Torna a Firenze, dopo alcuni anni di pausa, la rassegna cinematografica “Ciak sul lavoro”, organizzata da Filcams Cgil Toscana, Filcams Cgil Firenze e associazione Anémic. La rassegna, intitolata “Di Lotta e Resistenza”, è dedicata a Robert Guédiguian, regista militante francese che ha sempre messo il lavoro e le lotte per i diritti ad esso collegati al centro del suo cinema. In programma la proiezione di sei film, dal 16 settembre al 6 ottobre 2024, tra Istituto Francese, cinema La Compagnia e Spazio Alfieri (alla presentazione dei primi due, sarà presente il regista).
Dicono Stefano Nicoli (segretario generale Filcams Cgil Toscana) e Maurizio Magi (segretario generale Filcams Cgil Firenze): “Vogliamo parlare di lavoro con il linguaggio del cinema. Ma oggi si parla di lavoro che non c’è, che non si trova, del lavoro precario, di quello flessibile, del lavoro senza salute e sicurezza, del lavoro nero. Questo ci troviamo ad affrontare tutti i giorni come Sindacato, nei luoghi di lavoro, provando a difendere il lavoro, premessa indispensabile per uscire dalla crisi, perché il lavoro è dignità, è realizzazione di sè, è riconoscimento sociale, è libertà. Robert Guédiguian è un regista militante che ha sempre messo il lavoro e le lotte per i diritti ad esso collegati al centro del suo cinema”.
Aggiunge l’associazione Anémic: “Guédiguian arriva a raccontare un intero universo di valori, sentimenti, idee, creatività, gioie e dolori, supportato dalla moglie e musa Ariane Ascaride, interprete di quasi tutti i suoi film. E a mettere in pratica, attraverso il lavoro di regista (ma anche di produttore) i principi di giustizia sociale, dignità e spirito comunitario in cui ha sempre fermamente creduto e di cui si è alimentato. Il suo cinema non è solo ‘politico’ ma è attraversato da un afflato umanistico, scambio e partecipazione. L’impegno mostrato dal regista nel suo percorso artistico lungo oltre 20 titoli è molto più profondo e complesso”.
Programma
Lunedì 16 settembre / ore 21 (ingresso gratis)
Istituto Francese
A L’ATTAQUE!
All’attacco!
Francia 2000 – colore – 90’ – v.o. sott.it.
Sarà presente Robert Guédiguian
Un sipario rosso spalanca lo schermo alla visione del film, il nono lungo firmato da Guédiguian. Siamo a braccetto con l’emisfero teatrale. Palcoscenico e set viaggiano di conserva. Il rapporto è stretto, ambientale, professionale, domesticamente creativo. Dove finisce l’uno e comincia l’altro? Ambientato all’Estaque, interpretato da un affiatato manipolo di attori, vera e propria famiglia allargata del cineasta, il film si muove lieve all’ombra di una coralità avvolgente, ironica e introspettiva, con continui, divertiti rimandi ai due sceneggiatori (il motore dialettico della narrazione) impegnati nella scrittura del film che scorre davanti ai nostri occhi. Guédiguian va all’attacco dalla parte dei lavoratori, del proletariato, di chi sgobba, soffre e suda ogni giorno per restare a galla, per non venire schiacciato da una economia cinica, subdola e spietata. Ma non affonda nel dramma. Si muove sul crinale della commedia con punteggiature musical in omaggio a Jacques Demy. Una commedia indomita e battagliera coi protagonisti che la abitano che non si danno mai per vinti e reagiscono come possono, anche in maniera sgangherata, alle ingiustizie socio economiche di cui sono il bersaglio. Guédiguian gioca in casa e, in questo caso di fiabesca, sognante plausibilità, non rinuncia al lieto fine. Un tratto leggero, dunque, nel segno di un divertissement garbato e accogliente, che ha il merito di non prendersi troppo sul serio pur affrontando tematiche importanti, profonde e sempre attuali.
Martedì 17 settembre / ore 21 (ingresso 3,50 euro – promozione Cinema in Festa)
Cinema La Compagnia
ET LA FÊTE CONTINUE!
E la festa continua!
Francia/Italia 2023 – colore – 107’- v.o. sott.it.
