Pietro Annigoni, Dirck Van Baburen, Carlo Dolci ed Elisabeth Chaplin, sono solo alcuni dei grandi artisti ospitati nelle sale del nuovo
Museo della Misericordia di Firenze. La nuova realtà, che aprirà ufficialmente al pubblico
mercoledì 20 gennaio in occasione dei festeggiamenti del patrono, San Sebastiano, è stata presentata dal provveditore della Misericordia di Firenze,
Andrea Ceccherini, che ha dichiarato durante la conferenza stampa:
“Nell'anno della Misericordia ci siamo fatti un regalo e lo abbiamo fatto anche alla Città. Oggi si inaugura un museo che è frutto di ricerca e passione e che racconta la storia della carità, nata proprio qui otto secoli fa'”.
Il centro storico si arricchisce dunque di un nuovo tassello, ricco di spunti e riflessioni, che trova il suo punto di forza e identità nell'intreccio tra quadri, opere ed oggetti appartenenti ad ambiti e secoli diversi. La 14 sale che lo compongono ospitano ben 80 pezzi unici che, passo dopo passo, raccontano una storia lunga oltre sette secoli; le vicende significative di Confraternita che, nel lontano 1244, scelse Firenze come propria roccaforte e con lei strinse un legame indissolubile.
La prima ad accoglierci al quarto piano dell'edificio in Piazza Duomo, è la memoria, protagonista di stemmi e di due filmati interattivi, fruibili sia in italiano che in inglese, che ripercorrono ed intrecciano le vicende della Città con quelle dell'Istituzione. La mostra, come ogni racconto che si rispetti, si concentra poi sui manoscritti e sui registri, su cui, sbirciando, possiamo notare grandi nomi, come quello di Lorenzo il Magnifico, ma anche termini ormai legati ad un secolo lontano come ' civetta', il nome del copricapo che veniva indossato alla morte del Capo di Guerra. Andando avanti, superata la parete che ricorda con un collage di fotografie l'evoluzione dei mezzi di trasporto, si giunge prima agli oggetti utilizzati per soccorrere i feriti, come una vecchia lettiga, poi a preziosi manufatti dell'artigianato fiorentino, come il calice regalato dal duca Pietro Leopoldo.
Ma la sezione più ampia del percorso è dedicata sicuramente ai dipinti frutto di importanti donazioni; tra i capolavori inediti citiamo il 'San Girolamo Penitente' di Pietro Annigoni, la 'Croce Stazionale' della Bottega del Giambologna, due terrecotte della Bottega Della Robbia, il 'San Giovanni Battista' di Carlo Dolci. Il cerchio poi si chiude con un omaggio alla contemporaneità del XIX e XX secolo ed ai pittori fiamminghi; quadri e nomi in grado di generare fortissime emozioni che vengono accentuate proprio dai i colori del Duomo che si intravedono alle loro spalle.
“Dopo circa tre anni- ha dichiarato il curatore
Enrico Santini-
siamo arrivati alla sua conclusione e questo grande patrimonio può essere ammirato dai visitatori e non restare chiuso nelle stanze del Palazzo. Un patrimonio basato sulle donazioni che sono il segno tangibile della gratitudine del popolo verso questa istituzione, sono queste ad alimentare un servizio che resterà nella storia della Misericordia e di Firenze”.
Il nuovo Museo della Misericordia è frutto di un vero e proprio lavoro corale durato circa tre anni che ha coinvolto Enrico Santini, lo studio di
Architetti Noferi e Locorotondo, le dottoresse
Maria Matilde Simari e
Jennifer Celani. La struttura che ha di fatto soppiantato quella nata nel 2005 dalla volontà di Giovanni Giusti, sarà aperta
gratuitamente, il
lunedì e il venerdì dalle
10.00 alle -12.00 e
dalle 15.00 alle 17.00, mentre il
sabato dalle 10.00 alle 12.00.
Per informazioni:
www.misericordia.firenze.it Martina Viviani