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martedì 03 dicembre 2024

Il 62° Festival dei Popoli a Firenze, oltre la pandemia con 80 documentari

20-11-2021

La prima nazionale di Diários de Otsoga, il film girato durante la quarantena da Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, su una troupe impegnata a realizzare un lungometraggio durante la fase più acuta delle restrizioni del 2020; la storia di uno dei più grandi album del rock progressivo di sempre e del suo frontman Robert Fripp in In the Court of the Crimson King di Toby Amies; il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 nel racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti in Us Kids di Kim A. Snyder. E poi il ritratto intimo del poeta Ferlinghetti, scomparso quest’anno, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area, in Lawrence di Giada Diana e Elisa Polimeni; la più grande comunità di ritiro al mondo per pensionati agiati in The Bubble di Valerie Blankenbyl; la questione femminile in Egitto con le aggressioni sessuali in piazza Tahrir nel gennaio 2013, in As I Want di Samaher Alqadi.

Sono alcuni dei documentari in programma al 62° Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, che si terrà a Firenze (e online sulla piattaforma mymovies.it) dal 20 al 28 novembre 2021 nei cinema La Compagnia, Spazio Alfieri, Cinema Stensen, Istituto Francese e al Mad – Murate Art District; Teatro Cantiere Florida e 25 Hours Hotel. La manifestazione – presieduta da Vittorio Iervese e diretta da Alessandro Stellino e Claudia Maci – presenterà il meglio del cinema documentario internazionale in un programma di 80 film, accompagnati da numerosi ospiti internazionali e nazionali. La 62/ma edizione è realizzata con il contributo di MiC - Direzione Generale Cinema; Regione Toscana; Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana e Fondazione CR Firenze con il sostegno di Intesa San Paolo, Publiacqua, Unicoop Firenze, Mymovies.it e lo sponsor tecnico Trenitalia.

Il festival sarà inaugurato dalla prima nazionale di Diários de Otsoga, girato durante la quarantena dalla coppia portoghese al co-debutto Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro, un festoso omaggio al cinema come atto creativo condiviso che racconta le vicissitudini di una troupe impegnata a girare un film durante la fase più acuta delle restrizioni del 2020. Al film è legato il manifesto della nuova edizione. “Un capolavoro fuori da ogni schema – sottolinea Stellino – un gesto artistico che è anche una speranza per il futuro, oltre la pandemia”. Nel primo giorno lo spettatore si immergerà nello spettacolare Caveman. Il gigante nascosto di Tommaso Landucci che narra la creazione di una delle opere più ambiziose e affascinanti dello scultore toscano Filippo Dobrilla: “Il gigante dormiente” realizzato a 650 metri di profondità in una grotta delle Alpi Apuane.

Il programma e le novità

Il programma propone 80 documentari divisi in varie sezioni. Oltre alle opere del Concorso Internazionale (18 film tra cortometraggi, mediometraggi e lungometraggi, tutti inediti in Italia) e il Concorso Italiano (7 inediti assoluti alla scoperta dei giovani talenti del nostro Paese), il festival presenta una selezione proveniente dall’archivio storico del festival dedicata ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica nella sezione Diamonds Are Forever – Utopia Rossa; Frontiere in fiamme, l’omaggio dedicato a Nicolas Klotz e Elisabeth Perceval; il focus sulle sfide ambientali in Habitat e i documentari per le famiglie e i più giovani di Popoli for Kids and Teens. I titoli per il grande pubblico sono proposti negli Eventi Speciali, nei Fuori Concorso (novità di quest’anno) e in Let the Music Play!, la rinnovata sezione dedicata al documentario musicale. Uno sguardo alle nuove generazioni in Doc At Work – Future Campus, con i corti di giovani registi e registe provenienti dalle scuole di cinema di tutta Europa. Novità di questa edizione sarà poi Pop Corner: Incontri ai confini della realtà, i talk del festival nel centro di Firenze: cinque conversazioni per parlare di genere, immaginari, ambienti, culture e generazioni, dal 22 al 26 novembre alle 19 nel nuovo spazio del 25 Hours Hotel (Piazza di San Paolino, 1). Durante i talk, dieci ospiti di eccezione si confronteranno per fornire chiavi di lettura originali sul reale e sulle tematiche di attualità proposte dai documentari in programma al 62° Festival dei Popoli. Tra gli ospiti Gianna Fratta e Vera Gheno (22/11); Michele Smargiassi e Paolo Woods (23/11); Annalisa Corrado e Francesco Ferrini (24/11); Lorenzo Baglioni e Tomaso Montanari (25/11); Irene Dionisio e Voodoo Kid (26/11).

Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Kieron Corless (Gran Bretagna), Anita Piotrowska (Polonia), Yolande Zauberman (Francia) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (euro 8.000); Premio al Miglior Mediometraggio (euro 4.000); Premio al Miglior Cortometraggio (euro 2.500) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.

Fiore all’occhiello del programma è il Concorso Italiano con 7 documentari che rappresentano il meglio della produzione italiana 2021, che verranno sottoposti alla giuria composta dalla regista e autrice Irene Dionisio, dal responsabile editoriale della piattaforma Tënk Jérémie Jorrand e dallo scrittore, editore e selezionatore Giovanni Marchini Camia. In programma la prima mondiale de L’età dell’innocenza di Enrico Maisto (21/11), un diario personale che è anche la storia di un’educazione sentimentale; Il momento di passaggio della regista Chiara Marotta (22/11), che decide di fare ritorno a casa per confrontarsi con la famiglia e la comunità religiosa da cui si è allontanata anni prima. È dedicato alle straordinarie modalità di interazione di un gruppo di sordociechi e persone con disabilità sensoriali il film di Laura Viezzoli dal titolo Quando tu sei vicino a Me (23/11). In programma, poi, La Zita di Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo (24/11), un ritratto personale di un Sud Italia in cui convivono contraddizioni di mondi distanti; La guerra che verrà di Marco Pasquini (24/11) porta sullo schermo i tempi lenti della vita al fronte, attraverso un’osservazione attenta e silenziosa al fianco dei membri dell’esercito siriano. Federico Cammarata e Filippo Foscarini firmano Tardo agosto (25/11), che cattura il silenzio del tempo e il rumore della vita, sullo sfondo di un paesaggio siciliano di fine estate; Los Zulugas di Flavia Montini racconta la storia di un cittadino italiano di origine colombiana che decide di fare ritorno in Colombia per affrontare il suo doloroso passato (26/11).

La retrospettiva dedicata a Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval

Il festival dedica la prima retrospettiva ufficiale al duo di registi francesi Nicolas Klotz ed Elisabeth Perceval. La coppia sarà nel capoluogo toscano per presentare i loro film, incontrare il pubblico e partecipare a tavole rotonde e workshop. Dal titolo “Frontiere in fiamme”, l’omaggio curato da Daniela Persico presenterà una selezione di 15 opere, a partire dall’anteprima italiana di Nous disons révolution (2021) per poi spaziare dagli esordi di Paria (2000) e La blessure (2004), passando per film di grande successo come La question humaine (2007, protagonista Mathieu Amalric) e Low Life (2012), e per progetti più sperimentali come Mata Atlantica (2016) e Saxifrages (2020), fino alle intersezioni con il teatro con la trilogia Project Castellucci (2015), realizzata in collaborazione con Murmuris e il Teatro Cantiere Florida, e Hamlet en Palestine (2017) sul regista teatrale Thomas Ostermeier che indaga sulla morte di Julio Mer-Khamis, direttore del Freedom Theatre, spazio creativo per i giovani palestinesi. Tra gli altri Vendredi 13 (2016): Michka Assayas, fratello del regista Olivier, conduce la puntata del suo noto programma musicale due giorni dopo gli attacchi terroristici a Parigi del novembre 2015. Un momento di lutto che Klotz segue in punta di piedi, affidandosi alla colonna sonora offerta dal DJ, come atto di presenza di fronte al dolore.

I documentari spettacolari a tema musicale arricchiscono la sezione Let The Music Play! con 5 documentari in prima italiana. Dal rock progressivo nell’anteprima assoluta del work progress di In the Court of the Crimson King su Robert Fripp e il suo storico gruppo (24/11) al “noise” estremo di À qui veut bien l’entendre (25/11) passando per il genere house raccontato attraverso la musica e la testimonianza di uno dei suoi padrini in Laurent Garnier: Off the Record (26/11). Poi il prodigio del flamenco in Canto cósmico. El Niño de Elche (22/11) e i racconti dei giovanissimi usciti dai banchi di scuola e catapultati direttamente nel mondo dei talent show in Fuoriclasse (25/11).

