Martedì 21 settembre 2021, alle ore 18.30 e 21.00, il
Cinema Odeon di Firenze ospita il primo evento speciale della stagione: "
Jodorowsky's Dune" di
Frank Pavich, ovvero
il documentario che ricostruisce la storia del più grande film di fantascienza… mai realizzato.
Il regista di culto Alejandro Jodorowsky, dopo il successo dei suoi film "El Topo" (1970) e "La montagna sacra" (1973), si vide offrire dal produttore francese Michel Seydoux l'offerta di poter girare "qualsiasi film avesse voluto". Jodorowsky scelse di girare un film ispirato al romanzo di fantascienza "Dune" di Frank Herbert, benché non avesse mai letto quel libro ("Un mio amico mi aveva detto che era fantastico"). Seidoux acquistò il diritti per la versione cinematografica del libro dal produttore di "Il pianeta delle scimmie", Arthur P. Jacobs, che li aveva acquisiti ma poi aveva rinunciato al progetto di trarne una pellicola. Un po' di mesi dopo, l'impresa di Jodorowsky era avviata, e prevedeva per "Dune" un adattamento cinematografico della durata compresa fra le 10 e le 20 ore. L'intenzione del regista non era di trarre la sua pellicola seguendo la narrazione del romanzo, ma, ispirandosi a quello, di raccontare la storia di un Messia per la generazione psichedelica, e di ricreare per gli spettatori gli effetti di un "viaggio" in LSD ma senza l'assunzione della sostanza.
In fase di preproduzione Jodorowsky lavorò con tre diversi artisti, a ognuno dei quali aveva affidato il compito di ricreare un differente aspetto visuale dell'universo di "Dune". Uno era H.R. Giger, il pittore, designer e scultore svizzero che alcuni anni dopo (1979) avrebbe realizzato l'Alien del film di Ridley Scott e, nel 1981, avrebbe firmato la copertina del primo disco da solista di Deborah "Debbie" Harry dei Blondie, "Koo Koo". Uno era Gene Giraud, fumettista francese più noto come Moebius, considerato uno dei maestri del fumetto e dell'illustrazione di genere fantastico e fantascientifico, che nel 1981 avrebbe pubblicato una serie di fumetti cofirmata con Jodorowsky, "Un'avventura di John Difool". E un altro, il terzo, era l'artista britannico Chris Foss.
Per il cast, Jodorowsky aveva progetti ambiziosi. Pensava a Salvador Dalì, il pittore spagnolo, nel ruolo dell'imperatore Shaddam IV (sarebbe stato pagato 100.000 dollari per un'ora di lavoro); a Orson Welles nel ruolo del barone Harkonen; e a Mick Jagger come Feyd-Rautha, il ruolo che poi andò a Sting per il "Dune" diretto da David Lynch nel 1984. Per la colonna sonora, Jodorowsky inizialmente aveva in mente la prog band francese dei Magma, il gruppo inglese degli Henry Cow e il compositore di musica contemporanea Karlheinz Stockausen; dalla Virgin gli furono proposti i Gong, Mike Oldfield e i Tangerine Dream. Poi decise di proporre ai Pink Floyd di realizzare l'intero soundtrack, che sarebbe dovuto uscire su un doppio album.
Il progetto di un film tratto da "Dune" restò irrealizzato fino al 1984, quando a portare sugli schermi il libro di "Dune" fu David Lynch; la colonna sonora fu affidata ai Toto, con l'unica eccezione di un brano, "Prophecy theme", composto da Brian Eno, Roger Eno e Daniel Lanois.
La proiezione delle ore 21 verrà introdotta da Alessandro Tiberio, distributore italiano del film. All’entrata della sala saranno
in vendita le magliette "Jodorowsky's Dune", realizzate per l’occasione e in numero limitato.
Biglietto: euro 10.
Per maggiori informazioni:
www.odeonfirenze.com