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venerdì 19 aprile 2024

La nuova programmazione settimanale del Cinema Spazio Uno di Firenze

23-03-2023
Ecco la programmazione del Cinema Spazio Uno di Firenze (via del Sole, 10) che da giovedì 23 a mercoledì 29 marzo 2023 proietterà i seguenti film:

"STRANIZZA D'AMURI" di Giuseppe Fiorello
Giuseppe Fiorello debutta alla regia con un mélo giovanile coraggioso, indubbiamente generoso, civile, dalla parte dei ragazzi. All’origine di "Stranizza d’amuri" c’è il delitto di Giarre, duplice omicidio avvenuto nel 1982 in provincia di Catania. Le vittime erano due fidanzati, il venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola detto Toni di dieci anni più giovane, da tutti soprannominati “ziti” in senso dispregiativo: scomparsi da casa due settimane prima, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola ciascuno alla testa. La chiara matrice omofoba del delitto, commesso in un clima omertoso, suscitò commozione e indignazione in tutta Italia, tant’è che portò alla fondazione del primo circolo Arcigay. Il nipote di Toni, minorenne quindi impunibile, si dichiarò colpevole: sostenne che i due ragazzi lo costrinsero a sparare, ma due giorni dopo ritrattò affermando di essersi assunto la responsabilità su pressione dei carabinieri. È un preambolo necessario per capire la vocazione civile che sottende l’esordio alla regia di Beppe Fiorello, che questa storia l’ha rincorsa per anni prima di vederla sul grande schermo. E che in qualche modo si ritrova nelle prime scene del film, quando vediamo Nino, il nipotino Totò e lo zio impegnati in una battuta di caccia, che è anche un modo per capire come, nonostante l’età, ben presto i bambini imparavano a usare fucili. Ma non c’è l’elemento "crime", perché -come dichiara il titolo tratto dalla canzone di Franco Battiato (quasi un deus ex machina)- l’opera prima di Fiorello è soprattutto una storia d’amore. Di iniziazione all’amore, perché forse i due adolescenti protagonisti non sanno nemmeno cosa sia quel sentimento che stanno scoprendo semplicemente vivendolo. L’intento è manifesto: partire da una vicenda non per cercare i colpevoli o ricostruire gli eventi ma per raccontare uno spaccato sociale preciso: una Sicilia arretrata, patriarcale, feroce nonostante le disponibilità economiche, i sentimenti ancestrali, la solidarietà familiare in un’epoca “positiva” (la fine degli anni di piombo, il successo sportivo, l’enfasi sul cosiddetto “secondo miracolo economico”). Un mondo del passato rappresentato con grande onestà e immediatezza; una storia che ci ricorda cosa voglia dire essere maschio in una cultura mediterranea tradizionale.


Giovedì 23/03 Ore 15:15 - 19:15
Venerdì 24/03 Ore 16:50 - 21:00
Sabato 25/03 Ore 15:15 - 21:15
Domenica 26/03 Ore 17:00 - 19:15
Lunedì 27/03 Ore 16:00
Mercoledì 29/03 Ore 17:15
- VENERDÌ 24/03 ALLE ORE 21:15 IL FILM SARÁ INTRODOTTO DALLO PSICOLOGO, Dott. G. Bonavita

"WOMEN TALKING - Il diritto di scegliere" di Sarah Polley
“Come potremo essere perdonate, se non dagli anziani a cui abbiamo disobbedito?“. Esce finalmente nei cinema italiani "Women Talking – Il diritto di scegliere", il dramma osannato dalla critica diretto da Sarah Polley. Candidato a due Premi Oscar: Miglior Film e Miglior Sceneggiatura non originale, “Women Talking è basato sul romanzo bestseller “Donne che parlano” di Miriam Toews e porta sul grande schermo la terrificante storia di un gruppo di donne di una colonia religiosa. Il cast d’eccezione che dà voce a alle donne raccontate da Sarah Polley. Ispirato a una storia vera, il film si inserisce in un discorso attuale che ci riguarda tutti da vicino. Sarah Polley è un talento puro, un talento che meriterebbe un riconoscimento di molto superiore a quello ottenuto finora. Quattro film da regista in poco meno di vent’anni: "Away from Her", "Take This Waltz", "Stories We Tell" e adesso "Women Talking - Il diritto di scegliere" che la posizionano tra i nomi più significativi del nuovo cinema americano per la sua capacità di indagare le emozioni con un’intimità profondissima. Con "Women Talking" la regista fa un’ulteriore passo in avanti e porta in scena un racconto quanto mai moderno, eppure capace di trascendere passato, presente e futuro tanto sono amaramente universali i temi trattati. Lo fa partendo dal romanzo del 2018  "Donne che parlano", ispirato a sua volta a fatti realmente accaduti nel 2011 in una colonia Manitoba in Bolivia. Profondamente credenti, private della più semplice educazione scolastica, spaventate, le donne protagoniste di "Women Talking" fanno qualcosa che era sempre stato negato loro: iniziano a pensare. Ambientato quasi totalmente all’interno del fienile, il film ha il sapore dell’opera teatrale mentre mette in scena un tema che ci riguarda tutti. La Polley si addentra in una riflessione su fede, confronto, perdono, consapevolezza, potere, unione e autodeterminazione.