Negli Eventi speciali, il programma della 62ma edizione, presenta The Scars of Ali Boulala di Max Eriksson sul prodigio svedese dello skateboarding Ali Boulala e il suo tragico incidente (27/11); Us Kids di Kim A. Snyder, che segue il massacro alla Marjory Stoneman Douglas High School del 2018 attraverso il racconto dei giovani e combattivi sopravvissuti (23/11); poi un viaggio alla scoperta della nostra lingua in La fabbrica dell’italiano di Giovanni Ortoleva, dedicato all’Accademia della Crusca (25/11).

Nella sezione Fuori concorso da segnalare i “toscani” L’assedio di Marta Innocenti (27/11), in cui la giovane regista descrive il folle accampamento che precede il Gran Premio d’Italia di moto nel circuito del Mugello, valle solitaria situata ai piedi dell’Appennino; e Caveman – Il Gigante Nascosto di Tommaso Landucci (20/11) dedicato a Filippo Dobrilla (1968 – 2019), artista che si è dedicato a scolpire per oltre trent’anni un colosso di marmo in una grotta delle Alpi Apuane, a 650 metri di profondità nelle viscere della terra. Nella sezione trova poi posto il ritratto intimo e ironico del poeta Ferlinghetti, scomparso quest’anno, girato in luoghi iconici di San Francisco e della Bay Area dal titolo Lawrence, di Giada Diana e Elisa Polimeni (26/11) prodotto dal toscano Lorenzo Borghini. Ancora, La carovana bianca di Artemide Alfieri e Angelo Cretella, sulla vita di quattro famiglie di circensi e del loro circo stanziato in uno stradone della periferia di Napoli, in attesa che la pandemia si dilegui come in uno spettacolo di magia. Tra i titoli in programma, anche Zona Limite di Stefano Di Buduo su Eugenio Barba e il suo Odin Teatret, evento organizzato in collaborazione con Murmuris (21/11 al Teatro Florida). In mattinata una masterclass con il regista teatrale, dopo la proiezione l’incontro con Eugenio Barba, Stefano Di Buduo e Julia Varley.

Un focus importante è dedicato all’ambiente con i 5 titoli in prima italiana della sezione Habitat, realizzato in collaborazione con Publiacqua, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geo-politico. In Oltre le rive, il regista (26/11) Riccardo De Cal compie un viaggio tra il sacro e profano lungo il fiume Piave, dalla guerra mondiale al disastro del Vajont; Composer les mondes di Eliza Levy (23/11) racconta il pensiero dell’antropologo Philippe Descola, scopritore di un nuovo modo di vivere; Holgut (24/11) di Liesbeth De Ceulaer ci conduce al fianco di una spedizione di yacutiani in Siberia, dove gli effetti dello scioglimento del permafrost sono già drammaticamente visibili. Anche Stray Ducks (22/11) di Bruno Chouinard segue il fenomeno atteso e inevitabile che colpisce i ghiacciai, ma in Groenlandia, alla ricerca di novanta papere di gomma, studiate nientemeno che dalla NASA. Chiude The Bubble (28/11) di Valerie Blankenbyl, stupefacente ritratto della più grande comunità al mondo di pensionati, in Florida, decisi a togliersi ogni sfizio possibile negli ultimi anni della loro vita.

Ampio spazio agli adolescenti con i film di Popoli for Kids & Teens, una selezione di documentari rivolti ai più giovani coinvolti nella giuria del Young Jury Day, composta da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che discuteranno online ed eleggeranno il miglior documentario della sezione realizzata in collaborazione con il cinema Stensen e Unicoop Firenze. La sezione presenta sei titoli: il calcio è al centro delle vite di due adolescenti che vivono con le loro famiglie in un campo profughi della Giordania in Captains of Zaatari di Ali Elarabi (21/11); Writing With Fire di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas (22/11) mostra un ambizioso gruppo di giornaliste Dalit, decise a comunicare con coraggio gli abusi del patriarcato e gli illeciti del governo. In Raise the Bar di Guðjón Ragnarsson una squadra di basket femminile vuole abbattere le barriere culturali; e poi Soul Kids di Hugo Sobelman, a Memphis, dove gli adolescenti raccolgono l’eredità dei neri americani, aprendosi a nuove prospettive future e studiando musica soul nel doposcuola alla Stax Music Academy. Bigger Than Us di Flore Vasseur, sulla vita di Melati Wijsen, una giovane ed energica attivista che a soli 12 anni ha dato il via a una campagna per vietare la plastica monouso in Indonesia. E infine L’isolotto che c’è di Alberto Peraldo (26/11) un progetto didattico che ha coinvolto un gruppo di studenti dell’ISIS Galilei di Firenze e che pone al centro un quartiere di Firenze, l’edificazione del “villaggio-giardino”, l’alluvione del ‘68, l’espansione urbanistica, la nascita della Comunità di Don Mazzi, fino alle sfide dell’“era Covid” e ai progetti per il futuro del quartiere, sinonimo di solidarietà e integrazione.

