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martedì 03 dicembre 2024

"Un divano a Tunisi", il film di Manele Labidi con Golshifteh Farahani al Cinema Stensen

08-03-2020

Domenica 8 marzo 2020, alle ore 20.30, in occasione della festa della donna, il Cinema Stensen di Firenze (viale don Minzoni 25) presenta in anteprima nazionale "Un divano a Tunisi" di Manele Labidi (Francia 2019, 88'), premio del pubblico al Festival di Venezia alle giornate degli autori.

Il film, che uscirà nelle sale italiane ad aprile 2020, è la storia di Selma Derwish, interpretata dall'attrice iraniana Golshifteh Farahani, una giovane donna dal carattere forte e indipendente cresciuta insieme al padre in Francia, dove si è laureata in psicoanalisi. Decide di tornare nella sua città d’origine, Tunisi, per aprire uno studio privato, ma la Tunisia reduce dalla Primavera araba non è la Francia e forse non è ancora pronta a una donna psicoanalista. Ben presto Selma si scontra con un ambiente per nulla favorevole: i parenti provano a scoraggiarla, ma il suo studio inizia a essere popolato da pazienti eccentrici. È così che la donna si imbatte in pregiudizi, caos e ignoranza, che finora non aveva mai preso in considerazione…

Manele Labidi, regista franco tunisina, ha studiato e, per qualche anno, lavorato nel campo della finanza prima di cambiare vita e diventare una filmmaker. Ha collaborato a diversi progetti di scrittura e regia per il teatro, la radio e le serie televisive. Con il suo primo cortometraggio, "Une chambre à moi", ha adattato un saggio di Virginia Woolf ("A Room of One's Own") in chiave tragicomica. Nel 2016 ha partecipato a un corso di sceneggiatura alla FEMIS di Parigi. "Un divano a Tunisi" è il suo primo lungometraggio.

«Volevo filmare la Tunisia post-rivoluzione dei gelsomini e, in particolare, la classe media, cioè quella parte di popolazione profondamente lacerata tra modernità e tradizione – ha detto la regista in merito al film - Scegliere come espediente narrativo la psicoanalisi (che è abbastanza marginale in Tunisia) e declinare la storia in forma di commedia, mi ha permesso di creare personaggi complessi e di mettere l'accento sulla loro dolce follia e vitalità, ma anche di mostrare quelle sofferenze in un contesto nel quale la rivoluzione ha amplificato queste energie e ha spinto gli individui in un terreno reso impervio dalla crisi economica e dall'ascesa dell'islamismo».

Ingresso: 8 euro.

Per maggiori informazioni: www.stensen.org