Marcello, Daniele, Alex, Dan, Gianlorenzo e Giorgio, ventenni romani, trascorrono notte dopo notte tra il Bar dei brutti a San Lorenzo e il San Calisto a Trastevere, ammazzando il tempo e bevendo Peroni. Finché Ludovica, un’amica studentessa di cinema a Parigi, torna a Roma per l’estate e li coinvolge nella realizzazione di un cortometraggio che li porterà a uscire, timidamente, dalle proprie abitudini. Si apre così “Il grande caldo”, il film di Marcello Enea Newman e Dan Bensadoun che sarà proiettato in prima toscana venerdì 17 giugno 2022, alle ore 21.30, alla Casa del Popolo di Settignano (via San Romano, 1 - Firenze).
Uno spaccato generazionale dolceamaro e irriverente che mette in scena le idiosincrasie di una generazione di millennials, destinati di lì a poco a ritrovarsi al centro dell'esplosione della scena musicale indie romana che ha segnato gli anni 00 – da I Cani a Calcutta. Tra i protagonisti lo stand-up comedian Daniele Tinti, noto al pubblico per la collaborazione con Comedy Central, la partecipazione al programma “Battute?” su Rai2 e il podcast “Tintoria”, che sarà presente a Settignano insieme ai registi. Nel cast anche il cantautore Alex Germanò (Bomba Dischi); tra i produttori del film, oltre ad averne curato la fotografia, Luigi Caggiano, già collaboratore al montaggio per Skam Italia. In apertura, alle 20.00, aperitivo nel piazzale del circolo. L’evento sarà introdotto dal collettivo fiorentino In fuga dalla bocciofila (ingresso gratuito con tessera ARCI).
“Avevamo più o meno vent’anni – raccontano i registi – quella che doveva essere l’età più bella della vita per noi era in gran parte fatta di noia, pigrizia, indifferenza. La città in cui vivevamo continuava il suo lunghissimo declino e noi, prematuramente, con lei. Nel cortile della Casa delle Letterature, dove passavamo il tempo a chiacchierare e fumare, ci è venuta un pomeriggio l’idea de “Il grande caldo”. Volevamo raccontare qualcosa della Roma che vivevamo, dei quartieri, dei bar, delle case in cui perdevamo le giornate. Gli attori saremmo stati noi, i nostri amici e le nostre amiche, le figure più divertenti che incrociavamo quando uscivamo di casa. Molti di noi facevano musica. I nostri amici I Cani e I Mostri stavano sdoganando narrazioni della nostra città che ci sembrano molto più oneste di quelle che trovavamo al cinema. Era l’anno de “La grande bellezza”, che guardammo con diffidenza e di cui pensammo, non senza arroganza, di poter fare di meglio”.
E continuano: “Abbiamo girato in due settimane, a luglio 2013. Il budget era di 850 euro, lavoravamo dall’alba a notte fonda, dividendoci ciascuno tra due o tre ruoli diversi. Il primo montaggio durava quasi un’ora e mezza. Organizzammo solo una proiezione davanti a una cinquantina di persone, in un locale di San Lorenzo ormai sparito: il Ristopub H24. Soddisfatti di quel momento di gloria e incerti su cosa fare del film, ci siamo fermati. Ogni tanto riparlavamo del film con affetto, dicendo che toccava farlo uscire, senza sapere bene cosa significasse. Verso il 2020 quel desiderio si è fatto più concreto: abbiamo prodotto un nuovo montaggio, finalmente corredato da una degna post-produzione del suono e dell’immagine. Lavorandoci, abbiamo constatato che in quegli anni si era aggiunto qualcosa al film: l’effetto del tempo. Sapere che quella Roma non esiste più, che quei ragazzi ventenni non torneranno mai. Non eravamo abbastanza spavaldi da cercare la perfezione, ma lo eravamo abbastanza per cercare una forma di verità: se non quella della nostra generazione o di Roma, almeno la verità su di noi nell’estate del 2013, intenti a fare qualcosa che somigliasse a un film”.
Lo scrittore Francesco Pacifico, che ha presentato la prima proiezione del film a Roma dopo la pandemia, ha commentato così “Il grande caldo”: “Mentre nasceva la scena indie romana qualcuno non era molto convinto di voler spaccare tutto e conquistare il mondo. "Il grande caldo" è un ritratto sincero della depressione middle class all'inizio dell'era social: niente sushi né coca né visualizzazioni né successo.”
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