Con il concerto di
Sabato 12 Marzo, al
Teatro della Pergola (ore 16.00), si conclude l’integrale dei
Duetti e Trii di Beethoven, progetto affidato ad un gruppo di prestigio internazionale e che ha gli
Amici della Musica fra le selezionatissime tappe europee.
Musicisti riuniti intorno alla figura del formidabile violinista Kolja Blacher, interprete di fama mondiale, protagonista di pluripremiate incisioni con Claudio Abbado e a suo tempo il più giovane primo violino nella storia dei Berliner Philharmoniker; lo affiancano il violoncellista salisburghese Clemens Hagen, membro del celeberrimo Quartetto Hagen e solista che affida le sue acclamate interpretazioni ad uno Stradivari del 1698, e il giovane pianista russo Kirill Gerstein, formatosi studiando il repertorio jazz e perfezionatosi a Tanglewood e New York, vincitore del Gilmore Artist Award, oggi artista che suona con la Cleveland Orchestra, la Royal Philharmonic, la Staatskapelle Dresden. Anche per la conclusione di un percorso che è stato particolarmente apprezzato dal pubblico, il programma tutto beethoveniano si declina in diverse combinazioni strumentali, guardando agli ultimi capolavori di quei percorsi cameristici. Ad avviarlo è la Sonata op.96 per violino e pianoforte, ultima della serie, pagina dominata dall’interiorizzazione espressiva e che pare stabilire un dialogo fra i due strumenti nel segno di un gusto settecentesco, a dispetto dei non pochi segnali di modernità che vi affiorano. Ultima delle Sonate per violoncello e pianoforte è anche l’op.102 n.2, concisa ed essenziale rispetto alle altre e che mostra già quell’attenzione al contrappunto che tanto importante sarà nell’ultimo Beethoven. E ultimo fra i Trii per pianoforte, violino e violoncello è pure l’op.97, noto per la dedica all’Arciduca Rodolfo (fratello dell’imperatore Leopoldo II), protettore e pure allievo di Beethoven: un lavoro di ampie dimensioni, pervaso dalla serenità di melodie ben tornite ma che si apre anche all’assorta preghiera dell’Andante, vero cuore espressivo dell’intera pagina.
Sono acclamati in tutto il mondo per l’affascinante virtuosismo delle loro interpretazioni e l’humor tipicamente inglese che in esse riversano: tornano a Firenze, ospiti degli
Amici della Musica, i mitici
King’s Singers, gruppo di sei voci maschili protagonista dell’attesissimo concerto di Lunedì 14 Marzo (ore 21), al
Teatro della Pergola. Per questo nuovo appuntamento con L’arte del canto, i King’s Singers celebrano con le loro voci il tema della Primavera, momento gioioso in cui la natura rifiorisce ma anche simbolo della rinascita dell’uomo che abbraccia nuove speranze.
E così, sotto il titolo del canto “Spring, Sweet Spring” del compositore del Novecento inglese Ernest John Moeran, si snoda un articolato programma che esplora le più diverse intonazioni di madrigali o di forme simili: dalle origini cinque-seicentesche di Thomas Morley e Heinrich Schütz, toccando poi i canti imbevuti di romanticismo di Felix Mendelssohn (Der Erste Frühlingstag op.48), soffermandosi sugli accenti contemporanei dello scozzese James MacMillan (A Rumored Seed), e infine giungendo al Novecento britannico del già ricordato Moeran (cultore del madrigale e della tradizione popolare, da lui indagata anche trascrivendo canzoni nei pub del Norfolk), di Charles Hugh Hastings Parry e di Frank Bridge, il noto insegnante di Benjamin Britten. Il tutto suggellato dalle consuete cartoline musicali che i King’s Singers sono soliti offrire al pubblico al termine dei loro concerti, canti e canzoni che portano i sapori delle tradizioni popolari di tutto il mondo. E sarà ancora una nuova occasione per ammirare questo celeberrimo gruppo di sei voci maschili che dal 1968 (pur con il naturale avvicendamento dei suoi componenti), ha letteralmente creato un genere, un personalissimo stile capace di adattarsi alla polifonia rinascimentale, alla musica folk, a creazioni contemporanee appositamente scritte, ottenendo un successo a livello planetario. Un concerto che non mancherà ancora una volta di divertire (frequenti sono le gags, fra un brano e l’altro, davanti al pubblico) e mettere in luce la duttile maestria virtuosistica delle ineguagliabili interpretazioni dei King’s Singers. Protagonisti di centinaia di concerti all’anno, di numerose registrazioni, trasmissioni televisive e masterclasses, i King’s collaborano con molti dei più famosi musicisti del mondo, come Kiri Te Kanawa, Placido Domingo, Evelyn Glennie, la Boston Pops Orchestra, ma pure i musicisti jazz George Shearing, Bill Dobbins, Art Farmer, e Paul McCartney. Non meno significativa la lista dei compositori che hanno scritto espressamente per le loro flessibilissime qualità musicali, e tra i quali troviamo Berio, Davies, Ligeti, Penderecki, Takemitsu, Tavener. Gli arrangiamenti dei King’s Singers, che spaziano da Gesulado a Michael Bublé, sono cantati in tutto il mondo, nelle scuole e nei collegi, da gruppi professionali e amatoriali.
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