"Un momento produttivo alto per il Teatro della Toscana, un importante passo per dare maggiore sostanza alla fisionomia del nostro teatro nazionale": è con queste parole che il
direttore generale del Teatro della Toscana Marco Giorgetti ha presentato lo spettacolo
"Lear", liberamente ispirato alla tragedia di
William Shakespeare e in scena al
Teatro Era di Pontedera dall'1 al 10 aprile con la
regia di Roberto Bacci.In
prima nazionale, questa
riduzione del testo shakesperiano è frutto di un lavoro realizzato dallo stesso Bacci e da
Stefano Geraci in occasione del
400° anniversario della morte del drammaturgo inglese; un'operazione che, come spiegato dal regista, ha voluto rendere il testo
"più leggibile e fruibile, senza perderne la trama e i suoi nodi essenziali". A tal fine il complesso capolavoro shakesperiano è stato condensato in meno di due ore e la
molteplicità dei personaggi ridotta a otto (Lear e le tre figlie, il Conte di Gloucester e i due figli, il Buffone). La novità più significativa, però, è data dallo stesso ruolo protagonista:
Lear, infatti,
è una donna e viene interpretata da
Silvia Pasello (due volte Premio Ubu e Premio Eleonora Duse). Perché questa scelta? Perché l'opera shakesperiana va letta come una
grande metafora della condizione umana, con in scena un re che muore poco dopo aver scelto finalmente di vivere ed è in tale ottica che Lear apparirà ai nostri occhi "asessuato", nè uomo nè donna, ma semplicemente essere umano.
"I temi affrontati da Lear ci riguardano individualmente da vicino - ha sottolineato Bacci -
sono temi filosofici sul significato della nostra esistenza". Lo spettacolo, infatti, parte da una domanda dal sapore pirandelliano: cosa succede quando ci si toglie la maschera e si esce dal proprio "personaggio" sociale e familiare? Quando per ritrovare la propria essenza si abbandonano i ruoli per i quali siamo riconosciuti? Accade che si scuotono le proprie e altrui certezze, aspettative e il disorientamento può travolgere tutti. È proprio ciò che accade a
Re Lear nella tragedia shakesperiana, che rinuncia al trono e decide di dividere il suo regno tra le tre figlie (Goneril, Regan e Cordelia) le quali riceveranno i territori in proporzione alla capacità di dimostrare il loro amore verso il padre. Da questo antefatto inizia una
catastrofe dalla trama nota, con fatti che svelano crudeltà, ambizioni, tradimenti e brama di potere, giocati quasi a viso aperto, come se il radicale cambio di prospettiva che implica un
"regno orfano del suo re" desse il via libera ai più bassi istinti umani, conducendo vittime e carnefici, usurpatori, folli e diseredati verso un inevitabile finale di morte. Uno dei temi centrali è quindi il
vuoto di potere, con un Lear
"non preparato ad affrontarlo, come le stesse figlie", ha sottolineato Silvia Pasello; i personaggi, però, dovranno sperimentare questo vuoto, dimostrando quanto poco siamo in grado di accettare la trasformazione e la mancanza di punti di riferimento, quanta fatica costi accettare con consapevolezza che siamo soprattutto esseri "
nudi e indifesi".Oltre agli otto personaggi della storia, sul palco saranno presenti delle
Maschere nel ruolo di
"testimoni attivi di quanto accade", ha sottolineato il regista. Significativo, inoltre, il rapporto che si intenderà instaurare con gli
spettatori, ai quali verrà richiesta una presenza tutt'altro che passiva:
"Per me Lear è un grande spettacolo che richiama lo spettatore alla testimonianza individuale - ha spiegato Bacci -
è un teatro di riflessione che vuole attivare i suoi sensi, fargli vivere l'esperienza di ciò che accade". Da segnalare le
scene e i
costumi realizzati dal brasiliano
Márcio Medina:
sette sipari sul palco, in continuo movimento, stabiliranno il perimetro del rapporto con il pubblico, un
perimetro dinamico,
"uno spazio meraviglioso fatto di una carta speciale chiamata tyvek - ha sottolineato il regista -
che rende lo spettacolo attivo anche dal punto di vista visivo. Per la prima volta - ha concluso -
ho sentito la possibilità di avere a disposizione delle eccezionali competenze tecniche, una macchina che ha permesso di ottenere risultati di alta qualità".Le
musiche, infine, sono state appositamente realizzate da
Ares Tavolazzi, violoncellista e contrabbassista jazz noto per la sua esperienza nello storico gruppo progressive degli Area e per aver lavorato con artisti del calibro di Guccini, Conte e Capossela: la musica prevede anche alcuni canti del Seicento intepretati dalle Maschere e scelti con la consulenza di Stefano Pogelli (responsabile del laboratorio di restauro sonoro dell’audioteca RAI).
Lo spettacolo "Lear", nell'ottobre 2016, sarà alle
Olimpiadi del Teatro di Wroclaw, nell’ambito di Wroclaw Capitale Europea della Cultura 2016: per l'occasione sono state annunciate le partecipazioni di artisti da tutto il mondo, tra cui Eugenio Barba, Peter Brook, Tadashi Suzuki, Theodoros Terzepoulos, Robert Wilson, Romeo Castellucci, Heiner Goebbels, Krystian Lupa, Valery Fokin, Pippo Delbono, Jan Fabre, Ariane Mnouchkine. Prossimamente lo spettacolo andrà
in scena anche al Teatro della Pergola dove il rapporto dinamico con il pubblico si materializzerà nella presenza attiva degli spettatori sullo stesso palcoscenico.
Per maggiori informazioni:
www.teatrodellatoscana.it -
www.centroperlaricercateatrale.itdi Alessandra Toni