Dall’archivio del festival, per la sezione Diamonds Are Forever, l’omaggio ai 30 anni dalla caduta dell’Unione Sovietica con Our Century di Artavazd Pelechian (1983), sul “secolo breve” in Unione Sovietica, e Elegia sovietica di Aleksandr Sokurov (1989), visione lirica e lucida su un impero in procinto di crollare; l’imperdibile Belovy di Viktor Kossakovsky (1992), uno sguardo realista e poetico sul mondo contadino, e Paradise di Sergej Dvortsevoj (1995), in cui si dedica attenzione ai gesti quotidiani di uomini e donne in lotta per la propria sopravvivenza. Ritratti di persone sconosciute, spesso ai margini della vita frenetica delle città, sono al centro di Alone di Dmitri Kabakov (1999), mentre Larisa (1980) è l’omaggio struggente di Elem Klimov alla sua compagna regista Larisa Shepitko e all'idea di un nuovo cinema sovietico; il movimento inquieto e frenetico di una generazione che anela a una vita differente, invece, viene raccontata da un autore da risocprire come Juris Podnieks in Is It Easy to Be Young? (1986). A conclusione del percorso, la memoria del cinema che riemerge nello sguardo di uno dei registi più significativi del panorama contemporaneo, Bill Morrison con The Village Detective (2021), a partire dalle bobine di un vecchio film sovietico recuperate da un pescatore a 20 miglia dalla costa islandese.

Doc at Work – Future Campus

Doc at Work – Future Campus rilancia la sua missione di intercettare le voci più̀ interessanti di giovani cineasti emergenti con una selezione di 12 film provenienti da 10 scuole di cinema di altrettanti paesi europei: la Aalto University - ELO Film School (Finlandia); la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti e il CSC Centro Sperimentale di Cinemaografia (Italia); La Fémis e Le Fresnoy / Studio national des arts contemporains (Francia); la HEAD (Svizzera); les APACH de la HELB (Belgio); la ECAM (Spagna); il master Doc Nomads (Belgio, Portogallo, Ungheria); la London Film School (Regno Unito). L’evento è organizzato in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, MAD Murate Art District.

Giornata di studi sulla valorizzazione dell’archivio

Tra gli appuntamenti del festival, la giornata di studi “Nuovi orizzonti per i patrimoni archivistici audiovisivi”, giovedì 25 novembre presso la Mediateca Regionale Toscana (via San Gallo, 25) all’interno della quale sarà presentato “PH Remix”, il progetto multidisciplinare realizzato dall’Università di Pisa in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e Festival dei Popoli per la valorizzazione dell’archivio.


Premio a Michelangelo Frammartino

Tra le novità di quest’anno il Premio “Energie Rinnovabili” a Michelangelo Frammartino in collaborazione con Enegan e CNA Firenze. Tra i registi più radicali e rilevanti emersi nel panorama internazionale degli ultimi 10 anni, il regista incontrerà il pubblico in una masterclass, mercoledì 24 novembre, al cinema La Compagnia, ore 11:30 (ingresso libero). Il premio verrà conferito alle ore 21 dello stesso giorno. Per l’occasione e per tutta la durata del festival, al Cinema La Compagnia, verrà esposta una mostra degli storyboard preparatori dei film, disegnati dal regista stesso.


