Un emozionante ed originale itinerario attraverso brani musicali enigmatici e profetici che hanno colpito l’immaginazione degli studiosi e degli appassionati di musica e che, pur separati fra loro spesso da molti anni, sono legati da fili più o meno stretti e visibili.
E’ il programma del terzo concerto del festival “Suoni riflessi” in calendario a Firenze domenica mattina 6 novembre, alle 11 alla Sala Vanni di piazza del Carmine (ingresso dal n. 19), sul tema degli “Arcani” e musiche di Bach/Webern, J.S. Bach, Dallapiccola, Donatoni, Strawinsky, Wolf/Strawinsky, Mahler. Interpreti, l’Ensemble cameristico del Conservatorio della Svizzera italiana diretto da Mario Ancillotti e la cantante Ayumi Togo come voce solista. Il concerto sarà preceduto sabato 5 novembre alle 18, sempre in Sala Vanni, dal secondo appuntamento a ingresso libero di “Svelare la musica”: incontro divulgativo con esempi musicali intitolato “Seguire il filo degli Arcani”, a cura di Ancillotti, in cui interverranno tutti gli interpreti del concerto del giorno seguente.
Il programma di “Arcani” ha quale «cuore pulsante», come mette in evidenza lo stesso direttore artistico del festival Mario Ancillotti, «Bach e le sue opere estreme: L’arte della fuga e l’Offerta musicale» e sarà introdotto da Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze, che interpreterà per l’occasione un suo recente testo andato in onda su Controradio lo scorso giugno: una «conversazione impossibile» con Johann Sebastian Bach in cui Luigi Dei impersonava l’intervistatore dell’immaginario e dissacrante colloquio.
Il primo pezzo che sarà eseguito è la “Fuga Ricercata” di Anton Webern, ossia la sua orchestrazione del 1935 del “Ricercare” a sei voci della Offerta musicale (BWV 1079) di J. S. Bach. Seguirà l’interpretazione del “Contrapunctus 14” da L’arte della fuga (BWV 1080) di J. S. Bach. Verranno poi eseguiti il Commiato per voce di soprano e complesso da camera di Luigi Dallapiccola del 1972 e Lumen per sei strumenti di Franco Donatoni del 1975. Poi Ayumi Togo eseguirà insieme a tre clarinetti Elegy for J.F.K. (1964) di Igor Strawinsky e inoltre, sempre di Strawinsky, le strumentazioni del nono e decimo dei Geistliche Lieder (lieder sacri) dello Spanisches Liederbuch di Hugo Wolf (1860-1903): l’ultimo lavoro musicale, che mai si esegue, del compositore russo, attraverso il quale riesce finalmente a dire qualcosa di sincero e intimo sulla morte. Infine il quarto movimento della Sinfonia n. 4 (1900) di Gustav Mahler, un lied inizialmente composto per la raccolta del Wunderhorn, intitolato “La vita celestiale”, affidato alla voce di soprano.
Come spiega Ancillotti nel libretto di sala svelando alcuni dei fili fra le musiche in programma, L’Arte della Fuga si arresta per la morte di Johann Sebastian Bach «laddove l'autore enuncia il tema di fuga sulle note B.A.C.H (in notazione tedesca si bemolle, la, do, si naturale)» e «anche Commiato (1972) di Luigi Dallapiccola ha una storia simile: resta l’ultima pagina conclusa e profetica, seppur scritta due anni prima della sua scomparsa; ma anche densa di fili che ci conducono a Bach e a Webern (e a Dante), che a sua volta usò il più significativo canone della bachiana Offerta Musicale per una sorta di manifesto di teorizzazione della Melodia dei Timbri». Inoltre «fu in memoria di Dallapiccola che Franco Donatoni scrisse Lumen (1975), che deriva dal testo su cui stava lavorando: Lux di Sant’Agostino, che termina con la parola “lumen”. Descrizione sonora del distacco della parte materiale dall’essenza spirituale e intellettuale. Legame stretto ancora con l’haiku di W. H. Auden per Elegy for J. F. K. (1964) di Igor Strawinsky, il cui testo dice “Quel ch’egli è stato, è stato, e quel che è destinato ad essere, ormai solo da noi dipende”, dando a chi resta l’incarico di rendere immortale chi se ne va».
Biglietto intero 12 euro, ridotto 8 euro. Chi ha la card di Rete Toscana Classica ha diritto alla riduzione.
Per ulteriori informazioni www.suoniriflessi.it oppure la pagina su Facebook “Suoni Riflessi”.