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giovedì 21 novembre 2024

Al Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze si apre ''Storie di una balena''

12-05-2016
Una balena preistorica circondata da una ricca fauna fossile, testimonianza della comunità marina che si è venuta a creare attorno al cetaceo adagiatosi sul fondale. Un reperto paleontologico di assoluto valore esposto con tante altre specie animali dell’ecosistema generatosi dopo di lui, tre milioni di anni fa.

E’ la sorpresa offerta a partire dal 12 maggio dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze con “Storie di una balena”, nuova sala espositiva permanente all’interno della sezione di Geologia e Paleontologia (via La Pira, 4), già ricca di importanti testimonianze fossili della Toscana.

Lo scheletro del cetaceo, risalente al Pliocene e lungo 10 metri, è stato rinvenuto nel 2007 presso Orciano Pisano, in un campo coltivato, alla profondità di appena 50 cm. Prima della completa emersione degli Appennini, infatti, il mare pliocenico si estendeva per buona parte della Toscana e le argille grigio-azzurre di Orciano sono note da due secoli per il ricco materiale fossile, in gran parte conservato presso il Museo di Storia Naturale dell’Ateneo fiorentino.

La balena, recuperata nella sua connessione anatomica e restaurata dai paleontologi dell’Ateneo, viene esposta insieme ad altri reperti fossili (mammiferi, pesci e invertebrati) che per lungo tempo hanno ricavato risorse energetiche dalla decomposizione della carcassa. “Per la prima volta in Italia sarà così possibile osservare – spiegano i curatori Stefano Dominici ed Elisabetta Cioppi - che cosa è successo in tempi geologici nella comunità marina creatasi alla morte della balena. Vogliamo offrire la sensazione di camminare sul fondo del mare dell’antichità, a 100-150 metri di profondità, grazie anche a un allestimento innovativo, coinvolgente e multimediale, curato dall’architetto Lorenzo Greppi”. Il percorso espositivo presenta, fra l’altro, le varie specie che hanno tratto energia vitale dalla carcassa, anelli della catena alimentare dell’ecosistema: squali, granchi, ricci di mare. E, ancora, gli animali vissuti insieme alla balena: delfini, capodogli, foche, razze e altri pesci, tartarughe marine e uccelli.

Con l’inaugurazione di questa nuova sala – spiega il presidente del Museo di Storia Naturale Guido Chelazzi - la sezione di Geologia e Paleontologia, famosa per i grandi mammiferi fossili continentali della Toscana, si apre all’ambiente marino, mettendo in mostra per la prima volta, accanto alla balena di Orciano, resti fossili di comunità biotiche del lontano Pliocene. Il Museo si conferma, così, centro di ricerca scientifica e insieme strumento di memoria e divulgazione della storia naturale del territorio, coniugando tecniche espositive innovative con una lunga tradizione di ricerca”.