Altri premi

Alla 62° edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio TËNK al miglior film italiano, presentato nel concorso internazionale e nel concorso italiano. Tënk è la piattaforma SVOD dedicata al cinema documentario indipendente in Europa. Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo della sezione Habitat: la casa di distribuzione CG Entertainment (www.cgentertainment.it) offre al film europeo vincitore l’opportunità di essere distribuito on demand sulla piattaforma cgdigital.it. Premio distribuzione in home video “POPOLI Doc”: la casa di distribuzione CG Entertainment offre al film italiano vincitore l’opportunità di essere pubblicato nella collana home video “POPOLI Doc – La collana del Festival dei Popoli” distribuita su tutto il territorio nazionale. Il Premio distribuzione in sala “Imperdibili” assegnato dallo staff del cinema La Compagnia: il film vincitore verrà tenuto in programmazione al cinema per un periodo da concordare con la produzione/distribuzione. Il Premio distribuzione in sala “Il cinemino” assegnato dal team de Il Cinemino all'opera che meglio saprà incarnare lo spirito "cinemino": impegno, valore sociale e linguisticamente innovativo. Il film vincitore verrà programmato durante una serata dedicata e tenuto in programmazione nei giorni successivi. E infine il Premio SudTitles “Il cinema per tutti” assegnato nell’ambito della giornata professionale del Doc At Work – Future Campus, che offre all’opera vincitrice la realizzazione dell’audio descrizione del film e il caricamento sull’app SudTitles (se in lingua italiana) o sottotitoli inclusivi in italiano e il caricamento sull’app SudTitles (se in lingua straniera).


Concorso Internazionale Lungometraggi

Diciotto film inediti in Italia, tra lunghi, medi e corti, per mettere in evidenza la ricchezza di temi e la varietà di stili che caratterizzano il documentario contemporaneo. Le opere in concorso spiccano per l’originalità degli argomenti trattati e per l’impronta personale che autrici e autori hanno saputo imprimere al racconto.

A NIGHT OF KNOWING NOTHING di Payal Kapadia, Francia, India, 2021, 96’ (27/11)
L’amore tra due ragazzi in India è un gesto politico e deve scontrarsi con differenze di casta, di classi sociali e religiose. La giovane coppia protagonista del film vive l’allontanamento provocato dai propri genitori come una lunga attesa per uscire da una notte di cui non si sa nulla.

AS I WANT di Samaher Alqadi, Egitto, Norvegia, Francia, Palestina, Germania, 2021, 88’ (22/11)
Alqadi ci racconta la rivoluzione egiziana da un’ottica nuova e dirompente, quella delle donne che dal 2011 in avanti hanno lottato per cambiare il loro paese; un film fortemente politico che usa il cinema come arma di denuncia e ribellione contro la violenza patriarcale radicata nella società.

AYA di Simon Coulibaly Gillard, Belgio, Francia, 2021, 90’ (23/11)
La giovane Aya vive spensierata con la madre nell’isola di Lahou, al largo della Costa d’Avorio. La sua casa è però minacciata dall’innalzamento del livello dei mari. Sebbene il suo paradiso sia destinato a essere inghiottito dalle onde, Aya è decisa a non abbandonare la sua terra.

BIG IN CHINA. GEORGES AND THE VISION MACHINES di Dominic Gagnon, Canada, 2021, 74’ (26/11)
Con oltre duemila video caricati in rete, il francese Georges denuncia la realtà̀ straniante e disumanizzante della società̀ cinese. Il film più politico e riuscito del regista canadese Gagnon che da anni racconta il codificarsi di un nuovo ordine mondiale nell’epoca del digitale.

CHARM CIRCLE di Nira Burstein U.S.A., 2021, 79’ (24/11)
Gruppo di famiglia eccentrica in un interno: Nira Burstein compone il ritratto del suo strano microcosmo familiare (il padre e la madre accumulatori compulsivi, una sorella malata mentale, l’altra in procinto di sposarsi con due donne) mescolando riprese di oggi e immagini familiari dal passato.

FROM THE PLANET OF THE HUMANS (Dal pianeta degli umani) di Giovanni Cioni, Italia, Belgio, Francia, 2021, 83’ (25/11)
A Ventimiglia, luogo di frontiera tra la Francia e l’Italia, il regista scopre la storia del dottor Voronoff, che prometteva l’elisir di lunga vita. Il passato e il presente si intersecano in un film magico, fatto di immagini dimenticate e di un presente nascosto.

