosa. Ma che titolo magnifico: "Portrait de la jeune fille en feu"; ritratto della giovane in fiamme. "Flamboyant", fiammeggiante: qui ci sono anime fiammeggianti, in un mondo freddo, chiuso, raggelato, ventoso, ostile. Dove il fuoco di un camino è palesemente incapace di scaldare le stanze enormi di un castello. Ma dove le anime, e i corpi, riescono ugualmente ad accendersi. Siamo intorno al 1770, qualche anno prima della rivoluzione; in questo angolo di Bretagna, di Settecento, di gelo delle pareti di un castello. Dove i rapporti di classe sembrano inviolabili, implacabili. L’Artista, la Sposa. E la Domestica. È un film tutto di donne. Sguardi, voci, silenzi; desideri di donne. La pittrice guarda la sposa, come se volesse mangiarne l’immagine, come se volesse trattenerne ogni sfumatura; quello che fa da migliaia di anni la pittura, quello che fa da poco più di cento anni il cinema. Afferrare la vita, afferrare il senso di una persona nella sua immagine. Perciò guarda con un’intensità poderosa; e noi con lei. Guardiamo la Sposa proprio come la guarda la pittrice. Noi siamo la pittrice: e piano piano, la Sposa diviene tutto il nostro mondo. È questo il primo grande miracolo del film di Céline Sciamma: ci porta a guardare la Sposa in quel modo lì. Anche noi, come la pittrice, ci accorgiamo del suo modo di alzare un sopracciglio, o muovere appena una mano. E lo facciamo naturalmente, senza quasi pensarci. Ci sono altri piccoli miracoli disseminati nel film: miracoli puramente cinematografici. In un film che parla di destini e di passioni, quasi non c’è musica: ma quando la musica compare, sconvolge. Sembra impossibile, oggi che possiamo avere tutta la musica che vogliamo, quando vogliamo – mentre studiamo, scriviamo, andiamo in metropolitana – un film con tanto silenzio. Ma anche in questo caso, ci ritroviamo, noi spettatori, nella stessa condizione dei personaggi.
Lunedì 10/02 Ore 19:25 € 4,00
Martedì 11/02 Ore 17:20
"ALLA MIA PICCOLA SAMA" di Waad al-Kateab, Edward WattsArriva al cinema "Alla mia piccola Sama", il film documentario più premiato di sempre. Il riconoscimento come Miglior Documentario vinto al Festival di Cannes, infatti, è solo il primo di una lunga serie, che vanta, tra gli altri, lo stesso premio conquistato agli EFA, ai British Indipendent Film Awards (dove ha collezionato 4 riconoscimenti importantissimi), ai BAFTA (dove era candidato in quattro categorie, tra cui Miglior Film e Miglior Regia), cui si è aggiunta infine anche la nomination all'Oscar. Waad, una giovane filmmaker siriana, dedica questa lunga lettera d'amore filmata alla figlia Sama, decidendo di spiegarle perché lei e il padre hanno scelto di rimanere ad Aleppo, una città sotto assedio. La testimonianza di questa madre diventa un simbolo di resistenza e libertà, raccontando come, pur in mezzo all'orrore della guerra, la speranza sia viva e prenda le sembianze di una piccola bambina di pochi mesi. Questo non è solo un film, ma è anche una campagna internazionale contro la violenza, che sta mobilitando protagonisti del mondo del cinema, della letteratura, del pensiero politico e sociale, della musica. "Alla mia piccola Sama" è a suo modo un caso unico, probabilmente il film più potente che ci sia arrivato, sicuramente il più emblematico per una pluralità di ragioni sulle quali primeggia la posizione della videocamera di Waad al-Kateab: al centro di un bersaglio annunciato. il film non si configura solo come un potenziale testamento privato e collettivo in fieri, ma anche come il racconto urgente e umanissimo di una crescita personale, accelerata dagli eventi, che trasforma una ragazza in una donna e madre, e una giovane filmaker in una giornalista coraggiosa e rispettata, una voce dalla primissima linea, tutto senza pregiudicare l'intimità del suo obiettivo, inteso nel duplice significato di mezzo e fine. Al centro di ciò, e dell'immagine e del sentire dello spettatore, c'è la piccolissima Sama, cuore pulsante della rivoluzione, termometro di sopravvivenza, miracolo incastonato nell'orrore della tragedia nella tragedia: il genocidio dei bambini siriani. Della loro sofferenza, ma anche della loro resistenza, Sama è il simbolo toccante e universale.
Anteprima Martedì 11/02 Ore 21:30
Per ulteriori informazioni:
www.cinemaspaziouno.it