Sarà presente Robert Guédiguian
A 69 anni Robert Guédiguian rimane indissolubilmente legato a Marsiglia, culla e teatro della sua poetica, e al suo gruppo di fedelissimi, irriducibili attori guidati dalla moglie e musa Ariane Ascaride, che invecchiano davanti alla macchina da presa così come ai destini del “popolo di sinistra” nell’inverno politico attuale. Un senso di fedeltà che affascina e non conosce cedimenti. Il film prende spunto da fatti di cronaca recenti, il crollo di alcuni edifici privati, il 5 novembre 2018, fatiscenti immobili in cui persero la vita otto persone. Ruota attorno alla vita di Rosa, infermiera pasionaria, vedova e nonna affettuosa, e instancabile attivista politica, anche se meno sicura di un tempo, cuore pulsante di un contesto corale, meglio collettivo. Il film salta da una storia all’altra e riserva bellissimi momenti di grazia. Un inno alla fede nella vita che raccorda sapientemente commedia, dramma e romanticismo. Un nuovo confronto generazionale che lancia inediti contrappassi quanto rischiose punteggiature. La vita quotidiana e le sue sfide si inseguono sulla giostra della sopravvivenza. Ci sono amori che iniziano e amori che forse finiscono; coppie che sembrano infrangersi sugli scogli dell’eccesivo attaccamento alle tradizioni; dialoghi fra genitori e figli che si incagliano per poi riprendere. Un’opera di denuncia, marcata però da garbo, ironia, tenerezza: evidenzia le ferite del tessuto sociale ma non le urla mai. Un’opera di impegno civile confezionata con sentimento e poesia. Mai impetuosa o traboccante rabbia vendicativa.
Lunedì 23 settembre / ore 21 (ingresso 5 euro)
Spazio Alfieri
LA VILLA
La casa sul mare
Francia 2017 – colore – 107’ – v.o. sott.it.
Un gioco di famiglia. Un gioco di squadra. Niente è sicuro. Nessuno è protetto. L’inquietudine soffia. La brezza che circola su questo promontorio montaliano profuma di Cecov: una dolcezza alla Renoir, una tenerezza alla Pagnol. Fuga e dissolvenza. Incertezza e sospensione. Evocazione e imperfezione. Il tempo, la storia, la memoria. Guédiguian tratteggia sogni e conflitti, speranze e tragedie, illuminandoli con la luce tenue e salvifica della ragione. Alla famiglia, ma anche ai gruppi solidali di lavoratori, amici e vicini di casa, seguendo un fil rouge che dura dagli esordi, Guédiguian in un modo o nell’altro si è sempre dedicato, grazie a un “cinema del reale” e a una narrazione che non si nasconde, che non evade dalla pura finzione e che sa restare in contatto con la quotidianità che ci accoglie e ci respinge. C’è una morbidezza insolita in questo mosaico di vera umanità. Girato per lo più “addosso” ai protagonisti, con luci soffuse, prevalentemente in esterni o in interni notturni dai quali traspare il desiderio di uscire con urgenza, il film beneficia di un montaggio che, nel suo muoversi come in una lieve danza, accompagna gli interpreti, compresi i bambini che hanno ruoli di silenzioso rilievo. Un film che scivola via intrecciando sorrisi e preoccupazioni, in cui il senso della solidarietà e le distanze da colmare (sia pure a costo di inevitabili scontri e attriti) marcano l’andamento cameristico. Un “andante con moto” la cui conclusione è un inno soffuso eppure potente all’accoglienza e alla condivisione.
Giovedì 26 settembre / ore 19 (ingresso 5 euro)
Spazio Alfieri
GLORIA MUNDI
Gloria Mundi
Francia/Italia 2019 – colore – 107’- v.o. sott.it.
Il lavoro che si riflette nel suo farsi e disfarsi quotidiana emergenza e incide il paesaggio umano e ambientale che lo attraversa. Guédiguian inquadra ancora Marsiglia, il suo terreno privilegiato, quello che conosce meglio, il più congeniale alle sue parabole socio esistenziali. E si affida ai suoi interpreti d’elezione. I suoi attori feticcio. Gruppo di famiglia in una porzione di spazio tempo alle prese con i problemi di come sopravvivere di fronte alla crisi. Le scelte dividono. E seguono itinerari opposti. Il rispetto da una parte, il compromesso dall’altro. La solidità morale da un lato, il cedimento alle scorciatoie dall’altro. Furbizie ed egoismi lasciano poco spazio alla solidarietà di classe. Il racconto è stavolta crudo, implacabile. Non fa sconti. Nessuna concessione alla malinconia. Nessun cedimento alla nostalgia del tempo che fu. Le fatiche, le difficoltà, i sacrifici, i contraccolpi scuotono l’aria e incendiano la mente, e i comportamenti dei protagonisti. Semmai a fare da spartiacque etico è la loro età. Il regista infatti riconosce alle generazioni più anziane un rigore e una generosità che le più giovani hanno sepolto sotto la coltre del consumismo e il morbo del successo. Una fitta rete di sentimenti si stende sulla narrazione. Ma è una rete piena di falle. Sfilacciata. La coesione sociale non è più quella di una volta. La ragnatela del capitalismo tutto anestetizza: non perdona. Coppa Volpi miglior interprete femminile al Festival di Venezia 2019 ad Ariane Ascaride.