Concorso Internazionale Mediometraggi

ALPS (Alpes) di Naël Khleifi, Belgio, Palestina, 2021, 60’ (23/11)
Nel cuore delle Alpi, gruppi di donne e uomini aiutano i migranti che rischiano la vita nell’attraversamento della frontiera franco-italiana, affrontando il freddo della notte e i controlli della polizia. Una testimonianza di grande potenza visiva sulla solidarietà e la disobbedienza.

FIRST TIME (The Time for All But Sunset – Violet) di Nicolaas Schmidt, Germania, 2021, 50’ (24/11)
Sulla metropolitana di Amburgo due ragazzi si ritrovano seduti uno di fronte all’altro. Oltre la finestra del vagone scorre il passaggio mutevole della città, tra il buio dei tunnel e la luce del panorama urbano al tramonto. Una storia d’amore sognata in un attimo di iridescenza.

METOK di Martín Solá, Italia, Argentina, Tibet, 2021, 61’ (26/11)
Metok è una giovane monaca tibetana che studia medicina in India. Quando la madre le chiederà di tornare a casa per aiutare una donna a partorire, il viaggio sarà un’esperienza avvolgente, in cui le montagne, i corsi d’acqua e il vento si faranno tappe di un lungo percorso interiore.

RONDÒ FINAL di Gaetano Crivaro, Margherita Pisano, Felice D’Agostino, Italia, 2021, 51’ (25/11)
Sant’Efisio, un Santo martire e guerriero, icona che muove le genti. Un rito che si ripete fuori dal tempo e che porta con sé le maschere di dominazioni passate e presenti di un’isola: la Sardegna. Un vertiginoso viaggio nello spazio-tempo tra i filmati d’archivio.

SOPRO di Pocas Pascoal, Portogallo, 2021, 43’ (22/11)
La vita di una coppia olandese che gestiva una fattoria nel Portogallo centrale prima del devastante incendio che ha colpito la zona nell’estate 2017. Ciò che resta è una continua emergenza, resistenza nel quotidiano che non dimentica il trauma della distruzione.

THE POLICE ESTATE (La cité de l’ordre) di Antoine Dubos, Francia, 2021, 51’ (21/11)
Alcuni agenti arrestano un uomo in un appartamento dai muri di cartone. Come un immenso set cinematografico, un centro di addestramento della polizia francese è il luogo in cui gli allievi si preparano ad applicare la legge: la simulazione di una società del futuro.

Concorso Internazionale Cortometraggi


BRAVE
di Wilmarc Val Francia, 2021, 25’ (22/11)
Quando una Mambo muore tocca ai suoi figli celebrare la divinità cui era devota. Cébé decide di tornare ad Haiti dalla Francia sperando di porre fine alle disgrazie che colpiscono la famiglia organizzando la cerimonia per la morte di sua madre, sacerdotessa vudù.

HALF A YEAR-LIGHT (Meio ano-luz) di Leonardo Mouramateus, Portogallo, Brasile, 2021, 19’ (24/11)
All’incrocio di una strada affollata di Lisbona un ragazzo tratteggia su un quaderno le sagome dei passanti. Nel mentre, una coppia in dialogo rievoca la storia di un portafoglio smarrito e ritrovato mesi prima. Un delicato incrocio di sguardi che fissa e rievoca piccoli momenti di vita urbana.

MY UNCLE TUDOR (Nanu Tudor) di Olga Lucovnicova, Belgio, Portogallo, Ungheria, Moldavia, 2021, 20’ (21/11)
La regista torna nei luoghi dell’infanzia dove, sotto l’apparenza di una famiglia normale, emerge un trauma impossibile da superare: gli abusi subiti per anni da parte dello zio. Sfidando il silenzio, la giovane decide di affrontare il parente per metterlo davanti alla gravità delle proprie azioni.

NAYA (Naya – Der wald hat tausend augen) di Sebastian Mulder, Paesi Bassi, 2021, 24’ (23/11)
Storia di Naya, lupa che dalla Germania si sposta fino al Belgio, e delle immagini che l’hanno ripresa, seguita, catturata. “Il bosco ha mille occhi” dice il sottotitolo: attraverso telecamere e video di sorveglianza, quegli occhi sono i nostri, così vicini e così lontani da Naya e dai suoi simili.

