Città di Firenze
Home > Webzine > Teatro Studio Mila Pieralli: torna il ''Trittico Beckettiano'' di Giancarlo Cauteruccio
mercoledì 25 dicembre 2024

Teatro Studio Mila Pieralli: torna il ''Trittico Beckettiano'' di Giancarlo Cauteruccio

18-02-2016
Da giovedì 18 a sabato 20 febbraio al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci (via G. Donizetti, 58) torna il "Trittico Beckettiano" con la regia di Giancarlo Cauteruccio, tre pièce brevi tra le più riuscite che il grande drammaturgo irlandese ha consegnato al teatro.

I protagonisti sono Massimo Bevilacqua per "Atto senza parole I", Monica Benvenuti per "Non io" e lo stesso regista per "L'ultimo nastro di Krapp". Cauteruccio, definito uno degli interpreti beckettiani più importanti in Italia, ha basato la regia del Trittico Beckettiano sul lavoro degli attori e sul conseguente rigore dell'esecuzione, ma, come avviene normalmente nelle sue messinscena, ha prestato particolare attenzione anche all'elemento scenico-visuale.
In "Atto senza parole I" il lavoro mimico-gestuale esalta e sottolinea l'incisiva capacità di Massimo Bevilacqua di azione e espressione nello spazio scenico. Uno spazio abitato da oggetti in movimento pensati dall'autore, qui utilizzati in una macchineria di forte impatto. Il corpo muto di questo abitatore del deserto genera una sonorità che restituisce le tensioni interne nello spazio siderale che Beckett suggerisce: un concerto per corpo e vuoto, per azione e ininterrotti fallimenti.
Per "Non io" (uno dei più importanti dramaticule di Beckett in cui la sostanza teatrale si riduce a una bocca che parla di se stessa nel buio, uno dei 'simboli' più indicati a rappresentare la sua poetica) Cauteruccio assegna il ruolo di Bocca a Monica Benvenuti, soprano nota nel panorama nazionale e internazionale per le sue interpretazioni di musica contemporanea. La sua bocca invade il profondo vuoto in una prova di straordinario uso della voce. Una donna di età avanzata vive ai margini della società, nata prematura, abbandonata dai genitori non ha mai conosciuto né affetto né amore. Un ricordo la ossessiona, quello di un pomeriggio di aprile in cui la sua mente attraversa un buio ravvivato solo da un costante ronzio. È in questo vuoto che Bocca compie un salto spirituale che la costringe a ragionare sui temi del peccato e della misericordia, dapprima affrontati con sprezzante sarcasmo, poi via via con più cautela, quasi fossero un punto fermo cui aggrapparsi nella desolazione della sua esistenza.
Il terzo tassello del Trittico è un felice ritorno per Giancarlo Cauteruccio a un testo già diretto e interpretato in precedenza: "L'ultimo nastro di Krapp". Nell'essenzialità della scena Krapp, il vecchio scrittore fallito, inesorabile mangiatore di banane e instancabile ascoltatore della sua voce registrata, si inoltra in "questo buio che mi circonda" per sentirsi meno solo. Rintanato nella sua stanza in compagnia di un magnetofono e un numero cospicuo di bobine ben ordinate, compie un viaggio in un altrove temporale, il suo passato. Tanti nastri, registrati ogni compleanno per tramandare brandelli di vita e di esperienza, vengono riascoltati e mescolati per poi dichiarare il fallimento. Una resa dei conti di un vecchio triste e ridanciano, ironico e autoironico, spesso con venature patetiche, sentimentali, struggenti, che alla fine si adegua consapevolmente allo scacco.

"Trittico Beckettiano" ha ricevuto il premio alla regia dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro nel 2006.

Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it

A.T.