Il Festival di Cinema e Donne si avvia alla conclusione della sua 45ª edizione, dopo cinque giorni in cui il Cinema La Compagnia di Firenze è diventato il punto di riferimento internazionale per il cinema al femminile. Un programma ricco di film e ospiti ha dato voce a storie di coraggio, resilienza e cambiamento, riaffermando il potere del cinema per una nuova narrazione delle donne.
Sabato 23 novembre, la giornata si apre alle 15:00 con Holy Cow (Vingt Dieux) di Louise Courvoisier, vincitore del Premio per la Miglior Opera Prima al Festival di Cannes 2024. Anthony, un ragazzo che cerca di aiutare la sua famiglia in difficoltà economica, partecipa a un concorso scolastico che diventa per lui un’opportunità di speranza e resilienza, raccontata con sensibilità e tocco delicato.
Alle 17:00 sarà proiettato Mistress Dispeller di Elizabeth Lo, un documentario che trasporta il pubblico nella Cina contemporanea, dove una donna assume una mediatrice matrimoniale per sabotare la relazione extraconiugale del marito, dando vita a un racconto intimo e ironico sulle complesse dinamiche familiari del suo paese e sull’inadeguatezza delle narrazioni romantiche del cinema.
Alle 19:00, Céline Sciamma, la regista francese di fama internazionale invitata a presentare la sua “Carte Blache”, proporrà in anteprima nazionale il film Not a Pretty Picture (Stati Uniti, 1975) di Martha Coolidge, un audace esperimento di metacinema che esplora il tema della violenza sessuale sullo schermo, interrogandosi sull’etica della sua rappresentazione. La copia restaurata in 4K, concessa dall’Academy Film Archive e dalla The Film Foundation, sarà un’occasione unica per riflettere su consenso, trauma e senso di colpa, attraverso un approccio che mescola documentario e fiction.
Alle 21:00, si terrà la cerimonia di premiazione dei film in concorso, seguita dalla proiezione del corto Things That My Best Friend Lost di Marta Innocenti, vincitore alla SIC di Venezia 2024. In una notte buia, i colori e i suoni di una festa illegale risvegliano turbamenti e gioie attraverso il grido solitario di Andrea, che riflette sulle difficoltà della contemporaneità nel connettere le persone.
A seguire, Teaches of Peaches di Philipp Fussenegger e Judy Landkammer, racconta l’attività musicale e l’impegno sociale dell’icona femminista Peaches, mescolando materiale d’archivio, interviste e filmati del tour per l’anniversario dell’album The Teaches of Peaches, esplorando l’universo queer e intersezionale della cantante. La giornata si concluderà alle 23:30 con un DJ set di Andrea Del Torchio, che trasformerà la sala in uno spazio di festa.
Per la giornata di chiusura, domenica 24 novembre, il festival propone alle 15:00 Black Box Diaries di Shiori Ito, un’anteprima mondiale realizzata in collaborazione con CineAgenzia e Internazionale. Il documentario segue la lotta della giovane giornalista giapponese che nel 2017 denunciò una violenza sessuale subita da un collega influente, affrontando minacce, cyberbullismo e una battaglia legale estenuante, e diventando simbolo di resistenza.
Alle 17:00 sarà la volta di L’occhio della gallina di Antonietta De Lillo, che racconta il viaggio personale e artistico della regista, esclusa dal sistema cinematografico italiano a causa di un’ingiustizia. Il film, presentato a Venezia 81 nelle Giornate degli Autori, riflette sul potere del cinema come strumento di cura e opposizione.
Alle 19:00, fuori concorso, Reinas di Klaudia Reynicke racconta la storia di due sorelle costrette a fuggire dal Perù negli anni Novanta, in un ritratto vivido di una generazione che affronta la transizione all’età adulta tra insicurezza e paura. Dopo la sua prima mondiale al Sundance 2024, il film ha conquistato il Premio del Pubblico al Locarno 77 ed è stato selezionato al 74° Festival di Berlino.
Alle 21:00, Tape 001: Grace, cortometraggio di Lisa Mazzei e Leonardo Fiori, sarà introdotto dai registi in sala per una discussione moderata da Sentiero Critic Lab. La storia di tre protagonisti in una notturna in skateboard, con un’estetica anni ’90 e un’atmosfera sci-fi, è un viaggio visivo che fonde nostalgia e stile. E per finire, I Saw The TV Glow di Jane Schoenbrun, incentrato su Owen e Maddy, due adolescenti che si rifugiano nella loro ossessione per una serie TV notturna, in un viaggio mentale che esplora il trauma familiare e la transizione di genere. Prodotto dalla Fruit Tree di Emma Stone e A24, il film è stato presentato al Sundance Film Festival, colpendo per la sua intensità visiva e narrativa.
Per maggiori informazioni: www.cinemalacompagnia.it