Mercoledì 21 Settembre, alle ore 18.30, il Teatro di Cestello ospita La Firenze che non hai mai visto, incontro di presentazione dei libri: "Le pietre parlanti" di Paolo Biagioni e "Firenze nascosta" di Ghenadie Popic con interventi di Dario Ragazzini Professore dell'Università di Firenze e Daniela Pronestì critico d’arte e curatrice di mostre.
“Divieto di brutture” è scritto su una epigrafe in via delle Terme. Firenze ha una grande storia di cose notevoli dove non c’è posto per il brutto. La grande storia di Firenze occupa un’intera biblioteca. Nessuno però l’ha narrata come "Le pietre parlanti" di Paolo Biagioni: attraverso le centinaia di epigrafi collocate nei secoli sui palazzi e sui muri della città. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto disseminato tra i grandi monumenti di Firenze; basta alzare lo sguardo e leggere. Paolo Biagioni, con una vespa e una macchina fotografica, ha percorso le vie di Firenze immortalando centinaia e centinaia di epigrafi, iscrizioni e lapidi. Da questa immensa raccolta ha selezionato oltre 400 pezzi e li ha raccolti in 9 percorsi tematici. Oltre agli itinerari tematici il museo delle epigrafi può essere percorso anche per prossimità così da poter essere incluso anche come completamento di una visita tradizionale. In questo percorso potrete scoprire il vero carattere di questa città, la “fiorentinità” della sua gente che non sempre si mostra al visitato frettoloso. È una storia che si racconta da sola nella sua veridicità.
Il visitatore della Firenze diurna piena di luce e di colore proverà una strana sensazione sfogliando le pagine di "Firenze nascosta" di Ghenadie Popic. Riconoscerà le piazze, i monumenti e i gioielli d’arte della Firenze memorabile, ma avrà anche l’impressione di osservare una città diversa, una città percorsa da un silenzio irreale che la rende muta e immobile come una pittura metafisica. È il volto di una Firenze che attende la notte per mostrarsi, quando la presenza dell’uomo si dirada, il frastuono si spegne e la città si offre, misteriosa e bellissima. Ghenadie Popic l’ha colta in questo momento magico. Il risultato è un racconto sospeso tra realtà e sogno: la città protagonista delle sue fotografie è uno spazio senza tempo, un luogo che di giorno non esiste. La città di Ghenadie è poesia.
Ingresso libero.