Nato a Napoli nel 1963, a 4 anni Morgera subisce l’amputazione della mano sinistra a causa di un incidente. Nel 1970 si trasferisce a Firenze con la famiglia: è qui che impara a suonare la tromba, grazie anche alla Scuola di Musica di Fiesole, dopo che il Conservatorio non lo aveva ammesso a causa della disabilità.
All’età di 18 anni comincia a suonare in contesti professionali come l’ottetto di Giorgio Gaslini e la European Community Youth Jazz Orchestra. Dopo un seminario a Perugia con Blanchard, Cobb e altri grandi maestri afroamericani decide di andare a studiare negli States, dove si afferma come trombettista jazz. “Di buono c’è che i neri americani non mi considerano il tipico bianco privilegiato. Io sono passato dalla vergogna alla tristezza, dalla rabbia all’indifferenza fino all’autostima e all’orgoglio di essere un jazzista portatore di handicap come tanti grandi, da Art Tatum a Roland Kirk”, afferma Morgera.
L’appuntamento fa parte della rassegna “Jazz dopo il tramonto”, aperta lo scorso 4 agosto dal trio dell’eccezionale chitarrista americano Kurt Rosenwinkel e proseguita col quintetto di Bruno Santori e altri artisti di calibro internazionale. L’ultimo appuntamento della rassegna è in programma giovedì 25 agosto con Dario Cecchini Trio Zone. Gli spettacoli sono tutti a ingresso libero, inizio ore 21.30.