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sabato 23 novembre 2024

''Shirim'': il cantico di Gabriele Bellucci alla Gonzaga di Firenze

15-04-2016

Lo "straordinario e suggestivo poemetto", a sfiorare le tonalità dell’epica e del tragico, di "un poeta finissimo d’intonazione lirica ed esistenziale" che affronta una tematica scopertamente religiosa quale il peccato di Adamo ed Eva e il perdono evangelico.

Questa, in sintesi, la definizione con cui Carmelo Mezzasalma inquadra "Shirim", libro postumo di Gabriele Bellucci pubblicato da Polistampa nel 2014, che viene presentato venerdì 15 aprile, alle 17, alla Gonzaga University di Firenze (via Giorgio La Pira 11, ingresso libero). Una raccolta di poesie, o meglio un cantico, come dice il titolo in ebraico, che si ispira «a figure dell’Antico e Nuovo Testamento».

A parlarne, dopo il saluto del direttore della Gonzaga fiorentina Henry Batterman, sarà l’autore della prefazione del libro, Carmelo Mezzasalma, intellettuale cattolico ordinato sacerdote nel 2011 e fondatore della Comunità di San Leolino. Durante l’incontro, coordinato da Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore, l’attrice Angela Giuntini leggerà brani di ‘Shirim’, i cui versi, come molte delle poesie di Gabriele Bellucci, osserva Maria Giuseppina Caramella, «sono preghiere bellissime».

Gabriele Bellucci, nato a Firenze il 9 settembre 1971 e tragicamente morto a Fiesole il 27 dicembre 1994, nella sua breve vita è riuscito a scrivere due raccolte di poesie: ‘Verrà l'inverno di neve’ e ‘Campane sull'alba’. Alla madre, Clara Nistri, si deve la cura della pubblicazione, due anni fa, di ‘Shirim’. «Come tutti i veri poeti – scrive Carmelo Mezzasalma nella prefazione dell’ultimo libro - anche Gabriele è sospinto nella sua poesia da una profonda e urgente domanda religiosa perfino nel suo travaglio esistenziale e lirico che ci ricorda quello del giovane Leopardi. A rileggere le sue poesie, infatti, ci si imbatte in nell’intuizione che, dopo tutto, questo giovane poeta possedeva davvero un’anima profondamente cristiana e di cui ‘Shirim’ è la prova più sicura e convincente».

Ecco due esempi della sua produzione poetica:

- Adamo // Vieni, Signore, Dio, / nella voce profonda del vento / che bruisce cespugli d’erba. / Non celarti al tuo servo! / Non ha importanza vivere morire / perché io possa ricongiungere in te / che tutto sei,/ la miseria di me / che nulla sono.

- Il serpente // Una nebbia rabbiosa / sferza questo mio amore inutile / in una ruota che non ha mai fine. / In morte albe / consumo la speranza di tornare a volare / alto sui monti / nello smeriglio delle nevi eterne. // Così folle di rabbia e di dolore / trascino la zavorra umana / dentro al peccato che mi fa peccare.