Gli appuntamenti del mese di Ottobre del progetto "
Nel Chiostro delle Geometrie 3" si apriranno
mercoledì 5 con
Sergio Risaliti e il suo raccconto da Coppo di Marcovaldo a Jannis Kounellis dal titolo "
Oro", alle ore 21.00, al
chiostro di Santa Verdiana (Dida - dipartimento di Architettura Unifi).
Oro non è un colore ed è qualcosa di diverso dalla luce. Prezioso come l’ossigeno, è sicuramente più raro di quello. Oro nei quadri e sulle statue ha sempre avuto un valore simbolico e un’ efficacia decorativa. Oro trasfigura la superficie, acceca lo spazio, eleva ad una dimensione astratta le immagini. Oro toglie naturalezza, aggiunge metafisica, smaterializza cose, corpi, ambienti e paesaggi. Incrementa il valore economico ai manufatti siano essi dipinti, affreschi o invenzioni plastiche. Suscita desideri, libidine, scatena violente reazioni. Chi non vorrebbe possederne a quantità. Chi non vorrebbe essere re Mida. L’ oro è sempre stato usato dagli artisti, dal medioevo ad oggi, e ancor prima; dagli Egizi nelle loro tombe, dai greci per statue crisoelefantine, poi da Coppo di Marcovaldo, Cimabue e Duccio, da Simone Martini e Gentile da Fabriano, da Bernini, per ritornare in auge con la secessione e Klimt che di oro vestiva Giuditta e la Belle dame sans merci. Da Fontana a Klein, da Burri a Melotti, da Janis Kounellis e James Lee Byars, fino a Jeff Koons e Maurizio Cattelan, il quale, dopo i Bizantini che utilizzavano l’ oro per rappresentare il sacro nei luoghi di culto, ha recentemente nobilitato un cesso con l’oro, forse per sacralizzare capitalisticamente le umane defecazioni. E poi foglie dorate a cingere la fronte del poeta laureato, foglie di fico a coprire i genitali del David di Michelangelo. Una carrellata di immagini alla scoperta della relazione aurea tra il più prezioso dei metalli e la storia dell’arte.
Ingresso libero.