"E' una cinematografia straordinaria quella koreana che ci permette di fare il giro del mondo e di conoscere meglio la cultura del paese e i suoi abitanti" ha detto
Stefania Ippoliti, responsabile dell'area cinema Fondazione Sistema
Toscana, alla presentazione della 14° edizione del Korea Film Festival ospitata da Move On.Il festival si svolgerà da venerdì 11 a venerdì 18 marzo 2016, al cinema Odeon di Firenze e in vari luoghi della città. L'ospite d'eccezione, cui è dedicata la prima retrospettiva italiana, sarà
l'attore e regista asiatico Ryoo Seung-wan, ribattezzato dalla critica il
"Tarantino coreano". Accanto a Ryoo Seung-wan vi saranno anche
Oh Seung-uk, regista del film di apertura "The Shameless",
Shin Su-won, autrice di "Madonna", che ha riscosso molto successo all’ultimo
Festival di Cannes,
Kim Hyun-suk con il suo "C’est Si Bon", nell’ambito di K Music,
Hong Won-chan, al debutto registico con il thriller "Office" e il cineasta
Lee Joon-ik, autore della pellicola in costume che concluderà la kermesse.
Il programma del Korea Film Festival prevede 29 cortometraggi e 8 corti tra anteprime europee e italiane, oltre a 6 registi e 3 eventi collaterali. Una delle novità di quest'anno è la
K Music: una sezione trasversale di 4 pellicole che,
definendo il ruolo della musica nel cinema coreano, danno una visione più ampia di questa cinematografia. Ci saranno poi le classiche sezioni
"Orizzonti Coreani", dedicata alle opere contemporanee più viste e ai titoli campioni d'incasso, e
"Indipendent Korea", pellicole che non trovano spazio nella grande distribuzione e alle quali verranno assegnate il premio del pubblico e della critica. Non mancherà l'appuntamento del terrore con la
"Notte Horror" e la sezione di cortometraggi realizzati da Asiana Internatinal Short Film Festival in collaborazione con Seoul International Extreme.
"Il festival, che unisce finanziamenti pubblici e privati, porta alla scoperta della Korea e dei suoi rapporti con l'Italia ma permette anche la promozione della cinematografia italiana in Korea, dove tutto era fermo ai grandi classici di De Sica e Fellini" ha dichiarato
Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi-Toscana Korea Association, ideatore e direttore della rassegna che ha inaugurato la 5° edizione della Primavera Orientale, manifestazione del cinema d'Oriente.
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Il nostro obiettivo è di dar vita a una cooperazione culturale ed istituzionale tra Italia e Corea. Vogliamo promuovere, oltre al cinema coreano in Italia, anche quello italiano in Corea del Sud, collaborando con i maggiori festival del paese per l’ideazione di retrospettive e rassegne dedicate ai protagonisti del nostro panorama culturale", ha continuato Gelli.
A Seoul, capitale della Corea del Sud, dal 28 al 30 dicembre 2016, si svolgerà la prima edizione di 'Volare! Italian Film Festival',
la rassegna dedicata al cinema italiano. Sarà 'Maraviglioso Boccaccio' di Paolo e Vittorio Taviani (2015) a inaugurare il festival (a Seoul) con le novelle del Decamerone narrate sullo sfondo di una Firenze trecentesca colpita dalla peste. A seguire 'Lo chiamavano Jeeg Robot', l'opera fantascientifica di Gabriele Mainetti, 'Fino a qui tutto bene' (2014) del regista toscano Roan Johnson e Un ragazzo d’oro (2014), l’ultimo lavoro di Pupi Avati con Riccardo Scamarcio e Sharon Stone al suo primo ruolo in un film italiano.
Marco Luceri e Caterina Liverani del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani hanno spiegato i messaggi e le riflessioni che si celano dietro la violenza del cinema coreano. "Nella sezione 'Orizzonti coreani' sarà la donna a fare da protagonista con 'Office' di Hong Won-chan e 'Madonna' di Shin Su-won", ha detto Caterina Liverani. "
Nella sezione 'Indipendent Korea' i giovanissimi registi mettono al centro il tema del lavoro e della famiglia. Ed è molto interessante anche 'Sunshine' dove la Corea del Nord viene vista attraverso gli occhi di una pittrice fuggita dal suo paese", ha concluso Liverani.
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Il Korea Film festival, nato nel 2003, ci ha fatto riscoprire questo cinema che si era un po' inabissato. Oggi siamo di fronte ad una nuova generazione anche rispetto a quella del 2003. Ryoo rielabora tante suggestioni coreane, a partire dai fumetti e dalle serie tv, e le riporta nel cinema abbattendo tanti schemi di genere. Contamina e mischia mondi diversi per creare suggestioni nuove" ha spiegato Marco Luceri. "
Con il film di chiusura 'The Throne', candidato per la Corea del Sud agli Oscar 2016 e ispirato a fatti realmente accaduti, la Corea mostra un'idustria florida (il film è in maschera). Il regista Lee Joon-ik racconta della lotta per il potere del XVIII secolo, mette in discussione il rapporto padre-figlio e le politiche monarchiche. Riflettere sul passato è molto significativo perchè vuol dire soprattutto riflettere sul presente" ha concluso Luceri.
Per maggiori informazioni:
www.koreafilmfest.com Erika Greco