ONCE UPON A TIME IN QUIZCA (Érase una vez en Quizca) di Nicolás Torchinsky, Argentina, 2021, 12’ (26/11)
Un anziano contadino delle montagne argentine racconta una storia che parla di un suo amico, morto solo nella sua casa isolata. Ad accompagnare le sue parole il viaggio di alcuni uomini lungo i sentieri d’altura. Chi sono? Che rapporto hanno con quella storia?

SAINT JOHN THE BAPTIST (Saint Jean-Baptist) di Jean-Baptiste Alazard, Francia, 2021, 20’ (25/11)
Giovanni Battista, venerato santo dalla Chiesa, ha vissuto a lungo come asceta nel deserto. Manipolando un footage variegato, Alazard illustra la storia di un sovversivo per dare vita a un’elegia contadina militante che si trasforma in dichiarazione politica.


Concorso Italiano

LA ZITA di Tiziano Doria, Samira Guadagnuolo, Italia, 2021, 49’ (24/11)
In un paesaggio fuori dal tempo, l’arcaico ricordo delle civiltà passate resta ancora impresso nelle rovine disseminate nella campagna dove una capra si aggira brucando. Un ritratto intimo ma dalla portata mitica di un Sud Italia in cui convivono le contraddizioni di mondi distanti.

LOS ZULUAGAS di Flavia Montini, Italia, Colombia, 2021, 80’ (26/11)
Camilo è un cittadino italiano di origine colombiana. Ha lasciato il suo paese quando era bambino per via delle minacce ricevute dal padre, ex comandante guerrigliero morto in esilio a Roma. Diciotto anni dopo, decide di fare ritorno in Colombia per affrontare il suo doloroso passato.

TARDO AGOSTO di Federico Cammarata, Filippo Foscarini, Italia, 2021, 50’ (25/11)
Un paesaggio siciliano di fine estate: l’oscurità, gli animali, il vento, il fuoco, il mare, i suoni, la solitudine di un giovane pastore, la notizia della nascita di una figlia. Da lontano, la macchina da presa filma il silenzio del tempo e il rumore della vita, cogliendo la sospensione di una terra ferita.

THE AGE OF INNOCENCE (L’età dell’innocenza) di Enrico Maisto, Italia, Svizzera, 2021, 75’ (21/11)
Un diario personale che è anche la storia di un’educazione sentimentale. Riuscirà l’uomo-bambino, che da sempre si nasconde dietro alla macchina da presa, a lasciar intravedere qualcosa di sé e diventare finalmente grande? Il film più intimo e libero di Enrico Maisto.

THE MOMENT OF TRANSITION (Il momento di passaggio) di Chiara Marotta - Italia, 2021, 68’ (22/11)
La regista decide di fare ritorno a casa per confrontarsi con la famiglia (e la comunità religiosa) da cui si è allontanata anni prima. La sua volontà di capire e farsi capire si misura con la distanza tra visioni del mondo divergenti che l’affetto reciproco cerca di tenere insieme.

THE WAR TO COME (La guerra che verrà) di Marco Pasquini - Italia, 2021, 78’ (24/11)
Baraq e il suo plotone vivono in trincea in uno stato di attesa permanente. Attraverso un’osservazione attenta e silenziosa al fianco dei membri dell’esercito siriano, il film riporta sullo schermo i tempi lenti della vita al fronte, in un conflitto che non sembra avere mai fine.

WHEN YOU ARE CLOSE TO ME (Quando tu sei vicino a me) di Laura Viezzoli - Italia, 2021, 75’ (23/11)
Un microcosmo in cui il linguaggio verbale è minoritario, mentre il tatto, la presenza dell’altro diventano vie di comunicazione insostituibili. Un film dedicato alle straordinarie modalità di interazione di un gruppo di sordociechi e persone con disabilità sensoriali.

 

Il Festival dei Popoli è realizzato anche grazie alla collaborazione anche con Ambasciata del Portogallo e Istituto Camões; Ambasciata di Francia; Istituto Francese Italia e Istituto Francese Firenze; Unifrance; Trattoria dall’Oste; Goethe Institut; Tënk; Enegan; CNA Toscana, CNA Firenze e Murmuris. Festival dei Popoli |055 244778 | info@festivaldeipopoli.org. Biglietti: 60 euro abbonamento, 40 ridotto; 10 euro giornaliero (7 ridotto). Biglietti: pomeriggio 5 euro (4 ridotto); serale 7 euro (5 ridotto)


Per ulteriori informazioni: www.festivaldeipopoli.org