Martedì 22 marzo 2022, alle ore 21.15, prosegue la rassegna "
Scelti dalla critica" ideata dal critico
Claudio Carabba otto anni fa allo
Spazio Alfieri di Firenze, in via dell'Ulivo, con il film iraniano "
Il male non esiste" di
Mohammad Rasoulof,
Orso d'Oro alla Berlinale 2020. In sala, oltre al pubblico, i nuovi critici del futuro, grazie alla prima edizione del
Premio Claudio Carabba per la critica cinematografica. La rassegna propone i migliori film della stagione appena passata, in lingua originale con sottotitoli in italiano, presentati da un socio del
Gruppo Toscano Sncci - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici.
Settimo film del regista iraniano Mohammad Rasoulof che prosegue nel suo percorso di denuncia, evocando al tempo stesso il concetto della “banalità del male”, elaborato da Hannah Arendt. "Il male non esiste" si apre su un domestico quadretto di diligente professionalità esecutoria, il film in quattro episodi ruota sul tema della libertà individuale come forma di resistenza contro un regime che vanta fra i più alti numeri di esecuzioni capitali al mondo: Heshmat è un buon padre e un buon marito attento ai bisogni della famiglia. Ogni mattino si alza presto per andare al lavoro. Quale lavoro? Pouya non se la sente di essere colui che legalmente dovrà sopprimere una vita umana. Cosa dovrà fare per evitare questo compito? Javad non sa che insieme alla sua ufficiale dichiarazione d'amore in occasione del compleanno della fidanzata dovrà confrontarsi con un evento che l'ha scossa profondamente. Bahram è un medico che esercita in una località sperduta e che ha deciso di incontrare per la prima volta la nipote, che vive in Germania, per rivelarle un segreto. Perché le quattro vicende che mette in scena in capitoli separati, aventi un loro titolo specifico, affrontano tutte il tema seppur da prospettive diverse e con grande efficacia narrativa. Rasoulf dice che un giorno ha visto casualmente in strada uno dei suoi persecutori del passato e si è messo a seguirlo con l'intenzione di affrontarlo verbalmente in modo molto duro. Ma, prima di farlo, si è accorto dai comportamenti dell'uomo che non era un mostro ma che lo Stato repressivo lo aveva indirizzato in modo tale che il suo lavoro ne garantisse la continuità illiberale.
Per maggiori informazioni:
www.spazioalfieri.it