Il racconto in presa diretta di ciò che sta accadendo lungo la Striscia di Gaza, con gli occhi di chi è sotto le bombe, nella prima mondiale di “To Gaza” di Catherine Libert, Fred Piet e Hana Al Bayaty, e quello dentro le vite di coloro hanno attentato la democrazia statunitense, a Capitol Hill nel gennaio 2021, raccontato in “Homegrown” di Michael Premo, proprio alla vigilia del voto presidenziale che può cambiare volto al mondo. Questo l’inizio di un viaggio lungo 90 film che si apre con Paolo Cognetti e il suo “Fiore mio”, in prima nazionale, che ci porta sulle cime del Monte Rosa (con le musiche di Vasco Brondi) per capire dove stiamo andando davvero e con quali persone al nostro fianco, o lungo le coste liguri tra i “Portuali” di Perla Sardella, nella lotta politica del collettivo di lavoratori nel porto di Genova tra il 2019 e il 2023, con gli scioperi contro le navi degli armamenti. Ancora, le prime di “Going Underground” di Lisa Bosi, flashback sui mitici Gaznevada, dal punk e la new-wave fino all’italo disco, storia acida di ragazzi folli dalla fine degli anni Settanta a oggi, e de “Il complotto di Tirana” di Manfredi Lucibello, piega ironica tra le trame dell’arte contemporanea nella più grande bufala ordita ai danni del fotografo Oliviero Toscani alla Biennale di Venezia nel 2000. E ospiti speciali, firme del cinema d’autore più in voga del momento, come Albert Serra che oltre a presentare in prima nazionale il suo discusso ritratto della corrida spagnola, “Tardes de Soledad”, sarà protagonista di un talk a Palazzo Strozzi. Poi i registi Pietro Marcello e Alice Rohrwacher, a colloquio sul futuro del documentario italiano ormai diretto verso le nuove frontiere del cinema di finzione, Vinicio Capossela che presenterà “Natale Fuori Orario”, originale road movie e film-concerto in cui torna ai suoi primi “concerti per le feste”, o la scrittrice francese Christine Angot, caso letterario in patria, oggi in concorso con “A Family”. Per guardare in faccia la realtà, anche dove fa più male, e agire di conseguenza, nel presente e nei luoghi di tutti i giorni, per scegliere il domani che verrà.
Questi sono alcuni tra i compagni di viaggio - film, documentari e ospiti - della protagonista di questa edizione, l’esploratrice del mondo che campeggia sul manifesto del 65° Festival dei Popoli, il festival internazionale di cinema documentario più antico in Europa, che si terrà dal 2 al 10 novembre 2024 a Firenze per la direzione artistica di Alessandro Stellino, quella organizzativa di Claudia Maci e con la presidenza di Roberto Ferrari. Nel manifesto, infatti, una donna - elaborata con il supporto dell’IA - si muove tra realtà e futuri possibili, si aggira per le piazze e i ponti di una città in trasformazione, attraverso la lente politica del documentario e con gli occhi puntati su quello che verrà.
Il festival fa parte del programma “50 Giorni di Cinema a Firenze” ed è realizzato con il contributo di Europa Creativa Media, MiC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Calliope Arts Foundation e Publiacqua.
Il festival sarà inaugurato alle 20.30 sabato 2 novembre al cinema La Compagnia con l’anteprima italiana di “Fiore Mio”, il primo film scritto, diretto e interpretato da Paolo Cognetti, che esordisce alla regia con un lavoro in cui pone al centro la sua passione per la montagna, come spazio geografico e dimensione interiore. Lo scrittore sarà ospite del festival insieme al cantautore Vasco Brondi che ha curato le musiche del film. Quando nell’estate del 2022 l’Italia viene prosciugata dalla siccità, Cognetti assiste per la prima volta all’esaurimento della sorgente nei pressi della sua casa in Valle d’Aosta. Un avvenimento che lo turba profondamente e lo spinge a raccontare la bellezza del Monte Rosa, dei ghiacciai destinati a sparire o mutare per sempre a causa della crisi climatica. Il regista ci conduce così sulle cime del Quintino Sella, dell’Orestes Hutte e del Mezzalama, attraverso paesaggi mozzafiato e incontri con chi nella montagna ha trovato, prima che una casa, un vero e proprio “luogo del sentire”.
Il primo giorno del festival, al cinema La Compagnia, comincia alle 17 con “Qui è altrove” di Gianfranco Pannone storia tra teatro e carcere ambientata a Volterra, nell’istituto di detenzione collocato all’interno della Fortezza Medicea: qui c’è, appunto, la Compagnia della Fortezza, fondata 35 anni fa e gestita dal regista Armando Punzo, che ogni estate allestisce il suo spettacolo nel carcere, con i detenuti come attori. Gianfranco Pannone ha seguito all’interno del carcere di Volterra le prove di Armando Punzo con la sua compagnia, fino al primo debutto. Entrambi saranno presenti in sala per presentare il film. Alle 18.30 sullo schermo, invece, la storia di una piccola fattoria in una foresta norvegese, con “A New Kind of Wilderness” di Silje Evensmo Jacobsen (per la sezione Habitat): qui vivono una vita isolata i Paynes con l'obiettivo di essere liberi e selvaggi, una famiglia unita e in armonia con la natura: tuttavia, quando una tragedia la colpisce, il loro mondo idilliaco si sconvolge e li costringerà a forgiare un nuovo percorso nella società moderna. Il film ha vinto il Sundance Film Festivalnella sezione dei documentari internazionali.
Per maggiori informazioni: www.festivaldeipopoli.org