Nell'ambito delle celebrazioni della
Giornata della Memoria,
martedì 26 gennaio alle 17, a Firenze presso la
Sinagoga e la
Sala Servi (via Farini, 10), sarà inaugurata la mostra "
A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938 – 1943)", a cura di
Pamela Giorgi, Giovanna Lambroni e
Dora Liscia Bemporad. L'iniziativa è organizzata dalla
Comunità Ebraica e dal
Museo Ebraico di Firenze e dalla
Fondazione Ambron Castiglioni con la collaborazione dell'
Indire (Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).
"Con questa mostra - dichiara
Pamela Giorgi, curatrice e ricercatrice dell'Indire -
si vuole evidenziare come la politica razziale del regime non ebbe il suo inizio nei pochi mesi antecedenti alle leggi razziali del 1938, ma ben prima, nel corso della politica coloniale e imperialistica dell’Italia nel nord Africa. È un modo per spiegare soprattutto alle nuove generazioni che le politiche di esclusione non nascono mai istantaneamente, ma sono sempre il frutto di processi lenti e mirati, in grado di causare violenza e separazione profonda all’interno di una stessa comunità".
Alle ore 18, saranno presentati gli atti della Giornata di Studi "
Matite razziste. Antisemitismo e razzismo nell'illustrazione del periodo fascista", a cura di
Giovanna Lambroni e
Dora Liscia Bemporad. Interverranno
Ugo Caffaz e
Marta Baiardi, introdurranno
Sara Cividalli, presidente della Comunità Ebraica e
Alberto Boralevi, Presidente della Fondazione Ambron Castiglioni.
Il tema portante della mostra è il ruolo dell'immagine nella diffusione del razzismo. Durante il fascismo i temi dell'appartenenza etnica e del culto della razza furono veicolati in vari modi, tra i quali il rigoroso intervento sulla scuola, sull'editoria scolastica, sulla letteratura giovanile d'evasione e su un genere molto amato dalle giovani generazioni: il fumetto. Educatori, scrittori, artisti e illustratori, in molti contribuirono a diffondere il seme del razzismo, traducendo in linguaggio pedagogico e in figure accattivanti temi e atteggiamenti in cui la diffidenza pregiudiziale verso l’altro contribuiva alla realizzazione di un progetto educativo di creazione del 'noi'.
Per realizzare la mostra, l'Archivio storico di Indire ha messo a disposizione il suo patrimonio documentario, tra cui quaderni, materiali didattici, libri e fotografie che delineano i processi formativi con i quali si tentò di costruire il nuovo uomo fascista, attraverso la creazione del nemico interno, l'esclusione dei diversi, il mito della razza e della pura stirpe italica. La mostra è finalizzata a mettere in luce alcuni aspetti spesso poco considerati, relativi all’applicazione delle leggi razziali del 1938 nella scuola fascista. Tra i documenti della mostra figurano anche quaderni e album di piccoli studenti ebrei alla vigilia delle leggi razziali.
"L'archivio storico dell’Indire - dichiara
Flaminio Galli, Direttore Generale dell'Indire -
è un prezioso strumento di conoscenza della scuola del ‘900. L'Istituto è orgoglioso di mettere a disposizione della comunità un patrimonio di tale valore. La mostra offre un’interessante ricostruzione storica e rappresenta al tempo stesso un fermo monito a non abbassare mai la guardia verso qualsiasi forma di intolleranza e razzismo".La mostra resterà aperta fino al
10 Aprile.
Info:
www.indire.it M.V.