Dal 19 al 31 luglio 2024, il film
"Attenberg" di Athina Rachel Tsangari, con
Ariane Labed e Yorgos Lanthimos, arriva in
versione originale con sottotitoli in italiano, al
cinema La Compagnia di Firenze (Via Cavour, 50R).
Nella sua opera seconda, Athina Rachel Tsangari dirige Ariane Labed e Yorgos Lanthimos in una tragedia greca che racconta anaffettività e sentimento tracciando il teorema dell’infelicità. Un film di formazione che strizza l’occhio a Dogthoot (Kynodontas) per tematiche e mood, in cui le vicende sono scandite da stranianti siparietti con due amiche che si muovono in un non-luogo stereotipicamente greco. Marina, una delle due protagoniste, guarda il mondo con diffidenza infantile, analizza tutto con una razionalità buffa e logorroica, finchè conosce “lo straniero” (interpretato dal regista Yorgos Lanthimos) e cede alla banalità delle emozioni e dell’istinto. Il suo atteggiamento subisce un cambiamento decisivo quando si rende conto che è il momento di crescere, perché il padre sta morendo. Il percorso verso la morte del genitore, che si rivela allora, oltre che perdita, obbligata assunzione di responsabilità.
In termini di dialogo, c’era ben poco che non fosse nella sceneggiatura. È stato rigorosamente provato in termini di battute e anche del linguaggio del corpo. Ho un’ossessione per la commedia screwball, Howard Hawks e film come La signora del venerdì . Non mi piace molto il sentimentalismo o il melodramma naturalista. In questo piano che avevo, in cui tutti dovevano negoziare qualcosa con qualcuno, hai anche bisogno di una terza persona che faccia da catalizzatore. Questo era molto importante per me. Sto lentamente cercando di sviluppare il mio linguaggio, questa relazione tra emozione e distanza, e come puoi negoziare i due senza essere troppo fuori dagli schemi o artistica e distaccata, e senza essere tutta come… in un film da ragazze. Non mi piace quando la gente dice che un film è un grande film femminile. Soprattutto in Grecia, è incredibile: se sei una donna, non fai cinema, fai film femminili. C’è questa idea che le donne facciano in gran parte film sentimentali. Non è che io mi opponga totalmente a questo: mi piacciono i film di tutto lo spettro che parlano di donne, persino Fast Times at Ridgemont High (Athina Rachel Tsangari)
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