Città di Firenze
Home > Webzine > ''Marcel Marceau. La poetica del gesto'' di Patrizia Iovine alla Biblioteca delle Oblate
sabato 20 aprile 2024

''Marcel Marceau. La poetica del gesto'' di Patrizia Iovine alla Biblioteca delle Oblate

07-05-2016

Sabato 7 maggio, alle ore 18.00, Patrizia Iovine presenta il suo ultimo libro "Marcel Marceau. La poetica del gesto" nella Sala Conferenze della Biblioteca delle Oblate (via dell'Oriuolo, 24).
Intervengono insieme all'autrice: Ferruccio Marotti - Professore emerito Università di Roma “La Sapienza”, Luca Lombardi e Fabio Mangolini - attori e registi ed ex allievi di  Marceau, Maximilian Nisi - attore e regista, Gabriella Saponaro - docente di Storia e Filosofia. Accompagnano la presentazione del libro le note del violino di Adalberto Muzzi e del pianoforte di Anna Maria de Martino.

"Le origini del teatro risalgono al 500 a.C, ai riti religiosi dell'antica Grecia. Il mimodramma risale a Teocrito, alle rappresentazioni di vita popolare, alle feste in onore del Dio Dioniso nel corso delle quali si iniziò a far uso della maschera. Gli antichi romani mimavano situazioni politiche inventando pantomime satiriche. Anche nella città di Atella si sviluppò un genere muto, la farsa atellana con tipi fissi, antenati degli stereotipi della Commedia dell'Arte o Teatro degli Zanni. Il capostipite della famiglia degli Zanni fu il servitore Arlecchino. Nella cinquecentesca Commedia dell'Arte il volto era coperto da una maschera capace di fissare la tipologia del personaggio. Disegnato da Deburau nel 1665 scenderà sulla scena il malinconico Pierrot che come i suoi predecessori, sarà eternamente innamorato e respinto. A partire da Molière, l'uso della maschera andrà via via modificandosi sino a sparire per lasciar spazio all'espressività del volto, al carattere. Con Carlo Goldoni fiorirà la Commedia di carattere. Nel '900 sarà Charlie Chaplin ad aprire un importante capitolo sull'arte del mimo. Vagabondando tra le strade londinesi degli anni venti, ecco il suo eroe romantico di nome Charlot, disperato e solo. Etienne Decroux nella sua grammatica gestuale coprirà il volto con un velo per lasciar parlare soltanto la massa corporea. Per il suo discepolo Marcel Marceau invece il viso e le mani rappresenteranno le colonne portanti dell'eloquenza gestuale come nelle tecniche orientali."

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Info: www.biblioteche.comune.fi.it