Città di Firenze
Home > Webzine > Rayen Kvyeh poetessa mapuche al Circolo Vie Nuove di Firenze
mercoledì 25 dicembre 2024

Rayen Kvyeh poetessa mapuche al Circolo Vie Nuove di Firenze

03-05-2016
Martedi 3 maggio 2016, alle ore 21,15 il Centro Studi Iniziative America Latina del Circolo Vie Nuove organizza l'incontro con Rayen Kvyeh, poetessa Mapuche del Cile. La poesia di Rayen viene dalla terra, perché Mapuche vuol dire " uomini della terra ", e viene dall’amore, che si percepisce in ogni suo verso: amore per il suo popolo, per la natura, per la libertà e per la vita.

Alta figura di intellettuale militante, nata a Huequén (Angol, provincia di Malleco, regione de La Araucanìa, nel Cile meridionale), sotto la dittatura di Pinochet fu incarcerata tre volte, desaparecida per 40 giorni e torturata per le sue opere teatrali, che esprimevano una critica feroce e irridente del regime: ricordiamo El vendedor ambulante (Il venditore ambulante), El sueño de Mariluz (Il sogno di Marialuce), Madame y el General (Madame e il Generale), Historia de los desaparecidos (Storia dei desaparecidos), El misterioso Reino de la Mierda (Il misterioso Regno della Merda). Costretta all’esilio in Nicaragua, Germania e Austria, collabora attivamente alle iniziative politiche e culturali degli esiliati.

Tornata in Cile, nel 1990 fonda a Temuco (e dirigerà fino alla chiusura per motivi economici nel 2001) la Casa de arte, ciencia y pensamiento mapuche “Mapu Ñuke Kimce Wejiñ” (Casa d’arte, scienza e pensiero mapuche “Madre Terra Kimce Wejiñ”), progetto d’autogestione degli artisti del nuovo “movimiento plástico”, dichiarato illegale dalle autorità fino al 1993 in quanto centro promotore della rinascita del mapudungun, l’antica “lingua della terra” mapuche, con laboratori di ricerca filologica, alfabetizzazione e scrittura letteraria; dal 1991 dirige la rivista Mapu Ñuke (Madre Terra) che dà voce all’opera di poeti, scrittori e ricercatori mapuche, a diretto contatto coi temi dell’attualità politica. Dal 2003 solidarizza attivamente con le prigioniere e i prigionieri politici mapuche dell’Araucanìa: assiste ai processi, visita loro in carcere e le loro famiglie, partecipa a manifestazioni per la loro liberazione, raccoglie informazioni giuridiche e testimonianze contribuendo a far luce sui fondamenti storici delle rivendicazioni del popolo mapuche dei propri diritti culturali, sociali, politici, territoriali.

Il suo impegno pubblico ne fa una defensora dei diritti umani, ma tale profondo, tenace sentimento di giustizia e libertà forma la sostanza stessa della sua opera poetica, che ci porta «la voce d’un popolo indomito / protetta da miriadi di stelle» (Cascada de flores, traduz. nostra). «Nel cuore della lotta il canto è necessario – ecco ciò che la poesia ci ricorda –, anche se la luna è di cenere e la terra sta diventando un deserto»; «La poesia è il sogno della speranza. Speranza in un futuro migliore. La poesia rompe barriere, attraversa frontiere e difende la vita». La sua poesia incarna il ruolo fondamentale della cosmovisione indigena nella lotta politica, come fonte di quella «[…] capacità di resistenza che fa parte del patrimonio genetico del popolo mapuche. È una forza che viene dalla mapu ñuke, da quella madre terra che dà il titolo a una delle sue poesie più conosciute. Si manifesta attraverso la natura, ma anche attraverso gli affetti familiari e lo spirito comunitario. Le ragioni della vita si oppongono ai messaggi di morte che provengono da un potere arbitrario. […] La difesa della natura è parte integrante della difesa della propria identità, contro l’assalto dell”uomo progressista”, animato da uno spirito di onnipotenza. […]»[5]: ecco allora levarsi un eterno cantico d’amore e di lotta: «[…] Madre terra, madre terra / le tue viscere partoriscono mapuche / in movimento incessante / di sere e mattine […] per liberarti e difenderti / accarezzarti e amarti / terra madre» (Mapu ñuke, traduz. nostra), «Un bosco di tenerezza / s’annida nel mio ventre / dando vita / a un embrione ribelle» (Luna de cenizas, traduz. A.Melis). Fra le sue raccolte ricordiamo: Wvne coyvn ñi kvyeh / Luna de los primeros brotes (Luna dei primi germogli), Pu kalfv wijuce / Cometas azules (Comete azzurre), Luna de cenizas (Luna di cenere), Pu coyvn apoy kvyeh mew / Brotes de luna llena (Germogli del plenilunio), El grito del xaru (Il grido del xaru), Páginas ancestrales (Pagine ancestrali).

Molti i riconoscimenti internazionali: l’omaggio dell’Unión de Escritores y Artistas Cubanos (Santiago de Cuba, 1993), la Medaglia “José María Heredia” dl Festival internacional de poesía del Caribe (Santiago de Cuba, 1995), la nomina a Presidente onoraria del Centro internacional de Culturas Indígenas (Santiago de Cuba, 1998), il Premio “Bruno Carli” al Festival del cinema alternativo della Val di Susa (2006) e la menzione speciale al XXIII Premio internazionale di poesía “Nosside” (Reggio Calabria, 2007). Le sue opere sono antologizzate in Venezuela, Messico, Cuba, Cile, Italia, Spagna, Austria; le sue poesie sono tradotte in francese, inglese, tedesco, italiano, olandese, maori.

Incontro ore 21.00 / Ingresso libero - Circolo Vie Nuove / V.le Donato Giannotti, 13 Firenze. Tel. 055.683388 vienuove@vienuove.it