Giovedì 23/03 Ore 17:30
Venerdì 24/03 Ore 15:00
Sabato 25/03 Ore *19:25
Domenica 26/03 Ore *21:30
*Le proiezioni con asterisco sono in Inglese + sott.

"TUTTO IN UN GIORNO" di Juan Diego Botto
Dopo la presentazione alla scorsa Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti, arriva in sala "Tutto in un giorno" (En los márgenes), un dramma corale ambientato nel giro di sole 24 ore e interpretato da Penélope Cruz e Luis Tosar che racconta il tragico problema degli sfratti in Spagna a danno dei più indigenti. Juan Diego Botto -qui al suo esordio registico- gira una pellicola onesta, che non fa troppi sconti e che coinvolge molto emotivamente. Un film di analisi sociale con il focus sugli sfratti che hanno dilaniato la Spagna negli anni scorsi. Tre storie che si sviluppano nell'arco di un giorno e che la mattina successiva trovano il loro epilogo. Le difficoltà economiche e di lavoro portano strascichi importanti nelle vite di questi nuclei familiari. Sono le donne a portare la croce, mentre gli uomini risultano impalpabili. È stata proprio Penélope Cruz a convincere l’amico Juan Diego Botto ad occuparsi della regia di "Tutto in un giorno" e lo ha fatto perché colpita da una notizia terribile: in Spagna ogni anno si eseguono quasi 50.000 sfratti, ovvero quasi 140 sfratti al giorno. Quello che è ormai diventato un problema sociale, per non dire una piaga, non poteva restare sotto silenzio nemmeno e specialmente non al cinema, e Botto ha il merito di essere soltanto partito dalla questione sfratti per allargare il discorso e lo sguardo ad un intero sistema di oppressione sociale nei confronti degli emarginati. In questa sua pellicola d’esordio lo sguardo di Botto rimane sempre indagatore e mai giudicante, riuscendo a catturare per gran parte del minutaggio la forza devastante delle frustrazioni, delle difficoltà e dei problemi di natura soprattutto burocratica che i tre personaggi principali del film devono affrontare. Botto rimane incollato a loro e specialmente a Rafa, la cui storyline fa da filo conduttore all’intera vicenda e che alla fine dei conti risulta anche essere la più interessante e quella meglio costruita.

(In Spagnolo + Sottotitoli)
Giovedì 23/03 Ore 21:30
Venerdì 24/03 Ore 19:10
Sabato 25/03 Ore 17:35
Domenica 26/03 Ore 15:15
Martedì 28/03 Ore 16:15

"TÁR" di Todd Field
(In Inglese + Sottotitoli)
Lunedì 27/03 Ore 18:30
Martedì 28/03 Ore 18:15
Mercoledì 29/03 Ore 21:10

"LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA" di Mario Martone
Lunedì 27/03 Ore 21:15
Mercoledì 29/03 Ore 15:00
- Lunedì 27/03 il critico cinematografico Federico Berti presenta il film

"DISCO BOY" di Giacomo Abruzzese
Presentato alla Berlinale, unico film italiano in concorso, ha vinto l’Orso d’Argento per il Miglior Contributo Artistico per la fotografia (meravigliosa) di Hélène Louvart. "Disco Boy" di Giacomo Abbruzzese è un film potentissimo, figlio del miglior cinema contemporaneo, che mischia le derive digitali di questo storytelling visivo in un calderone di esoterismo, luci al neon, sonorità elettroniche e rimandi alla Nuova Hollywood. Quello di Abbruzzese non è un debutto per tutti e sicuramente una volta al cinema dividerà il pubblico e animerà un dibattito. C’è chi lo odierà e chi lo amerà, nessuna via di mezzo, e sempre e comunque per gli stessi motivi: la sua complessità, le sue risoluzioni criptiche, il suo stile derivativo e particolarissimo. Franz Rogowski è il militare bielorusso Aleksei, un moderno Walter Kurtz in questa versione elettronica di "Apocalypse Now". È il protagonista assoluto, in fuga da una nazione fascista, che si reinventa eroe e risale il Delta del Niger in un viaggio anche interiore alla ricerca di un vero scopo, lontano dal suo cuore di tenebra. A fare luce sul suo viaggio ci pensano le soluzioni visive che Abbruzzese adotta, che ai più ricorderanno il cinema di Winding Refn, ma che in realtà sono molto più vicine all’arte contemporanea e digitale: c’è una lotta sul pelo dell’acqua vista attraverso la visione termodinamica che richiede anche un grande sforzo di immedesimazione da parte dello spettatore. I protagonisti sono tutti alla ricerca di un luogo "altro", e questo luogo “altro” è la pista da ballo di un club francese dove Aleksei e Udoka si rincontrano dopo l’ esperienza in Nigeria. La pista da ballo diventa metafisica e si fa esperienza spirituale più che carnale. La grande colonna sonora curata da Vitalic accompagna questa unione di destini. Non c’è bisogno di spiegare quello che succede davanti ai nostri occhi perché sono le immagini e la musica a parlare. Si apre forse così una nuova fase del cinema italiano, finora solo auspicata: quella fatta di intenzioni e della versione più estrema dello show, don’t tell e ci pensa Abbruzzese a guidare questa nuova corrente.

(In Francese + Sottotitoli)
Martedì 28/03 Ore 21:00
Mercoledì 29/03 Ore 19:30
. Martedì 28/03 Collegamento via Skype col regista


Per ulteriori informazioni: www.cinemaspaziouno.it