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mercoledì 25 dicembre 2024

"Welcome Venice", il nuovo film di Andrea Segre al Cinema Spazio Uno di Firenze

24-09-2021
Da venerdì 24 a domenica 26 settembre 2021, alle ore 17.50, il film di Andrea Segre "Welcome Venice" con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran e Ottavia Piccolo torna in programma al Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10).

Dopo "Molecole", girato nella Venezia silenziosa e svuotata dalla pandemia, Segre torna a ragionare, usando la chiave del conflitto fraterno, sulla trasformazione della città svuotata, sullo smarrimento dei pochi abitanti rimasti nel tentativo di catturare le tracce e i fili della sua cultura più autentica, di difenderne la bellezza fragile e registrare l’affermarsi di una mentalità sempre più predatoria e di un turismo invasivo, disinteressato, epidermico. Il nuovo lungometraggio di Andrea Segre ("L’ordine delle cose", "Molecole") e scritto dallo stesso autore con Marco Pettenello (anche ideatore del soggetto), da un lato racconta sottilmente la tragedia epidemiologica del Coronavirus descrivendo il suo impatto sul settore turistico veneziano, dall’altro tratteggia una storia alimentata dal conflitto tra cambiamento e innovazione, tradizione contro modernità. L’opera, che il 1° Settembre ha inaugurato la sezione "Notti Veneziane" della Biennale di Venezia, è un racconto intimista e sincero che partendo da una realtà locale, affronta temi universali. Prima che il conflitto tra tensioni contrarie esploda, il film apre a stupefacenti momenti di grazia contemplativa e di humour lagunare: modulazioni di luce sull’acqua, solitudini notturne mal trattenute, cruciali chiacchiere da osteria. Epifanie silenziose, come un’inquadratura che coglie la forma di un occhio sotto l’arco di un ponte, grazie al suo riflesso nell’acqua: forse un invito a fermarsi, scovare la bellezza segreta, lontano dalle luci più intense. A volere di meno e vivere di più. L’illusione di riscatto sociale attraverso il denaro facile stride con l’economia a filiera corta di moeche fritte, registri di piccola vendita scritti a mano, trattative di quartiere. Non un’idealizzazione nostalgica, piuttosto il recupero dei principi elementari di una socialità originaria, sobria, lenta, universale. Gli umani possono svestirsi della loro storia, mutare identità come i granchi perdono il carapace, ma la Natura avrà sempre la meglio su chi va di corsa, suggerisce Segre in un finale crepitante che suona come un campanello d’allarme, un’ultima chiamata all’umanità.

Per maggiori informazioni: www.cinemaspaziouno.it