Lunedì 30 settembre / ore 21 (ingresso 5 euro)
Spazio Alfieri
MARIUS ET JEANNETTE
Marius e Jeannette
Francia 1997 – colore – 102’- v.o. sott.it.
È il film che ha fatto conoscere ad un vasto pubblico, quello italiano in particolare, i “romanzi popolari” che Robert Guédiguian ha raccontato a partire dal 1980 con Dernier été. Il mondo di Robert e Ariane arriva a Marsiglia, a l’Estaque, che diventerà la casa madre, il giacimento ambientale, lo scrigno emotivo, il paesaggio sentimentale delle loro storie, pubbliche e private. Jeannette, vedova con due figli, si spezza la schiena, seduta tutto il giorno alla cassa di un supermercato. Sogni e visioni, desideri e delusioni. Marius è il guardiano di un cementificio, solo ostile angosciato, vive con i suoi fantasmi che tenta di scacciare davanti alla televisione perennemente accesa. Le due solitudini, Marius e Jeannette, si incrociano, si riconoscono, finiscono per intrecciare i loro destini. Sarà amore vero e consapevole? Destinato a durare? Attorno a loro si muove la Comune dell’Estaque, una coreografia, un cortile che fa da piazza e parlamento, ring e assemblea, un pugno di vite che non si sono arrese alle difficoltà. Romantico e assolato Marius et Jeannette ci conduce nel microcosmo di Guédiguian, un laboratorio di “umanità permanente”, condiviso e partecipato, come apertura sul mondo, solidale e disponibile. Un piccolo film affascinante e gentile, appassionato e gioioso. Una favola commovente, chiusa e spalancata al tempo stesso nel cuore di una enclave, un coro d’anime e desideri, affacciata sul mare, descritta con mano sicura, musicale poesia narrativa e delicato respiro espressivo.
Giovedì 3 ottobre / ore 19 (ingresso 5 euro)
Spazio Alfieri
LES NEIGES DU KILIMANDJARO
Le nevi del Kilimangiaro
Francia 2011 – colore – 107’ – v.o. sott.it.
Ambientato, come altri titoli del Nostro, nel quartiere marsigliese dell’Estaque, il film conferma la volontà del regista di affrontare un tema caldo e di denunciarne le responsabilità, le storture. Il settore portuale è in crisi. I licenziamenti sono all’ordine del giorno. Ma la scelta di chi deve lasciare il lavoro è affidata al caso. Sarà una lotteria a decidere, mentre i sindacati chiudono gli occhi e voltano la faccia da un’altra parte. La vicenda si allarga. Le pieghe del destino sono insondabili. Imperfette e sulfuree. Così accade quello che non dovrebbe accadere. Il Kilimangiaro può attendere? La realtà davvero può essere, come in questo caso, più irrequieta e irresponsabile della fantasia? Qui lo sguardo di Guédiguian, più che in altre occasioni, è uno sguardo fortemente “sociale”, attento ai meno fortunati, agli sfruttati, agli umiliati. Il suo è uno sguardo critico e affilato, ma mai esasperato o cinico. Uno sguardo sensibile, complice e altruista, capace di intercettare anche i profili, i retroscena, le incognite più scomode, i lati oscuri dei suoi protagonisti, gente comune, sull’orlo del fallimento. Ma che sono animati da una sana voglia di starci in questo mondo, posseduti e incitati da una gioia di vivere capace di farsi beffe delle ingiustizie e degli scherzi (anche i più improbabili) che il destino propina loro con regolare compiacimento. Il finale è uno spiraglio di “nuova” luce. Forse un altro mondo non è possibile. Ma le vie della “ribellione/conciliazione” sono ancora percorribili.
Per maggiori informazioni: https://cgilfirenze.it - www.anemic.it