Non poteva esserci inizio d'anno migliore per la vita culturale di Firenze:
dopo vent'anni dalla sua chiusura,
si alza nuovamente
il sipario sul Teatro Niccolini in via Ricasoli, lasciato in stato di abbandono dal 1995, ma da sempre nel cuore dei fiorentini.
Il ritorno al suo originario splendore è merito dell'
imprenditore Mauro Pagliai, proprietario della casa editrice Polistampa e della società di servizi Eventi Pagliai, che nel 2006 ha acquistato e sottratto al suo degrado quello è
il più antico teatro fiorentino, oltre che uno dei primi all'italiana.
"A nome di tutta la città di Firenze, voglio ringraziare Mauro Pagliai per l'impegno prodigato in questi anni nel realizzare ciò che a tutti sembrava impossibile - ha esordito il
sindaco e Presidente della Fondazione Teatro della Toscana Dario Nardella alla presentazione del nuovo Niccolini -
Riaprire un teatro chiuso è più difficile che aprirne uno nuovo, ma andando in controtendenza rispetto al resto del Paese, Firenze non chiude la cultura, bensì la riapre". Dietro questo nuovo capitolo della vita culturale fiorentina, troviamo un profondo amore e una sincera gratitudine di Pagliai verso Firenze:
"Con la riapertura del Niccolini, ho voluto in parte restituire ciò che Firenze mi ha dato negli ultimi 50 anni - ha detto l'imprenditore spiegando le ragioni del suo impegno nei confronti di questo teatro, da lui sentito "
come una mia creatura, una creatura che con l'inizio delle attività diventerà di tutti".Da oggi ha quindi inizio il
secondo atto della lunga storia dell'ex
teatro del Cocomero, così chiamato fino al 1860 dal nome della strada nella quale è ubicato, diventata poi via Ricasoli; una storia segnata da
luci e ombre, iniziata nel 1650 quando un gruppo di aristocratici prese in affitto alcune stanze del palazzo Ughi in via del Cocomero, costruendovi il teatro. Di proprietà dell'
Accademia degli Infuocati fino al 1934 (il cui stemma, una bomba accesa, è ancora visibile sopra la lunetta all'ingresso del teatro), nel corso del Novecento ha conosciuto numerosi successi e altrettante cadute: venne trasformata in sala cinematografica fino agli anni '70, quando la proprietà, nelle mani della famiglia Ghezzi, insieme a Roberto Toni e
Carlo Cecchi, fondò la compagnia del Granteatro, portando il Niccolini a essere centro privilegiato per la prosa. In quegli anni calcarono il suo palcoscenico personaggi del calibro di
Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Ingmar Bergman, dello stesso Cecchi e di
Paolo Poli che, per anni, ha visto il Niccolini come una seconda "casa". Non poteva essere che lui, proprio Paolo Poli, il protagonista della
serata inaugurale di venerdì 8 gennaio: una serata a invito (posti esauriti in meno di un'ora dall'apertura delle prenotazioni) che vedrà sul palco Poli con lo spettacolo
"Teatrino" in cui l'attore dialogherà con il critico Valentina Grazzini in una sorta di colloquio-intervista, seguita poi dall'esibizione dell'Orchestra della Scuola di Musica di Fiesole.
Cosa ci aspetterà al nuovo Niccolini? Dopo il lungo e imponente lavoro di ristrutturazione, visto lo stato di degrado nel quale versava a causa dell'incuria e della nota occupazione studentesca del 2002 (basti pensare che, come ricordato da Pagliai,
"soffitto e tetto si trovavano in platea"), oggi la struttura originaria è tornata ad essere un
affascinante gioiello architettonico, con i suoi
406 posti e quattro ordini di palchi. Da sempre l'intenzione di Pagliai è stata quella di dare a Firenze, con la riapertura del Niccolini, un
centro culturale polivalente: non solo teatro, quindi, ma anche
mostre,
convegni, un
caffè letterario e una
libreria. "
Come da tradizione in molti teatri europei - ha sottolineato Nardella -
anche il Niccolini sarà aperto tutto il giorno, tutti i giorni. Si tratterà di un grande progetto di cultura moderna europea". Ne avremo un primo esempio giovedì 14 gennaio, quando
Pitti Immagine presenterà proprio qui una
performance site-specific dello stilista Marco de Vincenzo. A partire da fine aprile-inizi di maggio, poi, la
sala sarà
utilizzata ogni giorno dalle 9 alle 17 dall'
Opera di Santa Maria del Fiore, con un progetto che accoglierà i milioni di turisti in visita al Grande Museo del Duomo: sarà infatti proiettato, in maniera continuativa, un video di circa 20 minuti che preparerà il pubblico alla comprensione dei monumenti di piazza Duomo. La sera, invece, spazio alla
programmazione teatrale gestita
dalla
Fondazione Teatro della Toscana: a partire dalla prossima primavera, infatti, il Niccolini entrerà a far parte del nuovo Teatro Nazionale con un cartellone denso di nomi e spettacoli di prestigio. Sarà offerta una programmazione dedicata prevalentemente alla prosa, alla poesia, al meglio del repertorio classico italiano ospitando soprattutto produzioni del Teatro della Toscana:
"sarà la risposta italiana alla comédie française", come sottolineato da Nardella, che non dimenticherà anche la drammaturgia contemporanea nazionale, portando in scena testi nuovi.
La serata inaugurale di domani, quindi, sarà solo l'inizio per il nuovo Niccolini che vedrà il sipario riaprirsi dopo vent'anni su un nuovo capitolo della sua storia, che tutti siamo invitati a scrivere. Non basta, infatti, festeggiare una riapertura: come ricordato da Pagliai,
"Questo è un giorno bellissimo, ma devono esserlo tutti i 365 giorni dell'anno. Perché un teatro è vivo solo è vissuto". E quindi...buona seconda vita, Teatro Niccolini.
Per ammirare il nuovo Niccolini, in attesa dell'inizio delle sue attività, sabato 9 gennaio sono in programma le prime visite guidate a ingresso gratuito, effettuate ogni 15 minuti dalle ore 14: prenotazioni su www.teatrodellapergola.com di Alessandra Toni