Una donna negli iconici abiti tradizionali che cerca il suo spazio tra le fatiche e le resistenze del mondo contemporaneo, stracciando un velo di plastica, è la protagonista del manifesto della
19° edizione del Florence Korea Film Fest, una delle prime manifestazioni cinematografiche a svolgersi dal vivo a Firenze, dal 21 al 28 maggio 2021, al cinema La Compagnia di Firenze (Via Camillo Cavour, 50/R)
alternando momenti online sulla piattaforma piùCompagnia e Mymovies.it.Gli abiti tradizionali coreani portano la vivacità, i segreti di una cultura ancora da scoprire: ad indossarli una donna, protagonista della selezione cinematografica (molti i film al femminile), ruolo da osservare e riconoscere come centrale nella quotidianità, mentre cerca e trova il suo spazio, il suo respiro, in un mondo ancora troppo schiavo delle cattive abitudini, fiaccato dall'ultimo anno. "
Una sferzata di colore ma anche una riflessione più profonda su tutto ciò che la nostra società consumistica produce. La cultura, così come ciò che produciamo è molto impattante sulla vita delle persone e quindi dobbiamo saperci orientare e districare in tutto ciò che comunichiamo – spiega il direttore artistico
Riccardo Gelli, a proposito del manifesto dell'edizione 2021 -
. Oltre al messaggio ecologico, quest'anno, più che in altre edizioni abbiamo lasciato spazio all'elemento femminile".
A ribadire il ruolo centrale della donna l'omaggio di quest'anno dedicato alla star del cinema sudcoreano, l'attrice
Moon So-ri:
il festival le dedicherà la prima retrospettiva in Italia. L'attrice coreana, con oltre 30 ruoli all'attivo, sarà omaggiata da
una selezione di 7 titoli dedicata al suo percorso artistico: dal più noto
Oasis di
Lee Chang-dong (2002) che le valse nello stesso anno il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia; alla moglie inquieta nel thriller
La moglie dell'avvocato di
Im Sang-soo (2003); passando per
HAHAHA commedia di
Hong Sang-soo, vincitore del premio come miglior film nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2010; fino all'auto-biografico
The Running Actress, da lei scritto, diretto e interpretato (2017); a
Ode to the goose, disorientante dramma sentimentale diretto da
Zhang Lü (2018);
Juror 8, legal movie diretto da
Hong Seung-wan sulla storia del primo processo con giuria della Corea del Sud, avvenuto nel 2008, in cui interpreta una giudice (2019); per arrivare al più recente
Three Sisters di
Lee Seung-Won, la storia di tre sorelle dallo stile di vita molto diverso riunite nella loro città natale per il compleanno del padre, in cui riaffiorerà il loro oscuro passato (2021).
Molto forte la presenza femminile dietro la macchina da presa. Tra i titoli che la rassegna presenta in questa edizione sia in
Orizzonti Coreani che nella sezione
Independent Korea troviamo:
New Year Blues, sesto lavoro della regista
Hong Jin-young, film corale sull'amore e i sentimenti,
Intruder, thriller d'esordio di
Sohn Won-pyung, ambientato in un sinistro contesto familiare alto borghese;
The Day I Died: Unclosed Case, debutto della giovane regista
Park Ji-wan,
Our Midnight delicato lavoro di
Lim Jung-eun sugli incontri casuali nelle vuote strade di Seoul;
A Bedsore, primo lungometraggio della regista
Shim Hye-jung, che cattura le più piccole frustrazioni di tre generazioni di una famiglia;
More than Family, una commedia on the road di
Choi Ha-na e
Take Me Home della regista
Han Jay, che affronta il concetto di famiglia omosessuale. Numerose anche le storie delle protagoniste raccontate in questa edizione, come, ad esempio,
Fighter di
Jéro Yun, storia di passione per la boxe che incontra il riscatto di una vita da migrante dalla Corea del Nord, oppure come quella delle impiegate di un'azienda che uniscono le forze in un ambiente professionale ostile in
Samjin Company English Class di
Lee Jong-pil. I titoli di tutto il cartellone saranno presto annunciati.
Per ulteriori informazioni:
www.koreafilmfest.comC.O.