Dal 10 al 12 marzo 2016, alle ore 21.00, al
Teatro di Rifredi a Firenze sarà in scena lo spettacolo
"Acquasanta" testo e regia Emma Dante con Carmine Maringola.Fiore all’occhiello della drammaturgia italiana contemporanea, Emma Dante torna anche quest'anno al Teatro di Rifredi con l'inedito per Firenze Acquasanta, uno spettacolo da lei scritto e diretto: solo in scena il mozzo-marinaio Carmine Maringola, 'o Spicchiato', che con Emma Dante firma la scenografia.
Acquasanta è il primo capitolo de La trilogia degli occhiali, tre lavori indipendenti dal punto di vista narrativo che hanno come filo conduttore l’ironico espediente degli occhiali: tutti i personaggi della trilogia infatti sono “cecati” e li “inforcano per difendersi dal mondo e per guardarlo come meglio credono”. Tre storie in cui l’emarginazione, l’alienazione, la povertà e la vecchiaia vengono viste attraverso la docile e spessa lente che accomuna i protagonisti, calandoli in un universo fatto di luci ed ombre, tipico di chi vede poco. Gli occhiali diventano un paravento che, da simbolo di inferiorità e di isolamento, si può tramutare in una possibile via di fuga da una realtà troppo dura e malvagia.
Il titolo allude all’acqua del mare, cui il personaggio de 'o Spicchiato', mozzo dall'età di quindici anni e abbandonato dai suoi compagni sulla terraferma da “esattamente due anni, quattro mesi, tre settimane e cinque giorni” perché ritenuto pazzo, sente di essere legato più che a qualsiasi altra cosa. Il mare è il suo amore, ci parla giorno e notte e lo ama come fosse la sua ragazza: “'O mare è la ragazza mia… io ti amo”, mentre non si sente al sicuro sulla terraferma, ritenendola “n’illusione”. Per sopravvivere all'attesa e nell'attesa del ritorno della sua nave, 'o Spicchiato' si ancora al palcoscenico, a prua di una nave immaginaria, e si immerge nei ricordi, in uno sproloquio di passione per il mare, rievocando furiosamente e senza sosta i suoni, le voci e le storie del capitano e della ciurma. Attesa vana che lo porterà a immolarsi come la polena di un vecchio galeone.
Un uomo si ancora sul palcoscenico, a prua di una nave immaginaria. Sta. Esperto nel manovrare gli ingranaggi che muovono la nave, ‘o Spicchiato si salva dalla finta burrasca che mette in scena per rievocare i ricordi della sua vita di mozzo. È imbarcato dall’età di 15 anni e da allora non scende dalla nave. Non crede alla terraferma, per lui è ‘n’illusione. Sopra la sua testa pende il tempo del ricordo: una trentina di contaminuti ticchettìano inesorabili. Poi suonano e tutto tace. Il mare smette di respirare e ‘o Spicchiato rivive l’abbandono. Un giorno la nave salpa senza di lui, lasciandolo solo e povero sul molo di un paese straniero: la terraferma. Proprio lui che giù dalla nave si sente perso, che ha votato la sua vita alla navigazione, che giorno e notte ha bisogno di parlare con il suo unico grande amore: il mare. Le voci della ciurma, del capitano, gli rimbombano nella testa e ‘o Spicchiato, cantastorie, tira i fili dei suoi pupi. Ma a forza di aspettare, il mozzo, diventa di legno come polena di un vecchio galeone. (Emma Dante)
Per informazioni: 055/4220361 -
www.toscanateatro.it